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L'amante timido

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1.1Vanne, o carta amorosa,
1.2Vanne a colei per cui tacendo io moro,
1.3E nel silenzio tuo, che pur favella,
1.4Dirai tacitamente
1.5A lei, che n'è cagion, la morte mia.
1.6Vanne nunzia fedele e taciturna
1.7A que' begli occhi avante,
1.8Però che ben conviensi
1.9Tacita messaggera a muto amante.
1.10E se 'l sentier non sai
1.11Che colà ti conduca ove t'invio,
1.12La traccia seguirai
1.13De' miei lunghi sospiri,
1.14Che per segreta via
1.15A le bellezze amate
1.16Manda e rimanda ognor l'anima mia.
2.1Ne l'amoroso tuo dolce viaggio
2.2A te sarà il mio core
2.3E scorta e precursore,
2.4Poich'egli ad or ad or da me s'invola,
2.5E ver l'amato oggetto,
2.6Com'a suo proprio centro, aspira e vola.
2.7E s'egli è mio destino
2.8Che pria che tu là giunga io giunga a morte,
2.9Riverente t'inchina, e se vedrai
2.10Ne' begli occhi di lei sdegno o rigore,
2.11Umilmente dirai
2.12Che se' nunzia di morte, e non d'amore:
2.13Forse avverrà ch'ascolti
2.14L'annunzio de la morte,
2.15Se l'annunzio d'amore udir non vuole.
2.16Forse ancor per pietate
2.17La vedrai del bel volto
2.18Cangiar le rose in pallide viole:
2.19Chi sa che non impetri il muto inchiostro
2.20Quella pietà che non impetra il pianto?
2.21Ma poi ch'io sarò morto,
2.22Tarda fia la pietate a chi tacendo,
2.23Senza chieder pietà, visse e morio.
2.24Ella dirà fors'anco:
2.25Degno fu de la morte
2.26Chi nel morir non iscoprì sua sorte.
3.1Sì sì dunque, fia meglio
3.2Ch'ella al fin di mia vita almeno intenda
3.3Prima un sospir d'amore
3.4Che 'l sospir de la morte.
3.5Deh, mia timida carta,
3.6Ardisci e spera e priega;
3.7Chiedi, chiedi a colei
3.8Di mio amor, di mia fede,
3.9Pietà, ma non mercede.
3.10Non cheggio no, non cheggio
3.11Ch'a' miei sospir sospiri,
3.12Ch'al mio languir languisca:
3.13Ah, crudo è ben quel core,
3.14Ben è 'ndegno amatore
3.15Chi di veder desia
3.16L'amata donna sospirar d'amore!
3.17Lungi, lungi da lei
3.18Sien le pene amorose:
3.19Dolor, pianti, sospir, tutti sien miei;
3.20Anzi (o nuovo stupor de l'amor mio!)
3.21Io non bramo, io non cheggio
3.22Che l'amor mio riami,
3.23Che s'amore ha dolor, non vuo' che m'ami.
3.24Io bramo, io cheggio solo
3.25Che 'l mio amor non isdegni,
3.26E voglia per mercé de' miei dolori
3.27Sol ch'io l'ami e l'adori.
3.28Deh qual cosa minor chieder poss'io
3.29A lei de l'amor mio?
3.30Cheggio quel che colei
3.31Tanto men può negar, quanto è più cruda,
3.32Però che bramo solo
3.33Le sia caro il dolor ch'entro m'accora,
3.34E voglia almen che con sua pace io mora.
4.1A queste voci, o carta,
4.2Se vedrai che risplenda
4.3Solo un raggio di sdegno in quel bel volto,
4.4Allor taci, né intenda
4.5Altra voce da te che questa: Ei muore.
4.6Deh, potessi tu allora
4.7A lei ridire i miei sospir tacendo;
4.8Deh scriver potess'io,
4.9Sì come le parole, anco i sospiri:
4.10Che se col dir s'offende,
4.11Ella è ben cruda ed empia,
4.12S'a un moribondo il sospirar contende;
4.13E se vuol pur ch'io muoia,
4.14Né vuol udir sol un sospir d'amore,
4.15Necessario è un sospiro a chi si muore.
4.16Ma se vedrai che volga (ah non lo spero!)
5.1A legger le tue note
5.2Quelle luci d'amor, se non pietose,
5.3Almen non isdegnose,
5.4Allor mesta e piangente
5.5Dirai de l'amor mio
5.6L'istoria miserabile e dolente.
5.7Dirai come sovente
5.8Lo ciel mi diede in sorte
5.9Udir da la sua bocca
5.10Quel dolce suon d'angeliche parole;
5.11A' cui primieri accenti
5.12Non si destò nel cor fiamma amorosa,
5.13Ma stupor, riverenza,
5.14Ond'in prima lei tacito ammirai
5.15E qual cosa celeste io l'inchinai.
