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Si detestano le delizie del secolo presente

Ode

PoeTree.it

1.1Giace il mondo fra lussi e l'uomo insano
1.2Rende sudditi ai sensi i propri affetti;
1.3Prezza crapole e giochi, amante vano,
1.4Veste pompe, usa lisci, ama diletti.
2.1Negli agi immersa, effeminata e folle,
2.2La pronta gioventù marcir si vede;
2.3Regna il sonno e la piuma, e l'ozio molle
2.4Su le morbide coltri a l'ombra siede.
3.1Miro l'opre e l'usanze oggi diverse
3.2Da quel secolo d'or purgato e casto;
3.3Le pelli usò chi nudità coperse,
3.4Or di serica pompa orna il suo fasto.
4.1In quel primo vagir del mondo infante,
4.2Era stanza il tugurio a l'uomo imbelle;
4.3Or da la terra emulator gigante
4.4Edifici sublimi alza a le stelle.
5.1Fa sviscerar da peregrini monti
5.2Superbo ingegno i più pregiati marmi,
5.3Per farne o logge o preziosi fonti,
5.4Che del tempo guerrier durino a l'armi.
6.1Fa ch'i suoi tetti a riguardar sì belli
6.2Siano d'arte maestra ultima prova;
6.3Novi Dedali chiama, e novi Apelli
6.4Al suo regio lavor prodigo trova.
7.1L'onda, che sprigionata un tempo apriva
7.2Da la pomice scabra argentea vena,
7.3Che senz'arte correa, purgata e viva,
7.4Tra vaghi fior per la campagna amena,
8.1Custodita e riposta oggi tra chiavi,
8.2Fa per opra de l'arte opre stupende:
8.3Con soave rumor dai piombi cavi
8.4Le regie illustri ad arricchir discende.
9.1Non più rustiche paglie, aspri fenili,
9.2Rozzi e poveri velli, ispidi stami,
9.3Ma molli sete e preziosi fili
9.4Fanno al regio suo tetto ombre e ricami.
10.1Pendono in giù per le sue logge arcate
10.2Mille d'aureo lavor tappeti industri,
10.3E ne le mura e ne le travi aurate
10.4Mille ammiri d'eroi memorie illustri.
11.1Del più famoso e nobile metallo
11.2Il suo ricco balcon cerchia sovente,
11.3E dei monti Rifei puro cristallo
11.4Fa ne le sue finestre ombra lucente.
12.1Ei gonfio il cor d'ambiziose voglie,
12.2Calcar povero suol rifiuta e sdegna;
12.3Pavimenti gemmati, aurate soglie
12.4Il suo nobile piè toccar sol degna.
13.1Nel suo morbido letto ombrando il lume
13.2Padiglione si leva alto e pomposo,
13.3E fra lini odorosi e bianche piume
13.4Presta al languido corpo agio e riposo.
14.1Vengono a esercitar musiche danze
14.2Donzellette lascive in ricca veste;
14.3Spirano arabo odor le regie stanze,
14.4E fra dolci armonie s'odono feste.
15.1Fra cancelli d'argento in aria appeso,
15.2Prigioniero giocoso il verde augello,
15.3Qui da l'India remota a lui disceso,
15.4Mille nomi ridir sa vago e bello.
16.1Mille d'argento e d'or conche e vasella
16.2Sopra candido lin prepara e spande,
16.3Ove miri in sua mensa agiata e bella
16.4Odorosi fumar cibi e vivande.
17.1Attuffato nel ghiaccio, esposto a l'oro
17.2Generoso Lieo spumante brilla,
17.3Che 'n tazza di finissimo lavoro,
17.4Con soave allegria, placido stilla.
18.1Sontuoso teatro, altera scena
18.2Di figure e di lumi erge a suo vanto,
18.3Ove ispana leggiadra il ballo mena,
18.4E marito del ballo unisce il canto.
19.1Ahi, ch'onesto rossor più non inostra
19.2In donnesca bellezza il bianco viso!
19.3Lascivetta in andar gli abiti mostra,
19.4Lussureggia nel petto, arde nel riso.
20.1De la chioma sua bionda il campo adorno
20.2Con rastrello d'avorio ara e coltiva,
20.3Poi vi semina odori, e sparge intorno
20.4Di licori sabei pioggia lasciva.
21.1A che dentro le pompe alma bellezza,
21.2E tra fregi non suoi giace sepolta?
21.3Schietta e nuda beltà via più si prezza,
21.4Tanto meno è gentil, quanto è più colta.
22.1O d'umana follia prova superba!
22.2Sa ch'ogni opra de l'arte al fin rovina,
22.3Sa che, sparsa nel Tebro, arena et erba
22.4Ricopre ancor la maestà latina.
23.1Cadde Menfi superba e Caria illustre;
23.2Cesse a l'armi del tempo Argo e Micene;
23.3E sepolta in oblio fosco e palustre
23.4Fra le nottole sue sta cieca Atene.
24.1Le piramide sue trovi, se puote,
24.2Glorioso l'Egitto e 'l Nilo altero;
24.3Troia miri le mura a pena note,
24.4Che fer sì grande il suo temuto impero.
25.1Trovi Rodo il Colosso, Efeso il tempio;
25.2Miri tumido Creso oggi il suo trono;
25.3Contro i colpi del tempo ingordo et empio,
25.4I romani trionfi ov'ora sono?
26.1A che dunque inalzar tetti eminenti,
26.2S'ogni fasto mortal rapido piomba?
26.3S'altro non resta a ricettar le genti,
26.4Ch'un freddo marmo, una funerea tomba.
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