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L'amante occulto

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1.1Piansi lunga stagione, arsi, gelai,
1.2Ma taciturno amante
1.3Le mie pene amorose
1.4Nel centro del mio cor chiusi e celai.
1.5Arsi, ma fu il mio foco
1.6Sì profondo ed occulto,
1.7Che non fu noto a voi, che l'accendeste;
1.8E fu de l'amor mio
1.9Consapevole solo Amore, ed io.
1.10Soffersi ogni tormento
1.11Ch'anima tormentata ha ne l'inferno,
1.12Ma fra i martir d'Amore,
1.13Non poter dire oimè! parve il più fiero.
1.14Anzi l'inferno ancora
1.15èmen crudo e penoso,
1.16Ché 'l silenzio laggiù non ha ricetto,
1.17E fra l'alme dolenti
1.18S'odono pur almen grida e lamenti.
1.19Tacqui, ma nel mio volto
2.1Un pallor si vedea,
2.2Che nel color di morte
2.3Era del mio morir nunzio facondo.
2.4Quel non chieder aita,
2.5Quella lingua tremante,
2.6L'esser privo di voce, appunto quelle
2.7Eran tutte d'amor voci e favelle.
2.8Ma voi, bella cagion de' miei tormenti,
2.9Come fredda in amor, sorda a l'amante,
2.10Forse mai non udiste
2.11Le tacite querele
2.12D'innamorato cor, che muto parla.
2.13Vidi ben io talora
2.14Ch'a miei cupidi sguardi
2.15Rispose anco di voi cortese un guardo;
2.16Ma fra me dissi allora:
2.17Non è sguardo amoroso,
2.18Non è sguardo pietoso,
2.19Ch'amor non può sentir, s'amor non vede,
2.20E non merta pietà chi non la chiede.
2.21Dunque poich'io mi sento,
3.1Miseramente amando,
3.2Condotto omai de la mia vita a riva;
3.3Poiché l'incendio mio,
3.4Che nel silenzio ascosi,
3.5Omai sarà nel cener mio palese;
3.6Poiché mentre io mi tacqui
3.7(Questo è 'l duol che m'accora),
3.8Poichè mentre io mi tacqui, altri non tacque,
3.9E rese il mio silenzio altrui loquace,
3.10Egli è ben tempo omai
3.11Ch'afflitto e moribondo
3.12Io dica a voi, mia vita, ecco ch'io moro.
3.13Tempo è ben che, s'al pianto
3.14Fu sempre aperto di questi occhi il varco,
3.15Omai s'apra a la voce il varco ancora.
3.16Dritto è ben che, s'io moro,
3.17Il mio morir sia noto
3.18A voi, dolce cagion del morir mio.
3.19Non vedeste il mio foco,
3.20Mentr'io non vidi in voi disdegno ed ira;
3.21Or che 'l vostro bel seno,
3.22Ch'arder dovea d'amore, arde di sdegno,
3.23Anch'io mostro il mio ardore,
3.24E mentre odio scoprite, io scopro amore.
3.25Amor, deh tu m'impetra,
4.1Impetra dal mio duol tanto di pace,
4.2Ch'io possa dir morendo
4.3Qual io fui, quanto fei, quanto soffersi.
4.4So ben, so ben ch'io parlo
4.5Ad una sorda pietra,
4.6Cui rigor naturale e sdegno indura;
4.7Ma da una pietra alpestre
4.8Io trarrò forse ancora
4.9Col focil de' lamenti
4.10Faville di pietà, se non d'amore.
4.11Ma co' suoi lacci Amore,
4.12Come mi lega il cor, lega la lingua,
4.13E posso appena proferire: Io moro.
4.14Io bramo dunque, io cheggio,
5.1Non già pace a l'ardor, ma tregua al duolo,
5.2Perché quelle cadenti amare stille,
5.3Che già sparsi di pianto, or sien d'inchiostro.
5.4Sì, sì dunque, fia meglio
5.5Che 'n questa carta almeno,
5.6Con queste mute voci,
5.7Il mio duolo, il mio amor tacendo io dica.
5.8Ne' segreti d'amore
5.9Taccia la lingua, e la mia man favelli;
5.10E pur non m'oda il vento,
5.11Ch'io temo che spirando
5.12Egli ancor non ridica i miei sospiri.