5.16Corsi più volte a l'esca
5.17Del dolce favellar, del bel sembiante,
5.18Qual incauto augelletto
5.19Che vola al cibo, e non iscorge il laccio:
5.20Andai, sciolto tornai,
5.21Venni, vidi, ascoltai; né fui mai colto
5.22Dal dolce favellar, dal suo bel volto.
6.1Ma 'l cielo e la mia sorte
6.2Mi trasse alfin là, dove
6.3Al varco m'attendeva Amore e Morte,
6.4Però che, lasso, andai
6.5Colà sott'altro ciel, sotto quel cielo,
6.6Ch'ha maggior luce da due luci belle
6.7Che dal sol, da le stelle.
6.8Temei ben io l'incontro
6.9De le luci omicide, e volli altrove,
6.10Presago del mio mal, volger le piante,
6.11Ma se tema e ragion mi ritenea,
6.12Il desio mi traea;
6.13E come il ferro cede,
6.14Quantunque immoto e grave,
6.15A l'occulta virtù d'indica pietra,
6.16Così l'anima mia,
6.17Cui la ragion facea
6.18A l'invito d'Amor lenta e restia,
6.19Mentre il senso vuol pur ch'ella trabocchi,
6.20Fu vinta da virtù di duo begli occhi.
7.1Dunque col piè tremante
7.2Giunsi a l'idolo mio, quando repente
7.3Tutta negli occhi miei l'anima corse,
7.4Ed ogni suo vigor chiuse in un guardo.
7.5Quivi, immobile e fisa
7.6Ver l'amoroso oggetto,
7.7Maravigliando e contemplando ardea,
7.8Ond'io, mentre sorgea
7.9Quinci la meraviglia e quindi amore,
7.10Foco negli occhi avea, ghiaccio nel core.
7.11Mentre il cupido sguardo
7.12Contemplando sen gìa
7.13O la bocca o i begli occhi o 'l crine o 'l seno,
7.14Tosto a mirar da l'un l'altro il rapia.
7.15Quante volte diss'io:
7.16Deh perché non potrebbe,
7.17Per vagheggiar costei tutta in un punto,
7.18Diviso esser talor lo sguardo mio?
7.19Che se da questo oggetto a quello io 'l giro,
7.20Mentre vagheggio l'un, l'altro non miro.
7.21Ond'io, chiuse veggendo
7.22Cotante meraviglie in un sol volto,
7.23Dissi pien di spavento:
7.24Deh, se lassù nel cielo
7.25Fece il sommo Fattor cose sì belle,
7.26Sciolgasi il nodo che quaggiù mi strigne,
7.27Perch'io possa colà sovra le stelle
7.28Paragonar queste bellezze a quelle.
8.1Quivi provai ben io
8.2Quell'usate dolcezze
8.3Che dal bel favellar l'alma traea;
8.4Ma, lasso, ancor provai
8.5Un non so che d'inusitato e nuovo
8.6Tra dolor, tra piacer confuso affetto,
8.7Ch'in un punto parea
8.8Dilettoso dolor, grave diletto.
8.9Dissi allor sospirando,
8.10Tutto ingombro d'oblio, di meraviglia:
8.11Se nel ciel si favella,
8.12Certo quel favellar questo somiglia;
8.13Se i cieli hanno armonia,
8.14Più soave non è, non è più bella,
8.15O questa voce è quella.
8.16Ma in quel punto mi corse
8.17Per l'alma un tal rivolgimento interno,
8.18Ch'a provar cominciai
8.19Fra l'armonia del ciel pene d'inferno,
8.20Però che quella voce,
8.21Le parole celesti e beatrici,
8.22Onde già sol di riverirla appresi,
8.23Allora penetraro al sangue, al core,
8.24E diventò la riverenza amore.
9.1Rimasi immobil pondo,
9.2Tremai, piansi, in un punto arsi e gelai;
9.3Un improviso orrore
9.4Per le vene scorrendo
9.5Attonito mi feo, gelido e muto;
9.6Sparsi, in luogo di voce, un sospir solo,
9.7Nè mi restò di vivo altro che 'l duolo.
9.8Così stupido, immoto,
9.9Anzi da me diviso,
9.10Stetti gran tempo; ond'ella
9.11Nel mio sembiante, e nel silenzio ancora,
9.12Scritto legger potea: Costui m'adora.
9.13Arsi, misero, e tacqui;
9.14Tacqui, perché la voce
9.15Che per chieder pietà dal cor venia,
9.16S'a la lingua giungea,
9.17Un sospir si facea.
9.18Tacqui, misero, tacqui,
9.19Però ch'ogni mia voce
9.20Era, pria che distinta,
9.21Troncata dal timor, dal duolo estinta.
