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Disperato per la crudeltà della sua donna si parte dalla città e va alla campagna, dove la disperazione si cangia in isdegno.

Poesie

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1.1Lunge dagli occhi omai d'empia omicida,
1.2Poiché non posso il core, io volgo il piede,
1.3Perché, s'io vuo' morir pria che m'ancida,
1.4Lieto morrò, se 'l mio morir non vede.
1.5Forse là tra le selve anco s'annida
1.6Fera ch'a lei di ferità non cede:
1.7Sbranerà queste membra. Ah, pur ch'io pera,
1.8Morte a morte mi tolga, e fera a fera.
2.1Cercherò là per monti o per dirupi
2.2Qualche morte lontana a la presente,
2.3Troverò là per antri orridi e cupi
2.4D'una belva crudel pietoso dente.
2.5Saran d'un guardo imitatori i lupi,
2.6E m'userà pietà chi non la sente.
2.7Così, malgrado altrui, verrà ch'apporte
2.8Pietoso scampo al mio morir la morte.
3.1Così la bella imago in me scolpita,
3.2Quella cui l'alma adora e 'l petto asconde,
3.3L'imago onde 'l mio core ha cibo e vita,
3.4Sarà cibo crudel di fauci immonde:
3.5Così, priva di me, fia meco unita
3.6Fra l'ingorde voragini profonde,
3.7E meco l'empia, che non vuol ch'io viva,
3.8Sarà morta e sepolta in tomba viva.
4.1Dunque poich'altro che 'l mio fin non cura,
4.2Poich'altro mai che 'l suo voler non volli,
4.3Da voi fuggo la vita, infauste mura,
4.4Tra voi seguo la morte, amati colli.
4.5Sarà col sangue mio spenta l'arsura,
4.6Voi sarete di sangue aspersi e molli;
4.7E se colei non piagne al morir mio,
4.8Darà l'aura sospiri, e pianto il rio.
5.1Quanto diverso a rivedervi io vegno,
5.2Solitarie selvette, ombrose piante:
5.3Già fui d'Amor seguace, ora di Sdegno,
5.4Tra voi già lieto, or moribondo amante.
5.5E poiché questa luce abborro e sdegno,
5.6Sarò tra le vostr'ombre un'ombra errante.
5.7Sì, sì, rompasi il nodo a questa doglia,
5.8E se lo strinse Amor, Morte lo scioglia.
6.1O come a questi poggi, a questa sponda
6.2Gira benigno il sole, arride il cielo!
6.3Qui l'aura è più gentil, più fresca è l'onda,
6.4Men cocente l'ardor, men freddo il gelo.
6.5Qui la terra di fior misto con fronda
6.6Contesto ha il manto e ricamato il velo;
6.7E sembran dirmi: Ah, ti consola e vivi!
6.8Gli augei cantando, e mormorando i rivi.
7.1Qui, con fronte di giglio e man di rosa,
7.2Più ch'altrove ridente esce l'Aurora,
7.3E mentre spunta, in questa piaggia erbosa
7.4Altro fior s'inargenta, altro s'indora.
7.5Qui più lucente ancor la notte ombrosa
7.6I be' campi del ciel di stelle infiora,
7.7E qui, spiegando il suo bel velo adorno,
7.8La notte è bella più ch'altrove il giorno.
8.1O come, ahi quanto, il mio morir fia duro
8.2Dove l'aura vital sì dolce spira!
8.3Quanto, o quanto, è di morte il varco oscuro,
8.4Dove sì chiaro il cielo intorno gira!
8.5Ah, che vita non vuo', luce non curo,
8.6Vivendo a lei, ch'è la mia vita, in ira.
8.7No, no, non più del viver mio si dolga:
8.8A chi morte mi dà, morte mi tolga.
9.1Pur se morendo a la mia morte i' penso,
9.2O s'io viva o s'io mora, incerto i' pendo:
9.3Quinci ragion combatte, e quindi il senso,
9.4E fra sdegno e dolor, gelo e m'accendo.
9.5Poi s'a me stesso e s'a colei ripenso,
9.6Di me stesso ho pietate, e lei riprendo.
9.7Ah, suo trionfo il mio morir non sia:
9.8Mora colei, che 'l mio morir desia.
10.1Mora la serpe, che la fama e 'l core
10.2Velenosa mi punse, empia mi morse;
10.3Mora la tigre, onde mi tenne Amore
10.4Certo del duolo, e de la vita in forse.
10.5Pera l'aspe, ch'al duol d'alma che muore
10.6Orecchio mai, non che pietà, non porse;
10.7Pera quel mostro, che con varie forme,
10.8Quanto vago è di fuori, entro è difforme.
11.1Vivrò, malgrado di colei, del mostro
11.2Che 'l mio sangue bramò, non solo il pianto;
11.3Vivrà fors'anco lo mio sparso inchiostro:
11.4Scritto indarno i' non ho, se indarno ho pianto.
11.5Vedrà il secol futuro, e forse il nostro,
11.6Morta la sua beltà, vivo il mio canto;
11.7Ma vuo' quel nome, ch'onorai con l'arte,
11.8Cancellar pria dal cor, poi da le carte.
