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Si raccontano i funesti avvenimenti che cagionò ne' tempi nostri l'incendio del Vesuvio

Ode

PoeTree.it

1.1Sorge in aria tonante
1.2Dopo tant'anni a riveder la luce
1.3Furioso Gigante,
1.4Ribello al ciel, vittorioso duce,
1.5E fosco inalza e nubiloso intorno
1.6Sul monte un monte, e su le corna un corno.
2.1Squarcia il fianco materno,
2.2Qual troppo angusta al suo furor misura;
2.3E sdegnando l'Inferno,
2.4Si fa spiraglio ad esalar l'arsura,
2.5E manda fuor da le sue rotte vene
2.6Sulfurei sassi et infocate arene.
3.1Ei superbo fremendo,
3.2Antico autor di temerarie prove,
3.3Va sui turbini orrendo
3.4A farsi il trono ove l'imperio ha Giove.
3.5E con quell'armi onde fu spento e spinto,
3.6Mostrar si vuol più vincitor che vinto.
4.1Cinto d'orbi tonanti,
4.2Emulator de le guerriere moli,
4.3Va per gradi fumanti
4.4Scalando i cieli e sormontando i poli;
4.5Et acciecando al bel pianeta i lumi,
4.6Nubi a nubi radoppia, e fumi a fumi.
5.1Mille timpani accoglie,
5.2E mille trombe ei mormorando suona,
5.3Mille furie discioglie,
5.4E “guerra, guerra” ogni sua valle intuona;
5.5E mentre il tempo a la battaglia assegna,
5.6Dentro i nuvoli suoi spiega l'insegna.
6.1Giunge zuffa con zuffa,
6.2E per molto gridar mormora roco,
6.3Mugge, strepita e sbuffa
6.4Da la gola fumante aure di foco;
6.5E per furor, ch'ha nel vedersi oppresso,
6.6Fra le ceneri sue rode se stesso.
7.1Scuote il giogo del collo,
7.2Impaziente più di star sotterra,
7.3E con rapido crollo
7.4Fa negli empiti suoi tremar la terra;
7.5E fin nel centro ove l'imperio ha fisso,
7.6Scatenando le furie, apre l'abisso.
8.1Rompe audace ogni freno
8.2Con improvisa e repentina scossa,
8.3E nel gravido seno
8.4Fa conquassar de la gran madre l'ossa,
8.5E come appar ne le tempeste il flutto,
8.6Va dibattendo et agitando il tutto.
9.1Mena furia diversa,
9.2E ciò ch'incontra, impetuoso inonda,
9.3Mentre prodigo versa
9.4Dal rotto fianco in più diluvi l'onda;
9.5Strano a mirar, che d'un gran monte fuore,
9.6Dove sorge la fiamma, esca l'umore.
10.1Corre giù rovinoso,
10.2Fra duri intoppi ei più gonfiando i passi;
10.3E qual toro cruccioso,
10.4Cozza e rompe in andar sassi con sassi,
10.5Le torri atterra e fa cader tra selve
10.6Pastori, armenti, agricoltori e belve.
11.1Da tanti empiti aggiunto,
11.2E da tanti urti combattuto e mosso,
11.3Cede e cade in un punto
11.4Com'onda in onda ogni edificio scosso,
11.5E nel cader coi precipizi sui
11.6Dà morte insieme e sepoltura altrui.
12.1Mira il padre Lieo
12.2Con occhi molli di stillante duolo,
12.3Miserabil trofeo,
12.4Star senza vita ogni sua vite al suolo;
12.5E mostra fuor ch'ha nel vermiglio viso
12.6Con le lagrime sue perduto il riso.
13.1Grida stupido ognuno:
13.2“Vien forse il dì de l'eternal ruina!
13.3Quando in cenere bruno
13.4Stillò mai pioggia, e gocciolò mai brina?
