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1.1Di pari, come buoi che vanno a giogo,
1.2m'andava io con quell'anima carca,
1.3fin che 'l sofferse il dolce pedagogo.
2.1Ma quando disse: "Lascia lui e varca;
2.2ché qui è buono con l'ali e coi remi,
2.3quantunque può, ciascun pinger sua barca";
3.1dritto sì come andar vuolsi rife'mi
3.2con la persona, avvegna che i pensieri
3.3mi rimanessero e chinati e scemi.
4.1Io m'era mosso, e seguia volontieri
4.2del mio maestro i passi, e amendue
4.3già mostravam com'eravam leggeri;
5.1ed el mi disse: "Volgi li occhi in giùe:
5.2buon ti sarà, per tranquillar la via,
5.3veder lo letto de le piante tue".
6.1Come, perché di lor memoria sia,
6.2sovra i sepolti le tombe terragne
6.3portan segnato quel ch'elli eran pria,
7.1onde lì molte volte si ripiagne
7.2per la puntura de la rimembranza,
7.3che solo a' pïi dà de le calcagne;
8.1sì vid'io lì, ma di miglior sembianza
8.2secondo l'artificio, figurato
8.3quanto per via di fuor del monte avanza.
9.1Vedea colui che fu nobil creato
9.2più ch'altra creatura, giù dal cielo
9.3folgoreggiando scender, da l'un lato.
10.1Vedëa Brïareo, fitto dal telo
10.2celestïal giacer, da l'altra parte,
10.3grave a la terra per lo mortal gelo.
11.1Vedea Timbreo, vedea Pallade e Marte,
11.2armati ancora, intorno al padre loro,
11.3mirar le membra d'i Giganti sparte.
12.1Vedea Nembròt a piè del gran lavoro
12.2quasi smarrito, e riguardar le genti
12.3che 'n Sennaàr con lui superbi fuoro.
13.1O Nïobè, con che occhi dolenti
13.2vedea io te segnata in su la strada,
13.3tra sette e sette tuoi figliuoli spenti!
14.1O Saùl, come in su la propria spada
14.2quivi parevi morto in Gelboè,
14.3che poi non sentì pioggia né rugiada!
15.1O folle Aragne, sì vedea io te
15.2già mezza ragna, trista in su li stracci
15.3de l'opera che mal per te si fé.
16.1O Roboàm, già non par che minacci
16.2quivi 'l tuo segno; ma pien di spavento
16.3nel porta un carro, sanza ch'altri il cacci.
17.1Mostrava ancor lo duro pavimento
17.2come Almeon a sua madre fé caro
17.3parer lo sventurato addornamento.
18.1Mostrava come i figli si gittaro
18.2sovra Sennacherìb dentro dal tempio,
18.3e come, morto lui, quivi il lasciaro.
19.1Mostrava la ruina e 'l crudo scempio
19.2che fé Tamiri, quando disse a Ciro:
19.3"Sangue sitisti, e io di sangue t'empio".
20.1Mostrava come in rotta si fuggiro
20.2li Assiri, poi che fu morto Oloferne,
20.3e anche le reliquie del martiro.
21.1Vedeva Troia in cenere e in caverne;
21.2o Ilï¢n, come te basso e vile
21.3mostrava il segno che lì si discerne!
22.1Qual di pennel fu maestro o di stile
22.2che ritraesse l'ombre e ' tratti ch'ivi
22.3mirar farieno uno ingegno sottile?
23.1Morti li morti e i vivi parean vivi:
23.2non vide mei di me chi vide il vero,
23.3quant'io calcai, fin che chinato givi.
24.1Or superbite, e via col viso altero,
24.2figliuoli d'Eva, e non chinate il volto
24.3sì che veggiate il vostro mal sentero!
25.1Più era già per noi del monte vòlto
25.2e del cammin del sole assai più speso
25.3che non stimava l'animo non sciolto,
26.1quando colui che sempre innanzi atteso
26.2andava, cominciò: "Drizza la testa;
26.3non è più tempo di gir sì sospeso.
27.1Vedi colà un angel che s'appresta
27.2per venir verso noi; vedi che torna
27.3dal servigio del dì l'ancella sesta.
28.1Di reverenza il viso e li atti addorna,
28.2sì che i diletti lo 'nvïarci in suso;
28.3pensa che questo dì mai non raggiorna!".
29.1Io era ben del suo ammonir uso
29.2pur di non perder tempo, sì che 'n quella
29.3materia non potea parlarmi chiuso.
30.1A noi venìa la creatura bella,
30.2biancovestito e ne la faccia quale
30.3par tremolando mattutina stella.
31.1Le braccia aperse, e indi aperse l'ale;
31.2disse: "Venite: qui son presso i gradi,
31.3e agevolemente omai si sale.
32.1A questo invito vegnon molto radi:
32.2o gente umana, per volar sù nata,
32.3perché a poco vento così cadi?".
33.1Menocci ove la roccia era tagliata;
33.2quivi mi batté l'ali per la fronte;
33.3poi mi promise sicura l'andata.
34.1Come a man destra, per salire al monte
34.2dove siede la chiesa che soggioga
34.3la ben guidata sopra Rubaconte,
35.1si rompe del montar l'ardita foga
35.2per le scalee che si fero ad etade
35.3ch'era sicuro il quaderno e la doga;
36.1così s'allenta la ripa che cade
36.2quivi ben ratta da l'altro girone;
36.3ma quinci e quindi l'alta pietra rade.
37.1Noi volgendo ivi le nostre persone,
37.2"Beati pauperes spiritu!" voci
37.3cantaron sì, che nol diria sermone.
38.1Ahi quanto son diverse quelle foci
38.2da l'infernali! ché quivi per canti
38.3s'entra, e là giù per lamenti feroci.
39.1Già montavam su per li scaglion santi,
39.2ed esser mi parea troppo più lieve
39.3che per lo pian non mi parea davanti.
40.1Ond'io: "Maestro, dì, qual cosa greve
40.2levata s'è da me, che nulla quasi
40.3per me fatica, andando, si riceve?".
41.1Rispuose: "Quando i P che son rimasi
41.2ancor nel volto tuo presso che stinti,
41.3saranno, com'è l'un, del tutto rasi,
42.1fier li tuoi piè dal buon voler sì vinti,
42.2che non pur non fatica sentiranno,
42.3ma fia diletto loro esser sù pinti".
43.1Allor fec'io come color che vanno
43.2con cosa in capo non da lor saputa,
43.3se non che ' cenni altrui sospecciar fanno;
44.1per che la mano ad accertar s'aiuta,
44.2e cerca e truova e quello officio adempie
44.3che non si può fornir per la veduta;
45.1e con le dita de la destra scempie
45.2trovai pur sei le lettere che 'ncise
45.3quel da le chiavi a me sovra le tempie:
46.1a che guardando, il mio duca sorrise.
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