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1.1"Chi è costui che 'l nostro monte cerchia
1.2prima che morte li abbia dato il volo,
1.3e apre li occhi a sua voglia e coverchia?".
2.1"Non so chi sia, ma so ch'e' non è solo:
2.2domandal tu che più li t'avvicini,
2.3e dolcemente, sì che parli, acco'lo".
3.1Così due spirti, l'uno a l'altro chini,
3.2ragionavan di me ivi a man dritta;
3.3poi fer li visi, per dirmi, supini;
4.1e disse l'uno: "O anima che fitta
4.2nel corpo ancora inver' lo ciel ten vai,
4.3per carità ne consola e ne ditta
5.1onde vieni e chi se'; ché tu ne fai
5.2tanto maravigliar de la tua grazia,
5.3quanto vuol cosa che non fu più mai".
6.1E io: "Per mezza Toscana si spazia
6.2un fiumicel che nasce in Falterona,
6.3e cento miglia di corso nol sazia.
7.1Di sovr'esso rech'io questa persona:
7.2dirvi ch'i' sia, saria parlare indarno,
7.3ché 'l nome mio ancor molto non suona".
8.1"Se ben lo 'ntendimento tuo accarno
8.2con lo 'ntelletto", allora mi rispuose
8.3quei che diceva pria, "tu parli d'Arno".
9.1E l'altro disse lui: "Perché nascose
9.2questi il vocabol di quella riviera,
9.3pur com'om fa de l'orribili cose?".
10.1E l'ombra che di ciò domandata era,
10.2si sdebitò così: "Non so; ma degno
10.3ben è che 'l nome di tal valle pèra;
11.1ché dal principio suo, ov'è sì pregno
11.2l'alpestro monte ond'è tronco Peloro,
11.3che 'n pochi luoghi passa oltra quel segno,
12.1infin là 've si rende per ristoro
12.2di quel che 'l ciel de la marina asciuga,
12.3ond'hanno i fiumi ciò che va con loro,
13.1vertù così per nimica si fuga
13.2da tutti come biscia, o per sventura
13.3del luogo, o per mal uso che li fruga:
14.1ond'hanno sì mutata lor natura
14.2li abitator de la misera valle,
14.3che par che Circe li avesse in pastura.
15.1Tra brutti porci, più degni di galle
15.2che d'altro cibo fatto in uman uso,
15.3dirizza prima il suo povero calle.
16.1Botoli trova poi, venendo giuso,
16.2ringhiosi più che non chiede lor possa,
16.3e da lor disdegnosa torce il muso.
17.1Vassi caggendo; e quant'ella più 'ngrossa,
17.2tanto più trova di can farsi lupi
17.3la maladetta e sventurata fossa.
18.1Discesa poi per più pelaghi cupi,
18.2trova le volpi sì piene di froda,
18.3che non temono ingegno che le occùpi.
19.1Né lascerò di dir perch'altri m'oda;
19.2e buon sarà costui, s'ancor s'ammenta
19.3di ciò che vero spirto mi disnoda.
20.1Io veggio tuo nepote che diventa
20.2cacciator di quei lupi in su la riva
20.3del fiero fiume, e tutti li sgomenta.
21.1Vende la carne loro essendo viva;
21.2poscia li ancide come antica belva;
21.3molti di vita e sé di pregio priva.
22.1Sanguinoso esce de la trista selva;
22.2lasciala tal, che di qui a mille anni
22.3ne lo stato primaio non si rinselva".
23.1Com'a l'annunzio di dogliosi danni
23.2si turba il viso di colui ch'ascolta,
23.3da qual che parte il periglio l'assanni,
24.1così vid'io l'altr'anima, che volta
24.2stava a udir, turbarsi e farsi trista,
24.3poi ch'ebbe la parola a sé raccolta.
25.1Lo dir de l'una e de l'altra la vista
25.2mi fer voglioso di saper lor nomi,
25.3e dimanda ne fei con prieghi mista;
26.1per che lo spirto che di pria parlòmi
26.2ricominciò: "Tu vuo' ch'io mi deduca
26.3nel fare a te ciò che tu far non vuo'mi.