13.5E con qual modo imperioso e strano,
13.6Ove Bacco dimora, entra Volcano?”.
14.1Mira il torbido nembo
14.2La bella dea che la quiete adombra,
14.3E sì densa nel grembo
14.4Si trova accolta e geminata l'ombra,
14.5Che dubbia sta, mentre il suo carro invia,
14.6Se ne la terra o ne l'abisso stia.
15.1Teme, pallido in fronte,
15.2Menando il giorno, il regnator di Delo,
15.3Di cader qual Fetonte,
15.4Per tanti fumi abbargliato in cielo;
15.5E sì gran tema ha de l'incendio atroce,
15.6Che nascoso, là su fugge veloce.
16.1Bolle il salso elemento
16.2Nel suo gelato et arenoso nido,
16.3E per tema e spavento,
16.4Che li porge l'ardor, fugge dal lido;
16.5E de le pietre, che l'incendio involve,
16.6Dentro l'onda confusa arde la polve.
17.1Fin ne l'umide tane,
17.2Nei cupi fondi e ne l'ondose valli
17.3Abbrucciata rimane
17.4La muta plebe degli algosi calli;
17.5Or quando mai tal meraviglia nacque,
17.6Morir nel foco et abitar ne l'acque?
18.1Vedi misti et involti
18.2Morir coi lupi in compagnia gli agnelli;
18.3Fra il disordine accolti
18.4Guizzare i pesci ove volar gli augelli;
18.5E 'l tutto far, con lagrimabil uso,
18.6Un invoglio indistinto, un gir confuso.
19.1Quinci un piè, quindi un busto
19.2Spira fetido odor, diviso e tronco;
19.3Qui fumante, ivi adusto,
19.4Ravisi un teschio e riconosci un tronco;
19.5E battuto ogni campo et abbattuto,
19.6Par la reggia di Bacco aula di Pluto.
20.1Grida il patrio Sebeto:
20.2“Chi tant'incendio a le mie rive apporta?
20.3Sento il suolo inquieto,
20.4Sarà quest'onda or da la terra assorta?
20.5Sì, sì, schivo a la luce, orrida e bruna,
20.6Avrò la tomba, ove acquistai la cuna?
21.1Forse in polvere cade
21.2Distrutto et arso il portator del giorno!
21.3Già da l'alte contrade
21.4Mi par che piombi e che rovini intorno.
21.5Ma se cadrà di tanto incendio pieno,
21.6Come bast'io per ricettarlo in seno?
22.1Io, che povero d'onde,
22.2Sì angusto ho l'orlo e sì ristretto il vaso,
22.3Chiuderò fra due sponde
22.4Chi basta a pena a sepelir l'occaso?
22.5Potrò amorzar tanto infocato lume,
22.6Cui poco è il mar, non che bastante un fiume?”.
23.1“Deh, che miro, che scerno!”
23.2Nettuno esclama in mezzo l'onde amare,
23.3“Vedo i laghi d'Averno
23.4Precipitosi giù cader nel mare;
23.5Or quando mai fra' miei squamosi numi,
23.6Tributo ebb'io da sì bollenti fiumi?
24.1Forse il pallido Oblio
24.2Fia quel torrente in sì mortifer'onde?
24.3Mentre torbido e rio
24.4Il tosco suo col mio licor confonde?
24.5E ne' miei fusi e cristallini sali
24.6Porta ai popoli miei sonni letali?
25.1Forse il re d'Acheronte
25.2Tributi d'acque a me sì largo mena,
25.3Mentre apertosi un monte
25.4Sì grossa sbocca e sì profonda vena?
25.5O vuol communi in quest'ondose vie
25.6Le furie sue far con le furie mie?
26.1Tenta il sodo elemento
26.2Poggiar là su, per stabilirsi il loco?
26.3Vuol con novo portento
26.4Cader qua giù, per abbrucciarne, il foco?
26.5Ritorna forse in sì cangiate forme
26.6A la massa confusa il mondo informe?
