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Il Silenzio. Al Signor Domenico Benigno

Ode

PoeTree.it

1.1Io non desio la strepitosa tromba,
1.2Ch'è di musici eroi bellico tuono,
1.3E con arguto e formidabil suono
1.4Dal letto il cavalier porta a la tomba,
2.1Ma quella bella armoniosa canna,
2.2Ch'è di ruvida mano almo lavoro,
2.3Quel bel canal di melodia canoro,
2.4Che distilla nel suon nettare e manna.
3.1Usi torto oricalco alma feroce,
3.2Che tumulti di guerra in campo agogna;
3.3Io che pace desio d'umil sampogna,
3.4Bramo bassa accordar rustica voce.
4.1Corra eroico scrittor sul plettro aurato
4.2Il poetico arringo in mezzo l'armi;
4.3Io che rado la via de' bassi carmi
4.4Con pacifico piè segno il mio stato.
5.1Più fra boschi intonar rozza armonia
5.2Con la piva mi piace al suon concorde,
5.3Che passeggiar de l'ineguali corde,
5.4Con dotta man, la regolata via.
6.1Dammi, Pane Liceo, quel cavo legno,
6.2Ch'in memoria d'amor porti nel collo.
6.3Con le cetere sue restisi Apollo,
6.4Ch'io di lirico onor mi stimo indegno.
7.1Io sì bello animando almo strumento,
7.2Del silenzio dirò mutolo e fosco,
7.3Ma cheto sì che non sia fronda in bosco,
7.4Che segno dia di mormorar col vento.
8.1Muti, muti fra tanto itene, o fonti,
8.2Giù per lucide vie scoscesi e belli.
8.3Chiudete i rostri, ammutolite augelli,
8.4L'aura taccia ne' rami, Eco ne' monti.
9.1Vienne, o dolce Silenzio, o caro nume,
9.2Da poetico ingegno amato tanto;
9.3Mentre inalzo la penna oggi in tuo vanto,
9.4Nel mio picciolo albergo apri le piume.
10.1Tu le membra addormenti e svegli il senno,
10.2Porgi requie a la notte e pace al mondo;
10.3Nel parlar muto e nel mirar facondo,
10.4Imprigioni la lingua e sciogli il cenno.
11.1Tu lontano dal volgo al ciel n'appressi,
11.2E di garrula turba odì il tumulto.
11.3E celato a le viste, ai sensi occulto,
11.4Ami selve, spelonche, antri e recessi.
12.1Sono i cieli, ove stai, larghi e benigni,
12.2Di profondo saper dotando i petti,
12.3E divina virtù d'alti concetti
12.4Dentro l'estasi tue trovano i cigni.
13.1Sopra il vero saper rapido vola
13.2Chi le regole tue prende per guide;
13.3Così mille virtù comprese e vide
13.4Di Pitagora tuo la dotta scola.
14.1Dolci sembrano altrui per te le grotte,
14.2Dilettose le selve e cari i boschi,
14.3I montani dirupi e gli antri foschi,
14.4Grazioso l'orror, dolce la notte.
15.1Vai per l'ombra notturna orrida e bruna,
15.2Dando il sonno e l'oblio tacito e lento;
15.3E con tremolo piè di bianco argento,
15.4Mentre scorri là su, danza la Luna.
16.1Quante chiudi qua giù bocche e favelle,
16.2Che di dolce sopor placido stampi,
16.3Tante accendi nel ciel lumiere e lampi,
16.4Tante mostri là su fiaccole e stelle.
17.1Ove mostri prudenza, ove raccolto
17.2Con tranquilla bontà posi soave,
17.3Fai modesta la fronte e 'l guardo grave,
17.4Autorevole il ciglio, altero il volto.
18.1Cosa Febo non vede ovunque rota,
18.2Che nel cupo tacer non sia più bella,
18.3Viva lingua di Dio sembra ogni stella,
18.4E del silenzio è osservatrice immota.
19.1Serba eterno silenzio in mezzo l'onda
19.2La famiglia ch'in mar nuda dimora,
19.3E silenzio là su riserba ancora
19.4La famiglia del ciel pura e gioconda.
20.1Fama suona fra noi ch'ergendo il volo
20.2Sopra l'aure sabee l'unico mostro,
20.3A la bell'armonia serrando il rostro,
20.4Scorra l'arabe vie tacito e solo.
21.1Così per l'aria or sollevata, or bassa
21.2La ministra di Giove aprendo l'ale,
21.3Per dimostrar la maestà reale,
21.4Silenziosa e taciturna passa.
22.1Così garrula gru, freno a la gola,
22.2Passaggiera notturna, opra d'un sasso,
22.3E col silenzio assicurando il passo,
22.4Presso il falco e l'astor tacita vola.
23.1Per far dentro il tacer saggie le menti,
23.2E caro aver l'ammutolir, Natura
23.3La bocca cinse di purpuree mura,
23.4L'arguta lingua incarcerò fra' denti.
24.1Più vago il ciel ne le sue rote appare,
24.2Quando in mezzo l'oblio tace e riposa,
24.3E quando tace e mormorar non osa,
24.4Più vaga è l'onda e più leggiadro il mare.
25.1È di pace tranquilla autor discreto,
25.2E di grido immortal degno di lodi
25.3Chi frenando la lingua in muti nodi
25.4Dentro l'arca del cor chiude il secreto.
26.1In monastico albergo, in sacro tetto,
26.2O che dolce sopor l'alma ritrova!
26.3Ch'affrenando le voci in seno prova
26.4Riverenza, stupor, tema e diletto.
27.1Così mutolo stando appresso un rio
27.2Solitario romito abita e posa;
27.3Ma ne l'orror d'una spelonca ombrosa,
27.4Mentre tacito sta, parla con Dio.
28.1Fede fatene voi, ch'arsura e gelo
28.2Soffriste là, dove il gran Nilo sbocca,
28.3Che le parole imprigionando in bocca,
28.4Godeste poi la libertà del cielo.
29.1Ditel vergini voi, musiche dive,
29.2Che i parnasici monti in guardia avete,
29.3E per logge e teatri intorno ergete
29.4Mirti, palme et allori, edre et olive.
30.1Testimoni voi chiamo, ordini alati,
30.2Che spargete con man gigli e viole,
30.3E la bella unità del trino Sole
30.4Contemplate là su puri e beati.
31.1Voi sopra il ciel, dove non è mai spenta
31.2La quiete e la pace, albergo fate;
31.3E quel silenzio placido osservate,
31.4Che nel grembo di Dio l'alme addormenta.
32.1O divina virtù, silenzio santo,
32.2E de l'alme celesti almo riposo,
32.3Deh!perdona l'ardir, s'oggi tant'oso,
32.4Se la garrula lingua avvio cotanto.
33.1Dove, Musa, ne vai di loda in loda?
33.2Frena, frena le note, e taci omai:
33.3Questa chiusa virtù, ch'aprendo vai,
33.4Più col tacer, che col parlar si loda.
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