27.1Ma da che Dio in te vuol che traluca
27.2tanto sua grazia, non ti sarò scarso;
27.3però sappi ch'io fui Guido del Duca.
28.1Fu il sangue mio d'invidia sì rïarso,
28.2che se veduto avesse uom farsi lieto,
28.3visto m'avresti di livore sparso.
29.1Di mia semente cotal paglia mieto;
29.2o gente umana, perché poni 'l core
29.3là 'v'è mestier di consorte divieto?
30.1Questi è Rinier; questi è 'l pregio e l'onore
30.2de la casa da Calboli, ove nullo
30.3fatto s'è reda poi del suo valore.
31.1E non pur lo suo sangue è fatto brullo,
31.2tra 'l Po e 'l monte e la marina e 'l Reno,
31.3del ben richesto al vero e al trastullo;
32.1ché dentro a questi termini è ripieno
32.2di venenosi sterpi, sì che tardi
32.3per coltivare omai verrebber meno.
33.1Ov'è 'l buon Lizio e Arrigo Mainardi?
33.2Pier Traversaro e Guido di Carpigna?
33.3Oh Romagnuoli tornati in bastardi!
34.1Quando in Bologna un Fabbro si ralligna?
34.2quando in Faenza un Bernardin di Fosco,
34.3verga gentil di picciola gramigna?
35.1Non ti maravigliar s'io piango, Tosco,
35.2quando rimembro, con Guido da Prata,
35.3Ugolin d'Azzo che vivette nosco,
36.1Federigo Tignoso e sua brigata,
36.2la casa Traversara e li Anastagi
36.3(e l'una gente e l'altra è diretata),
37.1le donne e ' cavalier, li affanni e li agi
37.2che ne 'nvogliava amore e cortesia
37.3là dove i cuor son fatti sì malvagi.
38.1O Bretinoro, ché non fuggi via,
38.2poi che gita se n'è la tua famiglia
38.3e molta gente per non esser ria?
39.1Ben fa Bagnacaval, che non rifiglia;
39.2e mal fa Castrocaro, e peggio Conio,
39.3che di figliar tai conti più s'impiglia.
40.1Ben faranno i Pagan, da che 'l demonio
40.2lor sen girà; ma non però che puro
40.3già mai rimagna d'essi testimonio.
41.1O Ugolin de' Fantolin, sicuro
41.2è 'l nome tuo, da che più non s'aspetta
41.3chi far lo possa, tralignando, scuro.
42.1Ma va via, Tosco, omai; ch'or mi diletta
42.2troppo di pianger più che di parlare,
42.3sì m'ha nostra ragion la mente stretta".
43.1Noi sapavam che quell'anime care
43.2ci sentivano andar; però, tacendo,
43.3facëan noi del cammin confidare.
44.1Poi fummo fatti soli procedendo,
44.2folgore parve quando l'aere fende,
44.3voce che giunse di contra dicendo:
45.1"Anciderammi qualunque m'apprende";
45.2e fuggì come tuon che si dilegua,
45.3se sùbito la nuvola scoscende.
46.1Come da lei l'udir nostro ebbe triegua,
46.2ed ecco l'altra con sì gran fracasso,
46.3che somigliò tonar che tosto segua:
47.1"Io sono Aglauro che divenni sasso";
47.2e allor, per ristrignermi al poeta,
47.3in destro feci, e non innanzi, il passo.
48.1Già era l'aura d'ogne parte queta;
48.2ed el mi disse: "Quel fu 'l duro camo
48.3che dovria l'uom tener dentro a sua meta.
49.1Ma voi prendete l'esca, sì che l'amo
49.2de l'antico avversaro a sé vi tira;
49.3e però poco val freno o richiamo.
50.1Chiamavi 'l cielo e 'ntorno vi si gira,
50.2mostrandovi le sue bellezze etterne,
50.3e l'occhio vostro pur a terra mira;
51.1onde vi batte chi tutto discerne".
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