9.22Arsi, ed ardo tacendo,
9.23Provai, provo le pene
9.24Ch'alma d'amor penosa unqua sofferse;
9.25Ma fra gli altri un tormento, ahi lasso, i' provo,
9.26Appo cui lievi sono
9.27Strazio, pianti, sospiri, inferno e morte,
9.28Dolor più fier, più forte
9.29Di quante pene sien più crude e fiere;
9.30S'alcun chiede che sia, dirò: Tacere.
10.1Tacqui a lei la mia fiamma,
10.2Ma non la tacqui a bella donna e grande,
10.3E d'amor e di sangue a noi congiunta.
10.4A lei tutto scoversi
10.5Il duolo, i pensier miei,
10.6Ciò che vidi, che volli e che soffersi;
10.7Non perch'ella chiedesse
10.8Quella pietà ch'io non chiedeva altrui,
10.9Ma perché solo, ahi lasso,
10.10A capir tutti insieme
10.11Pensier, tema, silenzio, affanni, amore,
10.12Picciol vaso era un core.
10.13E come suol talor cauto nocchiero,
10.14Ch'agitato da l'onde,
10.15Per sottrar dal periglio il cavo legno,
10.16Gitta de le sue merci il grave incarco,
10.17Così, misero amante,
10.18In tempesta d'amor vicino a morte
10.19Fra turbini di pianti e di sospiri,
10.20Feci ad altrui comune il grave peso
10.21De' miei cupi pensier, del mio dolore,
10.22Per alleviarne il core.
11.1Ma, lasso, invan cercai
11.2Fra le tempeste mie salute e scampo,
11.3Ché, perduta la scorta
11.4De la mia tramontana e di due stelle,
11.5Da la fortuna ingiuriosa e cruda
11.6Fui risospinto a le paterne rive,
11.7Rive non di riposo.
11.8Non giunsi in porto, ed incontrai lo scoglio,
11.9Lo scoglio, oimè, di morte,
11.10Però che senz'aita e senza speme,
11.11Da fortuna e d'Amor battuto e vinto,
11.12Naufrago caddi: e 'ntanto
11.13Aspetto morte, e mi sommergo in pianto.
12.1Mi diede un tempo aita
12.2Quella a cui rivelai gli occulti affanni,
12.3Segretaria fedel de' miei pensieri,
12.4Però ch'a me sovente,
12.5Mentr'io vivea de la mia vita lungi,
12.6Fedelmente scrivea
12.7Ciò che l'idolo mio
12.8Ragionava, o dov'era, o che facea.
12.9Con questo io mi pascea
12.10Nel mio lungo digiun, non di speranza,
12.11Ma di duol, di pensier, di rimembranza,
12.12E mentre ebbi novelle
12.13De la mia vita, io mi sostenni in vita.
12.14Ma poi che 'l mio destino
12.15Condusse altrove la pietosa donna,
12.16Che qualche indugio al mio morir porgea,
12.17Più non intesi o 'ntendo
12.18Le bramate novelle, e non avendo
12.19Quell'usato ristoro,
12.20Quello almen di sapere
12.21Se viva la mia vita, i' so ch'io moro.
12.22Onde lungi da lei,
12.23Ch'è cagion del mio foco,
12.24Non veggio che l'ardor punto s'allenti;
12.25Così quando s'accese
12.26Grave incendio talora, arde pur anco
12.27Lontano da la face onde s'apprese.
12.28Anzi, come talor fiaccola ardente,
12.29S'altri lunge la porta,
12.30Sempre viè più s'accende
12.31Agitata da l'aure e da quel moto;
12.32Così l'alma dolente
12.33Tanto s'accese più, quanto più lungi
12.34N'andò da la cagion de' suoi martiri,
12.35Infiammata dal moto e da' sospiri.
13.1Dunque venga pur Morte;
13.2Deh, che tarda? ah non fia
13.3Malagevole impresa
13.4Troncar la vita a semivivo amante!
13.5Ha già dato il languire
13.6Principio al mio morire:
13.7Quest'avvanzo di vita
13.8Che mi lascia il dolore abbia la morte.
13.9Ma la morte non vien, perch'ella crede,
13.10Al mio pallore, a le sembianze, al viso,
13.11Che m'abbia il duolo ucciso.
13.12Anch'io creder potrei
13.13D'esser di vita privo,
13.14Pur sento al sospirar ch'io spiro e vivo.
13.15O me folle, ahi che dico, o che vaneggio?
13.16Ah pur troppo son morto:
13.17Ché non può umana vita
13.18Lo mio duolo capir, cosa infinita.
13.19Morto, morto son io,
13.20E s'ardo, ardo fra l'ombre afflitte e morte,
13.21E quest'ardor ch'io sento,
13.22Poich'egli è immenso, e senza speme eterno,
13.23Non è foco d'amor, ma de l'Inferno.
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