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Ode

PoeTree.it

1.1Che fai tu, pigro Amor, che, destro e sciolto,
1.2A la bella Artemisia or non t'invii?
1.3E se la madre tua trovar desii,
1.4Va', che la trovarai nel suo bel volto.
2.1Meraviglia e stupor reca a ciascuno
2.2Questa bella fra noi donna latina;
2.3Chi l'alta sua beltà mira divina,
2.4Rimira Citerea, Pallade e Giuno.
3.1O con che belle et ingegnose dita
3.2Tratta del suo pennel l'alto valore:
3.3Senso infonde a le tele, alma al colore,
3.4Luce a l'ombra riporta, ai morti vita.
4.1Corse più d'un eroe, stupido e attento,
4.2L'opre a mirar de la sua dotta mano.
4.3E 'l brittanico re sin da lontano
4.4Tributo ai merti suoi mandò d'argento.
5.1Peregrina leggiadra in Adria venne,
5.2Già nove glorie a procacciar rivolta,
5.3E da' veneti eroi cortese accolta,
5.4Di mille e mille cor dominio ottenne.
6.1Pur ne l'Arno famoso il tosco Duce,
6.2Ch'imperioso in su l'Etruria siede,
6.3Ne le regie sue stanze albergo diede
6.4A sì famosa e peregrina luce.
7.1Fortunato colui ch'ottenne in sorte
7.2Pittura di sue man nobili e rare,
7.3Che qual novo Palladio, ovunque appare,
7.4Fa per tema fuggir l'orrida morte.
8.1Ogni opra di sua man sì bella espressa,
8.2Finta no, ma vivace, e vive e spira:
8.3Passo et atto non move, occhio non gira,
8.4Ch'immota stassi a contemplar se stessa.
9.1Lasciano Citerea gli alati Amori,
9.2Per ubbidirla ancor ministri intenti,
9.3E sovra pietre candide e lucenti
9.4Sudano stanchi a macinar colori.
10.1Or vola al ricco albergo, ove soletta
10.2Costei risiede in maestà gentile;
10.3Pria riverente a lei t'inchina umile,
10.4E poi de' cenni suoi l'imperio aspetta.
11.1Deh! fanciullo gentil, se mille e mille
11.2Brami aver poi da me lusinghe e baci,
11.3Fra mille amplessi del mio cor tenaci,
11.4Queste voci in mio nome oggi tu dille:
12.1“O de l'alma pittura unico pregio,
12.2Degna del più purgato e fino inchiostro,
12.3De le donne più belle altero mostro,
12.4De le Grazie più scelte unico fregio,
13.1Quel tuo fedel che con la lira al collo
13.2Canta del nome tuo la gloria illustre,
13.3Vuol che nel colorir, saggia et industre,
13.4Su la tela dipinghi il biondo Apollo.
14.1Pingi quel dio che ti somiglia tanto,
14.2A la luce degli occhi, al crine biondo,
14.3Che dà legge a le sfere e lume al mondo,
14.4Che dà numero al verso, anima al canto.
15.1Non con quell'atto bellicoso e forte,
15.2Di faretra sonante il fianco armato,
15.3Allor che fe' nel gran Pitone alato
15.4Con acute saette entrar la morte.
16.1Né come è sopra il ciel lucente auriga,
16.2Di fiammelle e di raggi il capo adorno,
16.3Allor ch'al mondo apportator del giorno,
16.4Va guidando là su l'aurea quadriga.
17.1Né d'Ameto pastor rozzo di spoglia,
17.2Ch'in cambio de la cetra usi la piva,
17.3E pascendo d'Anfriso in su la riva,
17.4La sampogna risuoni e 'l gregge accoglia.
18.1Né come si guardò, fervido amante,
18.2Fuggitiva seguir Ninfa gioconda,
18.3Che giunta appresso a la tessalic'onda,
18.4Trasformata in allor, fermò le piante.
19.1Ma guerriero pacifico e concorde,
19.2Su la manca mammella appoggi il legno,
19.3E con espresso e manifesto segno
19.4Mostri ferir, mostri animar le corde.
20.1Sopra il collo elevato il biondo crine
20.2Scioglia in crespi volumi, in auree anella.
20.3Abbia tenera guancia, e mostri in quella
20.4Tra giovine e fanciullo età confine.
21.1Ma se forse non puoi la forma espressa
21.2Di quel nume veder, sacro e divino,
21.3Mirati ne lo specchio, e poi nel lino
21.4Col tuo vago pennel pingi te stessa.
22.1Ministro ufficioso essendo io teco,
22.2La benda mi torrò ch'agli occhi porto,
22.3Per veder come pingi in atto accorto,
22.4Ma temo poi di non restar più cieco.
23.1Su la faretra mia distendi avanti,
23.2Ingegnosa maestra, i minii tuoi;
23.3E se 'l licor per temperarli vuoi,
23.4Lagrime ti darò di mille amanti.
24.1Se stanca ti vedrò nel bel lavoro
24.2Sudori distillar di vivo argento,
24.3Io dolce svegliarò subito il vento,
24.4Col ventilar de le mie piume d'oro.
25.1Se colori desii forse immortali,
25.2Per rubarli a l'Aurora, andrò nel cielo;
25.3Se ti mancano tele, eccoti il velo,
25.4Se tu brami pennelli, eccoti l'ali”.
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