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La rosa bianca

Ode

PoeTree.it

1.1Volate, o cigni, in su l'aonie sponde,
1.2Con franche penne a celebrar la rosa,
1.3Che biancheggiando in su le molli fronde,
1.4Fa di pura onestà mostra pomposa.
2.1Lasciate omai più di cantar quel fiore
2.2Che la madre d'Amor col sangue ha pinto,
2.3Ch'ogni sua spina in saettarvi il core,
2.4Di veleno lascivo è sparso e tinto.
3.1Questa sola è dei fior donna e reina,
3.2Di Natura e d'amor pompa e decoro,
3.3Ch'inalzando la regia entro la spina,
3.4Ha la veste d'argento e 'l capo d'oro.
4.1Con le porpore sue cedale intanto
4.2La vermiglia de' campi emula intorno:
4.3Che l'ostro suo, che le servì di vanto,
4.4Per minio poi le servirà di scorno.
5.1A la candida omai, qual serva umile,
5.2Pieghi in segno d'onor l'umida fronte,
5.3E fra il minuto popolo d'aprile
5.4Lei vagheggi Narciso e fugga il fonte.
6.1Mano audace non sia fra i lussi impura
6.2Che profani cogliendo un fior sì eletto,
6.3Sia di vergine dea delizia e cura,
6.4Che n'intrecci la chioma e fregi il petto.
7.1Biondo e vergine crin se n'orni solo,
7.2Schietta e tenera man di lei sia degna,
7.3E casto al mondo et innocente stuolo
7.4Sì bella inalzi, e trionfale insegna.
8.1Rugiadose le stelle escano in cielo,
8.2Quando l'ombra notturna il mondo appanna,
8.3E nel suo fresco e pellegrino stelo
8.4Dai canali del ciel piovano manna.
9.1Deh, narratemi voi, castalie dive,
9.2Or che spunta dal mar l'alba novella,
9.3Come nevi acquistò sì molli e vive
9.4Questa vaga d'april canuta stella.
10.1Già la dea de le nubi in giù discesa,
10.2Per le lucide vie ratta veniva,
10.3E la bell'alba in Oriente ascesa,
10.4Le ricche porte e le fenestre apriva.
11.1Oh!come belli a quel diurno lampo
11.2Rotar le piume i suoi fastosi augelli,
11.3Che passeggiando in su l'aereo campo
11.4Traeano il carro suo pomposi e belli.
12.1Iva innanzi al suo trono Iri dipinta,
12.2Movendo il piè su l'incarnata mole,
12.3E di mille color l'aria dipinta,
12.4Facea di sua beltà ridere il Sole.
13.1Mille apria da la fronte occhi odorati
13.2Al suo lieto passaggio Isi gioconda.
13.3Giubilavano i campi, e in mezzo i prati
13.4Era Zefiro tromba, organo l'onda.
14.1Quando i lumi chinò dal curvo nembo
14.2De l'olimpico dio l'occhiuta sposa,
14.3E vide poi su lo spinoso grembo
14.4Pallidetta languir l'idalia rosa.
15.1“Come, come”, dicea, “pallido, essangue,
15.2Fior sì bello colà languir si vede!
15.3Ti darò stampe eterne anch'io di sangue,
15.4Ma fia sangue del petto, e non del piede”.
16.1Mossa allor da pietà fra l'auree spoglie
16.2Rimosse il vel da le mammelle intatte,
16.3E su l'aperte e lividette foglie
16.4Da le poppe stillò goccie di latte.
17.1A quel latteo licor ch'in ciel si beve,
17.2La sua tenera bocca il fiore aprio:
17.3Prende – o novo stupor! – forma di neve;
17.4E biancheggiante in su la spina uscio.
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