27.1O pur, fievole e stanco,
27.2Il bel cultor de le dorate poma
27.3Sovra il languido fianco
27.4Soffrir non può più la stellata soma,
27.5E debil veglio in sostener la terra,
27.6Sovra tremolo piè vacilla et erra?”.
28.1“Perirete, o mortai”,
28.2Par che quel foco in mormorar ragioni.
28.3“Sù, destativi omai”,
28.4Par che rauca la terra al mondo intuoni;
28.5E mentre trema e con orror rimbomba,
28.6Par voglia a tutti apparecchiar la tomba.
29.1Resta al suolo tremante,
29.2Di calor, di color ciascuno privo;
29.3Spira a pena anelante,
29.4Immoto e muto, e semivivo il vivo;
29.5Et è così da la paura assorto,
29.6Che non sente la morte, e resta morto.
30.1Freme il volgo pensoso
30.2In su l'aprir del matutino giorno:
30.3Fra pauroso e bramoso,
30.4Va dubbio il caso esaminando intorno;
30.5E dal timor, se non dal male ucciso,
30.6Chi la morte non ha, la mostra al viso.
31.1Sorge fuor da le piume
31.2Et apre l'uscio il villanel tremando;
31.3Mira il torbido lume,
31.4E dice poi: “Qui come io venni, e quando?
31.5Mi sogno forse, o ne lo stigio Averno,
31.6Mentre solco l'Oblio, miro l'Inferno?”.
32.1Scorge l'alta rovina,
32.2Fra tanti moti, il miserello immoto:
32.3Pensa bellica mina,
32.4E vuol fuggir, ma li vien meno il moto;
32.5Ei vuol gridar, ma da timor gelato
32.6Gli vien tronca la voce e tolto il fiato.
33.1Un tumulto, un lamento,
33.2Un pianger rotto di chi langue e stride
33.3Empie ognun di spavento,
33.4Atterrisce et atterra, ange et ancide:
33.5È il foco no, che sì vorace fassi,
33.6È la pietà, che fa spezzare i sassi.
34.1Vola ardita la morte
34.2Coi voli ancor di mille incendi e mille,
34.3Pugna, intrepida e forte,
34.4Con tanti strai quante ha l'ardor faville;
34.5E 'n su l'ombrosa e rovinosa balza,
34.6Fra quelle fiamme i suoi trionfi inalza.
35.1Stringe il tenero pegno
35.2L'afflitta madre e va gridando al campo,
35.3Corre senza ritegno,
35.4S'aggira e gira e va trovando scampo;
35.5La morte fugge in fra l'arsiccie arene,
35.6Ma nel fuggirla, ad incontrarla viene.
36.1Fugge il veglio tremante,
36.2E nel fuggir va a ricader poi lasso.
36.3Fugge il giovine errante,
36.4E trova poi che gli è rinchiuso il passo.
36.5Ei dubbio sta ne l'infernal profumo;
36.6S'egli fugge l'ardor, more nel fumo.
37.1L'un con l'altro fuggendo,
37.2S'appoggia e attiene, e ne l'ardor s'affoca.
37.3Grida un misero ardendo:
37.4“Aita, aita”, e 'l suo compagno invoca.
37.5Risponde l'altro in suon dimesso e pio:
37.6“Non posso, oimè, sto ne la morte anch'io”.
38.1Ferma attonito i passi
38.2Il peregrin per le vicine strade
38.3Tra la furia de' sassi,
38.4Debitore a la morte: ei trema e cade,
38.5Cade il meschin, ma nel cader fra loro,
38.6Può dire a pena in un singhiozzo: “Io moro”.
39.1Giù precipita un figlio,
39.2Ove languido un padre arso trabocca;
39.3Cerca aita al periglio,
39.4Ma la parola poi li more in bocca.
39.5Pur moribondo, ei con paterno zelo
39.6Singhiozza e dice: “A rivederne in cielo”.
