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L'Amor celeste

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1.1Sorge la notte innamorata in cielo,
1.2Bruna il crin, bruna il sen, bruna le bende,
1.3Ma d'insoliti lumi ornata il velo,
1.4Non so se più s'imbruna o se più splende.
1.5L'ombra in luce si cangia, in foco il gelo,
1.6E di fiamme d'amor l'ombra s'accende;
1.7E carolando in ciel, tremule e belle,
1.8Più d'amor che di luce ardon le stelle.
2.1Per voi, coppia real, vien che d'intorno
2.2Più la notte che 'l dì splendida avvampi,
2.3Però che porta in oriente il giorno
2.4Luce minor che de' vostr'occhi i lampi.
2.5Non più dal Gange il sol faccia ritorno,
2.6Perché rischiari più de l'aria i campi,
2.7Poscia che 'l mondo illuminato in Vui,
2.8Se splendea per un sol, splende per dui.
3.1Scenda di cielo Amor battendo l'ale,
3.2Ma non quel che d'error l'anime ingombra,
3.3La cui fiamma dà morte e par vitale,
3.4I sensi accende e la ragione adombra;
3.5Il cui diletto fuggitivo e frale
3.6Vola come il suo stral, fugge com'ombra;
3.7Che fa piaghe per vezzi, e fa per gioco
3.8Arder nel gelo ed agghiacciar nel foco.
4.1Non quell'Amor ch'insidiando alletta,
4.2Trattando arti soavi, arme omicide,
4.3Quel che non sa scherzar se non saetta,
4.4E non sa saettar, se non ancide:
4.5Col dolce invita, e col veleno infetta,
4.6Dà verace dolor, speranze infide,
4.7E fra speme e timor, con dubbia sorte,
4.8L'alme fa morir vive, e viver morte.
5.1Ma scenda Amor de le celesti sfere,
5.2Quel che l'eterne menti a Dio congiunge,
5.3A le cui gioie sempiterne e vere
5.4Intelletto non poggia, occhio non giunge;
5.5Quel che ravviva un cor più che nol fere,
5.6E sana con lo stral più che non punge,
5.7Dal cui pudico ardor traggon le genti,
5.8Viè più che fiamme al cor, lume a le menti.
6.1Amor celeste fabricando ordisca
6.2Catena in cielo adamantina e lunga,
6.3E i vostri cor più che le membra unisca,
6.4E duo voleri in un voler congiunga.
6.5Lentar nodo sì bel non tempo ardisca,
6.6Né quei che lega Amor loco disgiunga.
6.7Santo amor, lunga fede e pura voglia
6.8Strinser nodo sì bel: nulla lo scioglia.
7.1E tempo è ben che l'uno e l'altra amante,
7.2Se già lagrime sparse, or frutto colga,
7.3E che pietoso Amor d'alma penante,
7.4A chi diede martir, gioie non tolga.
7.5O come par che 'n questo e 'n quel sembiante
7.6Il desio parli, e la pietà si dolga!
7.7Ma da duo volti Amor vibrando i dardi,
7.8Pasce l'un di sospir, l'altra di sguardi.
8.1Da l'amante garzon l'anima sciolta
8.2Passa a la donna, ei si divide in due;
8.3A la sua donna anch'ei l'anima ha tolta,
8.4E s'informa ciascun d'alme non sue.
8.5Egli in lei vive, ed ella, in lui rivolta,
8.6Par che quasi non sia quella che fue:
8.7Che quando ha di duo cori Amor la palma,
8.8Cor si cangia con core, alma con alma.
9.1Del nostro eroe ben degnamente arriva,
9.2Quasi a la sfera sua, l'anima ardente.
9.3Molto gelò ne la stagione estiva,
9.4Molto sudò ne la stagione algente.
9.5O qual fu, quanto fea, quanto soffriva
9.6Lungi da la beltà ch'ora ha presente!
9.7Guerreggiò con Amor, vinse col merto:
9.8Or può tanto gioir, quanto ha sofferto.
10.1Per piacer di sua donna al guardo altero,
10.2Dov'ha l'Alba d'amor lucido albergo,
10.3Quasi Marte amoroso, Amor guerriero,
10.4Cinse il tenero sen con duro usbergo.
10.5Sostenne il biondo crin l'elmo e 'l cimiero,
10.6E lampeggiò di ferro il petto e 'l tergo.
10.7Vibrava ei l'asta, ella d'Amore il dardo:
10.8Feriva egli col ferro, ella col guardo.
11.1Talor premendo a bel destriero il dorso,
11.2L'asta afferrò tra bellicoso stuolo.
11.3Quegli, scotendo il crin, spumante il morso,
11.4Sta calpestando impaziente il suolo;
11.5S'incurva in arco, e poi spiccando il corso,
11.6Se stesso avventa, qual saetta, al volo.
11.7Se Filippo nel segno avvien che tocchi,
11.8Imparò di colpir da duo begli occhi.
12.1Cercò straniero clima, e monti e valli,
12.2Varcò l'Alpe, che 'n ciel par che s'asconda;
12.3Vide allobrogi campi, insubri e galli,
12.4Del Rodano solcò rapida l'onda.