5.13Così su questa carta
5.14Seguirò favellando
5.15Pur del silenzio mio l'usato stile;
5.16E questa carta a Voi
5.17Messaggera d'amor tacita invio,
5.18Segretaria fedel de l'amor mio.
5.19Quel dì che gli occhi apersi
6.1A quell'alta incredibile bellezza
6.2Che nel vostro sembiante
6.3Il Fattor di natura,
6.4Quasi in compendio di beltà, rinchiuse,
6.5Per far del suo poter mirabil prova,
6.6Maravigliando io dissi:
6.7Cosa pari o simile
6.8Non ispero veder se non in Dio.
6.9In cotal meraviglia
6.10Fu il mio pensier sì fiso,
6.11E fisa in quel pensier l'anima mia,
6.12Ch'io vidi a poco a poco
6.13Nascer da meraviglia il mio bel foco.
6.14Da indi in qua bramai
7.1Che chiudesse questi occhi Amore o Morte,
7.2Per non veder più mai cosa men bella.
7.3Da indi in qua non vidi
7.4Quaggiù beltà mortale
7.5Che di vostre bellezze avesse un raggio.
7.6Ciò che 'l mondo ha di bel, ciò ch'ha di vago,
7.7Tanto men bel parea,
7.8Quanto del chiaro sol men bella è l'ombra.
7.9Io vagheggiai talora
7.10Il cielo, il sol, le stelle:
7.11E tanto parean belle,
7.12Sol quanto avean di voi qualche sembianza.
7.13Un solo, un solo oggetto
7.14Solea render talor l'anima paga,
7.15Però che 'n sé raccolta
7.16Vagheggiava talor la vostra imago,
7.17L'imago che 'n lei stessa
7.18Avea scolpita di sua mano Amore;
7.19Quivi sol contemplava il vostro aspetto,
7.20Ed ella era a se stessa unico oggetto.
7.21Indi l'incendio mio,
7.22Nudrito a poco a poco
7.23Da l'esca del pensiero,
7.24Dal vento de' sospiri,
7.25Tanto s'accese e crebbe,
7.26E tanto ancor s'avvanza,
7.27Che sta in forse il pensier qual sia maggiore,
7.28O la vostra bellezza, o 'l foco mio.
7.29E se non fosse il pianto,
7.30Che sfogando il mio duol, tempra il mio foco,
7.31Poiché spegner nol posso, io sarei spento.
7.32Onde il tormento istesso
7.33È più di voi pietoso:
7.34Che ne lo stesso pianto io trovo aita,
7.35E bench'egli mi strugga, ei mi dà vita.
8.1Crebber poi le mie pene
8.2Allor ch'invida stella
8.3A me, lasso, vi tolse, altrui vi diede,
8.4E cercando altro clima,
8.5Lungi n'andaste a far beato altrui.
8.6Conobbi allor, conobbi
8.7D'esser tanto vicino a la mia morte,
8.8Quanto lungi da voi, mia morte, io fui.
8.9Io dissi allora, io dissi:
8.10Non ha vita, non anima il mio core,
8.11Poiché l'anima sua parte, e non muore.
8.12Ma morir non potea,
8.13Però che 'n lui vivea la vostra imago,
8.14Da cui fuggia la morte,
8.15Ch'offender non può mai cosa celeste.
8.16Ond'io talor fuggendo
9.1Da le natie contrade e da me stesso,
9.2A voi ratto ne venni
9.3Per pascere il digiun del viver mio,
9.4Che sol dagli occhi vostri ha cibo e vita.
9.5A voi talor men venni,
9.6Perché a voi mi traea,
9.7Com'a sua propria sfera, il foco mio.
9.8Talor venni fingendo
9.9Ch'altra necessità là mi traesse:
9.10Ma mi traean le stelle
9.11De' be' vostr'occhi, in cui
9.12Alta necessità prescrive Amore,
9.13Due stelle onde deriva or vita or morte,
9.14Da cui pende il mio fato e la mia sorte.
10.1Tornaste poi qua, dove
10.2L'onda del picciol Reno
10.3Si turba a' miei sospir, cresce al mio pianto,
10.4Per veder le tenzoni
10.5Che 'n teatro di Marte altri fingea.
10.6Quivi io fui spettatore
10.7Sol d'un bel volto, ed ebbi
10.8Per ispettacol mio voi spettatrice.
