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Alla Natività del Signore

Ode

PoeTree.it

1.1Era l'aspra stagione
1.2Ch'incatena la fonte, inceppa il fiume,
1.3E rigore a le membra et ozio apporta.
1.4Mormorava Aquilone,
1.5Ch'a l'eolia spelonca apre la porta,
1.6E de l'artica face adombra il lume.
1.7Uscia di nevi armato in campo altiero
1.8L'iperboreo guerriero,
1.9E crollando con impeto le selve,
1.10Fea tremar di paura uomini e belve.
2.1Quando l'ebrea donzella,
2.2Che nel grembo chiudea l'Autor del mondo,
2.3Per le rupi giudee facea camino.
2.4Va tributaria ancella
2.5Per ubidir l'imperador latino,
2.6Ch'allor reggea de l'universo il pondo;
2.7Per inospiti vie l'ore trapassa
2.8E travagliata e lassa,
2.9Senza trovar nel viaggiar riposo;
2.10Seco al fianco venia l'amato sposo.
3.1Ma dopo lunghi affanni
3.2Sostenuti in andar, la coppia umile
3.3Cerca dar posa al piè, ristoro al petto.
3.4Scosso e roso dagli anni
3.5Scorge un povero albergo, un rozzo tetto,
3.6Ch'è di vili giumenti antro e covile.
3.7Mostra d'ellera torta il sasso duro
3.8Incortinato il muro,
3.9E fa veder de' pavimenti a scorno
3.10Di sue rustiche paglie il suolo adorno.
4.1In tal rozza dimora
4.2Cerca trovar riparo incontro al verno,
4.3Dopo lungo patir per duro calle.
4.4Qui la mistica Aurora
4.5Di notte partorisce il Sole eterno.
4.6Giace il Re delle stelle entro le stalle;
4.7Si restringe l'Immenso in breve sito,
4.8Termine ha l'Infinito,
4.9L'Impassibil patisce, e in poche fasce
4.10L'Increato e l'Eterno in tempo nasce.
5.1Sospirosa e pensosa,
5.2Ricorre al ciel Maria col cor rivolto,
5.3E de l'inopia sua chiede consiglio.
5.4Ne la pietà dubbiosa
5.5Non sa dove posar l'ignudo Figlio;
5.6Troppo frale difesa è il fieno incolto,
5.7Troppo il verno risorge armato e crudo.
5.8Per non vederlo ignudo,
5.9Si scioglie da la testa il bianco velo
5.10E ne forma la fascia al Re del cielo.
6.1E voi, superbi e folli,
6.2Di tanta povertà non arrossite?
6.3Voi che seriche fasce e sculti legni,
6.4Che letti agiati e molli
6.5Prestate ai vostri pargoletti pegni,
6.6Far tanto fasto ambiziosi ardite?
6.7E 'l gran Re di Natura a giacer prende
6.8Dentro lacere bende?
6.9Ahi, quanto duro è il cor che non si frange
6.10E intenerito da pietà non piange!
7.1Quel Monarca immortale,
7.2Che 'n su l'Olimpo in maestà risiede
7.3E calca sotto i piè la Luna e 'l Sole,
7.4Ch'inegualmente eguale
7.5Tempra questa del ciel rotante mole,
7.6Giacer dentro un tugurio oggi si vede.
7.7Non trova ai sonni suoi morbida piuma;
7.8Fra il rigor de la bruma,
7.9Prima ch'ad altra età più ferma passi,
7.10S'avvezza infante a dimorar tra sassi.
8.1Chi di vario colore,
8.2Chi di piume vestio gli augelli alati,
8.3Per coprirsi or non ha fasce conteste:
8.4Trema di freddo algore
8.5Chi sfavilla d'amor puro e celeste.
8.6Riscaldatelo voi, spirti beati.
8.7Spìccati di là su dal proprio loco,
8.8Velocissimo foco,
8.9E con dolce virtù, fervida e calda,
8.10Al Bambino Signor le membra scalda.
9.1Dentro povera culla
9.2Il gran Verbo divin balbo vagisce,
9.3E del ciel l'allegrezza in terra geme.
9.4O sacrata fanciulla,
9.5Chi può dir la pietà che 'l cor ti preme,
9.6Mentre in mezzo al rigor che 'l verno unisce,
9.7Il tuo picciolo pegno esposto miri?
9.8Mi rispondi e sospiri:
9.9“Fagli cuna del petto, or che ti lece;
9.10Per capir nel tuo cor, picciol si fece.
10.1Non temer di sua mano,
10.2Che dal ciel fulminò gli empi Giganti,
10.3Onde il Baratro ancor fuma e sfavilla.
10.4Pargoletto et umano,
10.5Ha 'l mio tenero parto alma tranquilla,
10.6Vieni al volto di lui sicuro avanti;