12.1Trarrò dal cor l'imaginata idea,
12.2Ch'adombrò la ragion, mosse il desio;
12.3Struggerò quell'ardor che mi struggea:
12.4Quel che non può ragion, faccia l'oblio.
12.5Scaccerà quella morte in ch'io vivea
12.6Lo sdegno e la ragione, il tempo e Dio:
12.7Che s'ella prende la mia fiamma in gioco,
12.8Allor, quando è maggior, men dura il foco.
13.1Daran forse quest'aure e l'onde e i fiori
13.2Ristoro al foco e refrigerio al male;
13.3E fra quest'ombre io fuggirò gli ardori
13.4E del sole e d'Amor quando m'assale.
13.5L'armi e 'l foco d'Amor fuggano i cori,
13.6Ch'agli assalti d'Amor schermo non vale.
13.7Chi pugna incontro a lui perde e si strugge:
13.8Ne le guerre d'amor vince chi fugge.
14.1Fuggirò lui, me stesso, andrò ramingo
14.2Or per bosco, or per valle, ora per monte;
14.3Andrò cercando in loco ermo e solingo
14.4Or la vista d'un antro, ora d'un fonte.
14.5Così quel bel ch'a me medesmo io fingo
14.6Parrà men bel, d'altre bellezze a fronte,
14.7Ché un bel monte talor senz'arte incolto
14.8Vince l'oro d'un crin, l'arte d'un volto.
15.1Che se d'oro una chioma il cor mi lega
15.2Piegata in crespe inannellate e bionde,
15.3Pianta m'alletta ancor, ch'al vento spiega
15.4Di smeraldo il suo crin, tremula fronde.
15.5Se un duro core il sospirar non piega,
15.6Se i lamenti non ode, o non risponde,
15.7Al sospirar d'un vento, a un parlar tronco
15.8Qui rispond'Eco, e qui si piega un tronco.
16.1Là, se in bocca ridente, in guancia bella
16.2Rosa sembra fiorir, giglio par vivo,
16.3Qui fior veraci ha la stagion novella,
16.4E finto è quel color, questo è nativo.
16.5Se là mi lusingò dolce favella,
16.6Qui mi lusinga il mormorar d'un rivo,
16.7Che, querule spargendo acque e parole,
16.8Piagne al mio pianto, al mio dolor si duole.
17.1Se sirena ascoltai, che dolce canta,
17.2Qui dolce ascolto un usignuol selvaggio,
17.3Ch'allettando mi va di pianta in pianta
17.4Con innocente e musico linguaggio,
17.5E forse meco in sua ragion si vanta
17.6Che tanto avrò piacer quant'ebbi oltraggio,
17.7Né fa come colei, se 'l canto scioglie,
17.8Che dà brieve piacer, l'anima toglie.
18.1Poscia, per obliar cura che sface,
18.2Altra voglio cercar cura che giova,
18.3Che se qui neghittosa alma non giace,
18.4Fra le perdite sue pace ritrova.
18.5E se già seguitai fera fugace,
18.6Seguirò fera fuggitiva e nova;
18.7Ma se fera cercando il cor perdei,
18.8Or mia preda sarà, non io di lei.
19.1Come s'inganni augel, fera si prenda
19.2Da l'insidie d'Amor l'anima apprese;
19.3Come laccio si fa, rete si tenda
19.4Un bel crin m'insegnò quando mi prese.
19.5Come di cavo ferro il foco offenda
19.6Da un bel guardo imparai quando m'accese:
19.7Che di quel foco onde tant'anni avvampo,
19.8La ferita mirai prima che 'l lampo.
20.1Così fera per me farà che cada
20.2Tonante il ferro e fulminante il piombo,
20.3Che per aria a l'augel tronca la strada,
20.4Pria che veggia il baleno, oda il rimbombo.
20.5Fugga pur più di lei, rapido vada
20.6O cauta volpe o semplice colombo,
20.7Che le veloci ancor palle mortali
20.8Più di lei, più di lor, volan senz'ali.
21.1Se trattai vaneggiando inchiostri e penne
21.2Per durezza piegar d'anima alpestra,
21.3Or farò, col trattar falce o bipenne,
21.4Spesso a terra piegar quercia silvestra;
21.5E se plettro canoro indarno tenne,
21.6Rastri e vomeri omai tratti la destra.
21.7Formerò, di scrittor fatto bifolco,
21.8Come già il verso in carte, in terra il solco.
22.1E se, sciolto d'Amore, amar pur voglio,
22.2Amerò ninfa semplicetta e scalza,
22.3Che non cede in beltà, cede in orgoglio
22.4A lei, ch'altrui s'inchina, a me s'inalza.
22.5Questa, s'ode il mio canto o 'l mio cordoglio,
22.6Fida mi seguirà di balza in balza:
22.7La fede, che vuol pari al cor le fronti,
22.8Morta ne le città, vive tra' monti.
23.1Così stringendo Amor nodo secondo,
23.2Nodo che prima ordì, rompe o dissolve;
23.3E quella rota che m'opprime al fondo
23.4Alto mi porterà mentre si volve.
23.5Cangerà il tempo, che pur cangia il mondo,
23.6La guerra in pace e la mia fiamma in polve.
23.7Penserò di me stesso e non d'altrui,
23.8E in me solo vivrò, s'io vissi in dui.
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