10.9Quivi, mentre vedeste
10.10Le simulate guerre e i finti assalti,
10.11Allor provò il cor mio
10.12Di guerriera d'Amor colpi veraci:
10.13Pugnava altri con l'arme,
10.14E voi col bel sembiante,
10.15Feriva altri il nemico, e voi l'amante.
11.1Veniste alfin, veniste
11.2A far co' bei vostr'occhi
11.3Questo ciel, queste mura adorne e liete;
11.4Ma, lasso, ancor veniste
11.5A far col vostro sdegno
11.6Questo cor e quest'alma un vivo inferno,
11.7Però che lingua immonda,
11.8Lingua profana ed empia,
11.9Ispirando e spargendo
11.10Da viperino cor d'invidia il tosco,
11.11Con sacrilega voce
11.12Tanto osò, scelerata e menzognera,
11.13Ch'accusò la mia fé di poca fede.
11.14Disse (ah, lingua d'inferno!)
11.15Ch'io dissi quel che mai non dissi, e volle
11.16Che 'l mio silenzio ancor fosse loquace.
12.1Quindi ver me sdegnosa
12.2Armaste il cor d'orgoglio, il ciglio d'ira,
12.3Maggior fede prestando
12.4A l'altrui falsità ch'a la mia fede.
12.5Allor forse credeste
12.6Che col gel d'uno sdegno estinto fosse,
12.7Com'in voi la pietate, in me l'ardore;
12.8Ma per virtù d'Amore
12.9Crebbe nel vostro gelo il foco mio,
12.10Com'appunto lassuso,
12.11Dove l'aria è più fredda, avvien ch'avvampi
12.12Viè più l'ardor de' fulmini e de' lampi.
12.13S'io 'l dissi, io priego Amore, io priego Morte,
13.1Che congiurati entrambi
13.2Privin voi di pietate, e me di vita,
13.3E sia la morte mia
13.4Di vostra crudeltà pompa e trofeo.
13.5S'io 'l dissi mai, questi occhi
13.6Sien sempre aperti ai pianti,
13.7E sien chiusi mai sempre a voi davanti.
13.8S'io 'l dissi mai, s'io 'l dissi,
13.9Cresca in voi la fierezza, in me il martire,
13.10Non sia più mai questa mia lingua udita,
13.11Né chieder possa al maggior uopo aita.
14.1Nol dissi no, nol dissi,
14.2Però che mai non puote
14.3Mia lingua dir quel che non detta il core.
14.4Bench'or siate sdegnosa,
14.5Contra voi pur non s'ode
14.6Un singulto giammai, non ch'una voce:
14.7Pensate or se s'udia
14.8Quando foste ver me cortese e pia.
14.9Così tacito fui
14.10Che querela non fei
14.11Né di voi, né di me, né del mio duolo.
14.12Anzi ne' miei martiri,
14.13Quando almen dire oimè forse potei,
14.14La mia fede e 'l timore
14.15Troncò la voce, o la rispinse al core.
15.1Vibrò l'invido mostro
15.2Contra me, contra voi livida lingua,
15.3Per turbar con lo sdegno
15.4Il seren de' vostr'occhi,
15.5Forse per far vostra beltà men bella.
15.6Turbò con fosca nube
15.7Di sdegno e d'ira il sol degli occhi vostri,
15.8Ché soffrir non potea
15.9Invido augel notturno
15.10Ch'io là fisassi il guardo,
15.11Quasi nuova d'Amore aquila altera.
15.12Tu dunque, Amor, tu dunque,
15.13D'alma fedel vendicator possente,
15.14Chiudi quell'empia bocca,
15.15Bocca non so se d'uomo o pur d'Averno:
15.16Che s'ella dir poteo quel ch'i' non dissi,
15.17Menzogna così rea vien dagli abissi.
16.1Ceda in voi dunque, ceda
16.2Sdegno a pietate, e la menzogna al vero;
16.3O pure a me volgete,
16.4Se non dolce e pietoso,
16.5Almen fero e sdegnoso
16.6Quel dolcissimo sguardo anzi ch'io mora:
16.7Poiché in luci sì belle ancor diviene
16.8Bella la crudeltà, dolce lo sdegno.
16.9E se mi furo un tempo
16.10Que' begli occhi amorosi
16.11Care stelle benigne, ond'io sperai
16.12Dolci influssi di vita,
16.13Or con diversa sorte
16.14Sieno infauste comete a la mia morte.
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