10.7Ei punirti non può, quantunque voglia:
10.8In sì candida spoglia
10.9Ha ligate le man, ligati i piedi;
10.10Prigionier tra le fasce oggi no 'l vedi?”.
11.1Ma ligato et avvinto
11.2Da l'antico servaggio il mondo scioglie,
11.3Che di rigida morte era seguace.
11.4E vincitor, non vinto,
11.5Porta guerra a l'Inferno, a l'uomo pace;
11.6Gigantesco vigor Bambino accoglie
11.7E ne la povertà trionfa invitto;
11.8Mansueto et afflitto,
11.9Tal signoria, tal maestà riserba,
11.10Che si fa d'un presepe aula superba.
12.1Ceda l'alta vittoria
12.2Ch'Alcide riportò con man di latte,
12.3Strangolando le serpi acerbo infante,
12.4A la palma, a la gloria,
12.5Onde il nato Messia trionfa amante.
12.6Ei l'Inferno e la morte a terra abbatte,
12.7E sul terreno a superar s'avvezza
12.8Dei disagi l'asprezza,
12.9Assai più che non fece Ercol riposto
12.10Su lo scudo paterno al vento esposto.
13.1Cangia stato Natura,
13.2Muta gli ordini suoi l'ampio universo,
13.3Corre balsamo il rivo e latte il fonte;
13.4Sparsa d'alma verdura
13.5Si rinova la terra et orna il monte,
13.6E di freschi smeraldi intorno asperso,
13.7Sembra un Argo fiorito il colle aprico;
13.8Sorta dal cespo antico,
13.9Per vagheggiar l'inaspettata festa,
13.10Stupefatta la rosa alza la testa.
14.1Rota sferica lampa,
14.2Vicesol de la notte oggi la luna:
14.3Dissipate le nubi e l'ombre rotte,
14.4Così fulgida avvampa
14.5Che fa dubbio ad altrui s'è giorno o notte.
14.6Eserciti di stelle in campo aduna,
14.7E con pennel di luminoso argento
14.8Geminando ornamento,
14.9Come vago pittor che 'n tela finge,
14.10A la bianca allegrezza il manto pinge.
15.1Luminoso corriero,
15.2Che le glorie di Dio narra col canto,
15.3Dal Paradiso invia l'alto Monarca;
15.4Più che 'l vento leggiero
15.5Con auree piume il ciel rapido varca;
15.6Il baleno, il pensier veloce tanto
15.7Nel suo corso non è; scorre i cristalli
15.8Giù per gli eterei calli,
15.9E nel passar che fa, pomposo e grande,
15.10Di qua raggi e di là semina e spande.
16.1Vigilavano a punto
16.2Gli abitator de' palestini campi,
16.3Che cura avean di custodir le greggi,
16.4Quando apparve in un punto
16.5L'alato messaggier de' sommi seggi;
16.6Stupìo ciascun vedendo i sacri lampi,
16.7Si smarrì, s'abbagliò, muto divenne,
16.8Et ei su l'auree penne
16.9Bilanciandosi in aria e in mezzo i venti
16.10Fe' le nubi sonar con questi accenti:
17.1“Animi semplicetti,
17.2Sollevate le menti, alzate i cori;
17.3Giunta al fin del desio la speme ergete,
17.4A gran ventura eletti
17.5In tal secolo d'or dal ciel voi siete;
17.6Siano lungi da voi dubbi timori,
17.7Gloria, pace, allegrezza a voi riporto;
17.8Sù, prendete conforto:
17.9Da le genti il Messia tanto aspettato
17.10Per condurvi a le stelle in terra è nato”.
18.1Sì disse, e poi veloce
18.2Si dileguò con invisibil volo
18.3Per li campi del ciel vaghi et immensi.
18.4A l'angelica voce
18.5Resta attonito il cor, stupido i sensi
18.6De la rustica gente il fido stuolo.
18.7E già per adorar lieto s'invia
18.8Il Bambino Messia;
18.9Già fa sentir ne l'allegrezza arguti
18.10Flauti, naccheri, pive, arpe e leuti.
19.1Giunto a l'umil capanna,
19.2Ove Dio pargoleggia in mezzo al fieno,
19.3Devoto ogni pastor chino l'adora;
19.4Chi gli offre miel, chi manna,
19.5Chi lo bacia e lusinga e stringe in seno,
19.6Chi canta al sonno suo nenia canora,
19.7Chi da la greggia porta un bianco agnello,
19.8Chi dona un pinto augello,
19.9E chi tal povertà mira e discopre,
19.10Che si spoglia la veste e Dio ne copre.
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