12.5Vide del forte Belga aprici i calli,
12.6Fu dove corre il Ren, la Mosa inonda;
12.7Solcò il Tirreno, e sparse in ogni loco,
12.8Fin tra l'onda de' mari, un mar di foco.
13.1Mirava ei nuove genti, altri, mirando
13.2Lui vagheggiante, a vagheggiar fu volto;
13.3Ei nuove meraviglie iva cercando,
13.4Meraviglia maggior parve il suo volto.
13.5Vide nel patrio lido, indi tornando,
13.6Il bel del mondo in un sol viso accolto,
13.7Ché, meraviglie di crear già vago,
13.8Iddio di Giulia imaginò l'imago.
14.1O immortali voi menti superne,
14.2Fermate il corso de l'eterne rote;
14.3Cercate là, tra quelle forme eterne,
14.4E fra le luci erranti e fra l'immote,
14.5O ne le parti più del cielo interne,
14.6Quelle bellezze a noi mortali ignote;
14.7Dite se là ne la magion celeste
14.8Più belle son quelle bellezze o queste.
15.1Mirate, o cieli, il candido e 'l vermiglio,
15.2Onde 'l primo orizonte orna l'aurora;
15.3Poi si miri in costei la rosa e 'l giglio,
15.4Onde la guancia inostra e 'l seno infiora,
15.5L'ardor del labro e lo splendor del ciglio,
15.6E i rai lucenti, onde la chioma indora.
15.7Dite se tai colori accender suole
15.8L'alba su l'orto o sul meriggio il sole.
16.1Ma sua beltà, che fuor si vede, è vinta
16.2Da bellezza immortal, ch'entro soggiorna,
16.3Ché l'alma il vel terreno onde va cinta
16.4Co' raggi alluma e col suo bello adorna.
16.5E come luce che dal sole è spinta
16.6Si diffonde d'intorno e l'ombre aggiorna,
16.7Così beltate il suo principio ha dentro,
16.8E, se splende di fuor, parte dal centro.
17.1Sua terrena beltà molto non cura:
17.2Se natura la diè, tempo la toglie;
17.3Di duo begli occhi il sol tosto s'oscura,
17.4Tosto del volto i fior perdon le foglie.
17.5Ma Giulia sol di sottoporre ha cura
17.6Il corpo a l'alma, a la ragion le voglie;
17.7Fugge i beni fallaci e segue i veri,
17.8E, gli affetti abbassando, alza i pensieri.
18.1D'alta virtù cercando aureo tesoro,
18.2Il tesor di natura orna con l'arte.
18.3Per ghirlanda di fior porta l'alloro,
18.4Tutta è di Palla, e 'nfra le Muse ha parte.
18.5Cangia, nel far non feminil lavoro,
18.6Or l'ago in penna, ed or le tele in carte;
18.7Fa lavoro ella in carte, altre sugli ostri,
18.8L'altre spargon le fila, essa gl'inchiostri.
19.1O qual sembra a veder Musa novella
19.2Trattar plettri latini e cetre argive!
19.3Vergine, ch'egualmente e saggia e bella,
19.4Quando guarda innamora, e quando scrive.
19.5Di lei sparge lo sguardo e la favella
19.6Or fiumi d'eloquenza, or fiamme vive,
19.7E con alto saver, con dolci ardori,
19.8Prende in un punto e gl'intelletti e i cori.
20.1D'alma e di volto il sovrumano oggetto
20.2Natio del Cielo al giovinetto apparse.
20.3Sentì congiunto a meraviglia affetto,
20.4E lacci onde fu preso, e fiamme ond'arse.
20.5Provò dolce il dolor, grave il diletto,
20.6E, quanto accolse ardor, lagrime sparse.
20.7Ma mentre a l'idol suo gli occhi rivolse,
20.8Fiamma forse maggior diè, che non tolse.
21.1Crebber gl'incendi, e l'un ne l'altra or mira
21.2Fiamme, del proprio bel colpe e trofei.
21.3Ai sospiri de l'un l'altra sospira,
21.4Ella di lui trionfa, egli di lei.
21.5Dice l'un: "Se quest'alma or vive e spira,
21.6Vive di spirti tuoi, se tu de' miei";
21.7L'altra: "Languisci pur, languisco anch'io,
21.8Ardo del foco tuo, s'ardi del mio".
22.1Omai, coppia gentil, giunte son l'ore
22.2Che, s'altri vi disgiunse, Amor vi stringa.
22.3Par che quinci il desio, quindi il timore
22.4I volti or d'ostro or di pallor dipinga.
22.5Ritroso il guardo e desioso il core
22.6Or chiede, or niega, e quel negar lusinga.
22.7Ah, che ritroso un cor, se l'altro il prega,
22.8Brama forse donar, più che non nega!
23.1Non mai di gelosia cura mordace
23.2Sparga in foco sì bel suo gelo immondo.
23.3Puro amor, lunga fede, eterna pace
23.4Faccia tranquillo il core, il sen fecondo.
23.5Per Voi s'alzi virtù, ch'a terra or giace,
23.6E nel secol del ferro indori il mondo.
23.7Nascan soli da soli, e gli avi eroi,
23.8Se già morir, sien immortali in voi.
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