40.1“Fuggi”, grida lo sposo,
40.2Per man traendo a più poter la moglie.
40.3Ecco un turbo focoso
40.4Si spande in aria et ogni ben li toglie:
40.5Col braccio in man de la sua donna ei resta,
40.6Fra quell'ombre fumanti, ombra funesta.
41.1Grida un putto infelice,
41.2Fra la turba fugace errando insieme.
41.3“Ove sei madre?”, ei dice,
41.4“Ove sei figlio?”, ella risponde e geme.
41.5“Con cui mi lasci?”, egli soggiunge, e intanto
41.6Ella risponde: “In compagnia del pianto”.
42.1Questi va, quegli riede;
42.2Fugge l'un, fugge l'altro; un grida, un piange,
42.3Rotto il capo, arso il piede.
42.4Chi di sù, chi di giù s'affligge et ange;
42.5E fra balli di morte e di fortuna,
42.6Il caso è vario, e la tragedia è una.
43.1Ode un salvo rimaso
43.2Un che grida da lunge e dice: “Aita”.
43.3Corre al misero caso,
43.4Ma il zelo suo gli fa lasciar la vita:
43.5Solo un acquista da pietà mercede,
43.6Che 'n tante morti il suo morir non vede.
44.1Piange afflitta sorella,
44.2Squarciando l'or de le sue bionde chiome,
44.3E chiamata ancor ella,
44.4Chiamando va del suo fratello il nome.
44.5E sente, oimè, senza sperar conforto,
44.6Un grido poi che le risponde: “È morto”.
45.1Fra la polve anelante
45.2Un altro va per refrigerio a l'onda,
45.3Ma cadendo tremante
45.4Ne l'acqua no, ma ne l'arena affonda.
45.5Così riman, senza partir da un loco,
45.6Sommerso in polve et annegato in foco.
46.1Sciolta il crin, scinta il manto,
46.2Cade gravida donna al grave nembo.
46.3Muor la misera intanto
46.4Col parto acerbo et immaturo in grembo,
46.5E va tra fiamme acerbamente unite,
46.6Con una morte, a terminar due vite.
47.1Qui con avida cura
47.2Un corre al tetto a radunar gli arredi,
47.3Là tra l'onda e l'arsura
47.4Un altro giunge e se gli mira a' piedi:
47.5Ma strutti quelli e inceneriti inanzi
47.6Mira estreme reliquie, ultimi avanzi.
48.1Mentre ciascuno fugge,
48.2Si volge indietro e di dolor sospira,
48.3Urla, freme e si strugge,
48.4Perché distrutto ogni poter suo mira.
48.5Pentito riede, e fra la calca involto,
48.6Pria che morto rimanga, arde sepolto.
49.1Chi rivolto a le stelle,
49.2Accusando gli error, piange pentito.
49.3Chi d'amare novelle
49.4Vien portator ne la città smarrito.
49.5Teme e trema ciascun, confuso insieme,
49.6Chi di qua, chi di là sospira e geme.
50.1Lascia il ruvido ostello,
50.2E vien tra mura ad abitar civili
50.3Doloroso drappello
50.4Di donne afflitte e di fanciulli umili,
50.5Che nel suo scampo, travagliato e perso,
50.6Fra la turba mendica erra disperso.
51.1Stanco e rotto rimaso
51.2In sì tragico orror, la voce sciolta,
51.3Narra il vedovo caso
51.4Al cittadin, che con pietà l'ascolta;
51.5E l'egra istoria in raccontar funesta,
51.6La lingua langue e la parola arresta.
52.1Resto attonito anch'io
52.2Qual freddo sasso et insensata pietra;
52.3Già vien manco il dir mio,
52.4Già mi cade di man l'arco e la cetra:
52.5Trema il suol, mugge il mar, mutolo intanto,
52.6Dando luogo al timor, do posa al canto.
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