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1.1Alma reale e di maggior impero
1.2degna di quel che 'l largo ciel t'ha dato,
1.3che con la tua virtute avanzi gli anni
1.4e rendi, a' tempi nostri, al mondo ingrato
1.5l'antiche usanze del secol primiero,
1.6in cui vivean le genti senza inganni,
1.7ecco che, per te sol, tanti suoi danni
1.8spera saldar non pur l'Europa afflitta,
1.9ma l'Asia e l'arenosa Affrica ancora,
1.10perché convien che, senza far dimora,
1.11la tua mano, a' nemici sempre invitta,
1.12s'armi di ferro e scritta
1.13porti nel cor la caritade accesa,
1.14onde vincer potrai sì onesta impresa.
1.15Forse, per grazia, quel Signor benigno
1.16che, per noi ripossar, se stesso volle
1.17affannar sì che 'l proprio sangue sparse,
1.18gli occhi volge pietosi al sacro colle,
1.19dove pregò per quel popol maligno,
1.20che 'l pose in croce, e de l'amor nostr'arse.
1.21Ond'or nel sacro tuo petto, in cui sparse
1.22son le sue sante e ardenti fiamme, spira
1.23la vendetta, ch' omai non cerca indugio.
1.24Così Dio ne soccorre, né refugio
1.25s' aspett' altronde al danno, onde s'adira
1.26Europa e ne sospira.
1.27E così fia nel mondo opra non vile
1.28un pastor solamente e un ovile.
1.29La buona gente, e a te fedel, di Spagna,
1.30che t'ha già dato in mille parti onore,
1.31e 'l buon popol di Marte, ov'ancor morto
1.32non è l'antico e gemino valore,
1.33l'insegne felicissime accompagna,
1.34et il Tedesco, a viver poco accorto,
1.35che qual legno che i venti sprezza in porto,
1.36non curando de' colpi acerbi e rei,
1.37st' a le percosse de' nemici saldo,
1.38dietro ti corre ancor ardito e baldo.
1.39Dunque ora è 'l tempo e tu conoscer dei
1.40che destinato sei
1.41a sì grand'opra e, senz'altrui consigli,
1.42che convien per Gesù la lancia pigli.
1.43Quel che da Pella a gl'Indi gran paese
1.44correndo vinse, infin che 'l regno tolse
1.45de' Persi al successor d'Occo e l'uccise,
1.46come sua sorte alfin contraria volse,
1.47mover ti deve a così giuste offese.
1.48E tu ancor dei, cui tanto si commise,
1.49là por lo scettro, ov'altri 'l ferro mise
1.50e farti Imperador de l'Orïente.
1.51A te conviene, che i miglior correggi,
1.52strane genti frenar, por giuste leggi.
1.53Né 'l danno de le navi e de la gente,
1.54ch'avesti ora in Ponente,
1.55dal pensier ti distorni, ché Dio suole
1.56percuoter prima un ch' essaltar poi vuole.
1.57Pon mente al gran Profeta che, deposta
1.58l'usata verga e i fior sdegnando e l'erbe,
1.59di corona real s'ornò la chioma.
1.60E vedrai ben quante percosse acerbe
1.61ebbe da Dio, cui nulla cosa è ascosta
1.62e quanta gente alfin fu da lui doma.
1.63Sovente ancora il nostro capo, Roma,
1.64quando di perder più temea sua gloria,
1.65nel periglio maggior, maggior virtute
1.66mostrando, ricovrò la sua salute.
1.67Che dunque hai da sperar, se non vittoria
1.68degna d'eterna istoria,
1.69da quel Signore, che 'l tuo affanno lieve
1.70ristorerà con l'altrui danno greve?
1.71Se pietà ti commosse a rinvestire
1.72il Re di Libia del perduto regno,
1.73ponendo a sì gran rischio la persona
1.74e l'avere e gli amici e il sostegno
1.75di quei, che correan pur teco a morire,
1.76assai più giustamente ora ti sprona,
1.77oltre la fama che di te risuona
1.78in ogni parte di cortese e pio,
1.79l'amor di Cristo a porre in libertate
1.80tante misere genti battezzate,
1.81le quai t'aspettan con sì gran desio.
1.82E se con teco è Dio
1.83contra 'l tiranno, che 'n sue forze spera,
1.84temer non dei de la contraria schiera.
1.85Il buon Leon, che la terribil cena
1.86nel duro prandio a suoi compagni offerse,
1.87con pochi a molti armati il passo tenne,
1.88che menò per passar in Grecia Xerse.
1.89E quel d'Atene, che scamparne a pena
1.90devea, contra di Dario si sostenne,
1.91tal che metter gli fece al fuggir penne.
1.92E non pur questi essempi intera palma
1.93te ne prometton, ma molt'altri assai,
1.94che tu ancor letti e ascoltati avrai.
1.95Onde a Dio ti conviene inchinar l'alma,
1.96che di sì ricca salma
1.97gravato t'have, e ringraziarlo molto,
1.98che ti concede quel ch'agli altri ha tolto.
1.99Canzon, nata di sdegno, in mezzo l'arme,
1.100nudrita d'un pensier di pace avaro,
1.101vanne a colui, ch'a giusta impresa inviti.
1.102A' piè t'inchina e di' che gli smarriti
1.103servi del buon Gesù senza riparo
1.104pregan che gli sia caro
1.105tôrre al fero Ottoman la santa terra.
1.106Poi va gridando, guerra, guerra, guerra.
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