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1.1Quando si parte il gioco de la zara,
1.2colui che perde si riman dolente,
1.3repetendo le volte, e tristo impara;
2.1con l'altro se ne va tutta la gente;
2.2qual va dinanzi, e qual di dietro il prende,
2.3e qual dallato li si reca a mente;
3.1el non s'arresta, e questo e quello intende;
3.2a cui porge la man, più non fa pressa;
3.3e così da la calca si difende.
4.1Tal era io in quella turba spessa,
4.2volgendo a loro, e qua e là, la faccia,
4.3e promettendo mi sciogliea da essa.
5.1Quiv'era l'Aretin che da le braccia
5.2fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte,
5.3e l'altro ch'annegò correndo in caccia.
6.1Quivi pregava con le mani sporte
6.2Federigo Novello, e quel da Pisa
6.3che fé parer lo buon Marzucco forte.
7.1Vidi conte Orso e l'anima divisa
7.2dal corpo suo per astio e per inveggia,
7.3com'e' dicea, non per colpa commisa;
8.1Pier da la Broccia dico; e qui proveggia,
8.2mentr'è di qua, la donna di Brabante,
8.3sì che però non sia di peggior greggia.
9.1Come libero fui da tutte quante
9.2quell'ombre che pregar pur ch'altri prieghi,
9.3sì che s'avacci lor divenir sante,
10.1io cominciai: "El par che tu mi nieghi,
10.2o luce mia, espresso in alcun testo
10.3che decreto del cielo orazion pieghi;
11.1e questa gente prega pur di questo:
11.2sarebbe dunque loro speme vana,
11.3o non m'è 'l detto tuo ben manifesto?".
12.1Ed elli a me: "La mia scrittura è piana;
12.2e la speranza di costor non falla,
12.3se ben si guarda con la mente sana;
13.1ché cima di giudicio non s'avvalla
13.2perché foco d'amor compia in un punto
13.3ciò che de' sodisfar chi qui s'astalla;
14.1e là dov'io fermai cotesto punto,
14.2non s'ammendava, per pregar, difetto,
14.3perché 'l priego da Dio era disgiunto.
15.1Veramente a così alto sospetto
15.2non ti fermar, se quella nol ti dice
15.3che lume fia tra 'l vero e lo 'ntelletto.
16.1Non so se 'ntendi: io dico di Beatrice;
16.2tu la vedrai di sopra, in su la vetta
16.3di questo monte, ridere e felice".
17.1E io: "Segnore, andiamo a maggior fretta,
17.2ché già non m'affatico come dianzi,
17.3e vedi omai che 'l poggio l'ombra getta".
18.1"Noi anderem con questo giorno innanzi",
18.2rispuose, "quanto più potremo omai;
18.3ma 'l fatto è d'altra forma che non stanzi.
19.1Prima che sie là sù, tornar vedrai
19.2colui che già si cuopre de la costa,
19.3sì che ' suoi raggi tu romper non fai.
20.1Ma vedi là un'anima che, posta
20.2sola soletta, inverso noi riguarda:
20.3quella ne 'nsegnerà la via più tosta".
21.1Venimmo a lei: o anima lombarda,
21.2come ti stavi altera e disdegnosa
21.3e nel mover de li occhi onesta e tarda!
22.1Ella non ci dicëa alcuna cosa,
22.2ma lasciavane gir, solo sguardando
22.3a guisa di leon quando si posa.
23.1Pur Virgilio si trasse a lei, pregando
23.2che ne mostrasse la miglior salita;
23.3e quella non rispuose al suo dimando,
24.1ma di nostro paese e de la vita
24.2ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava
24.3"Mantüa à", e l'ombra, tutta in sé romita,
25.1surse ver' lui del loco ove pria stava,
25.2dicendo: "O Mantoano, io son Sordello
25.3de la tua terra!"; e l'un l'altro abbracciava.
26.1Ahi serva Italia, di dolore ostello,
26.2nave sanza nocchiere in gran tempesta,
26.3non donna di provincie, ma bordello!
27.1Quell'anima gentil fu così presta,
27.2sol per lo dolce suon de la sua terra,
27.3di fare al cittadin suo quivi festa;
28.1e ora in te non stanno sanza guerra
28.2li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode
28.3di quei ch'un muro e una fossa serra.
29.1Cerca, misera, intorno da le prode
29.2le tue marine, e poi ti guarda in seno,
29.3s'alcuna parte in te di pace gode.
30.1Che val perché ti racconciasse il freno
30.2Iustinïano, se la sella è vòta?
30.3Sanz'esso fora la vergogna meno.
31.1Ahi gente che dovresti esser devota,
31.2e lasciar seder Cesare in la sella,
31.3se bene intendi ciò che Dio ti nota,
32.1guarda come esta fiera è fatta fella
32.2per non esser corretta da li sproni,
32.3poi che ponesti mano a la predella.
33.1O Alberto tedesco ch'abbandoni
33.2costei ch'è fatta indomita e selvaggia,
33.3e dovresti inforcar li suoi arcioni,
34.1giusto giudicio da le stelle caggia
34.2sovra 'l tuo sangue, e sia novo e aperto,
34.3tal che 'l tuo successor temenza n'aggia!
35.1Ch'avete tu e 'l tuo padre sofferto,
35.2per cupidigia di costà distretti,
35.3che 'l giardin de lo 'mperio sia diserto.
36.1Vieni a veder Montecchi e Cappelletti,
36.2Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura:
36.3color già tristi, e questi con sospetti!
37.1Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura
37.2d'i tuoi gentili, e cura lor magagne;
37.3e vedrai Santafior com'è oscura!
38.1Vieni a veder la tua Roma che piagne
38.2vedova e sola, e dì e notte chiama:
38.3"Cesare mio, perché non m'accompagne?".
39.1Vieni a veder la gente quanto s'ama!
39.2e se nulla di noi pietà ti move,
39.3a vergognar ti vien de la tua fama.
40.1E se licito m'è, o sommo Giove
40.2che fosti in terra per noi crucifisso,
40.3son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?
41.1O è preparazion che ne l'abisso
41.2del tuo consiglio fai per alcun bene
41.3in tutto de l'accorger nostro scisso?
42.1Ché le città d'Italia tutte piene
42.2son di tiranni, e un Marcel diventa
42.3ogne villan che parteggiando viene.
43.1Fiorenza mia, ben puoi esser contenta
43.2di questa digression che non ti tocca,
43.3mercé del popol tuo che si argomenta.
44.1Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca
44.2per non venir sanza consiglio a l'arco;
44.3ma il popol tuo l'ha in sommo de la bocca.
45.1Molti rifiutan lo comune incarco;
45.2ma il popol tuo solicito risponde
45.3sanza chiamare, e grida: "I' mi sobbarco!".
46.1Or ti fa lieta, ché tu hai ben onde:
46.2tu ricca, tu con pace, e tu con senno!
46.3S'io dico 'l ver, l'effetto nol nasconde.
47.1Atene e Lacedemona, che fenno
47.2l'antiche leggi e furon sì civili,
47.3fecero al viver bene un picciol cenno
48.1verso di te, che fai tanto sottili
48.2provedimenti, ch'a mezzo novembre
48.3non giugne quel che tu d'ottobre fili.
49.1Quante volte, del tempo che rimembre,
49.2legge, moneta, officio e costume
49.3hai tu mutato e rinovate membre!
50.1E se ben ti ricordi e vedi lume,
50.2vedrai te somigliante a quella inferma
50.3che non può trovar posa in su le piume,
51.1ma con dar volta suo dolore scherma.
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