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PER S.A. DON PIETRO VIGILIO DE' PRINCIPI THUNN, ELETTO VESCOVO DI TRENTO.

1.1Già desto dalle pronte ore il mattino
1.2In ciel le stelle avea disperse e rotte
1.3Davanti al sol per metterlo in cammino;
1.4E in faccia al suo splendor vinta la notte,
1.5Raccogliendo le sparse atre tenèbre,
1.6Le chiudea d'aquilon dentro le grotte:
1.7Quand'io fuor d'uso da pungenti e crebre
1.8Immagini commosso, e stanco omai
1.9Di cercar più riposo alle palpebre,
1.10Per un'incerta via m'incamminai;
1.11E spinto sol dal mio pensier, sul passo
1.12D'un antro, non so come, io mi trovai.
1.13Giù dalla schiena d'elevato masso
1.14Un fonticel di linfa cristallina
1.15Venìa serpendo e zampillando abbasso;
1.16E di spruzzi spargea l'erba vicina,
1.17Che ne fea tersi e tremoli specchietti
1.18Al brillar della luce mattutina.
1.19Ferìano i raggi orientali e schietti
1.20L'interno del gentil speco romito,
1.21Che di mille ridea freschi fioretti.
1.22De' venticelli l'aleggiar gradito
1.23Il tranquillo silenzio a entrar là drento
1.24Facean soave a mia stanchezza invito.
1.25Ma tremar tutta all'improvviso io sento
1.26Sotto i piè la spelonca, e in tuon profondo
1.27Fremere un rauco sotterraneo vento.
1.28Ed ecco uscir gagliardo e furibondo
1.29Di nebbia un gruppo e di vapor, che stretto
1.30Alla persona mi s'avvolge a tondo,
1.31E via mi sbalza in men ch'io non l'ho detto,
1.32Imperversando, in queste parti e in quelle:
1.33Pensa se il cor mi traballava in petto.
1.34Tal gravido di caspie atre procelle
1.35Il sifon burrascoso i greggi erranti
1.36Ruota insiem coi pastor fino alle stelle,
1.37Quando talor due turbini cozzanti
1.38Vanno dell'aria a disputar l'impero
1.39In tenebrosi orribili sembianti:
1.40Mugghiano all'urlo spaventoso e fiero
1.41L'eccelse rupi, e impaurito altrove
1.42Fugge travolto il rio dal suo sentiero.
1.43Chiuso in quel fosco nembo io non so dove
1.44Mi spingesse il soffiar d'austro possente:
1.45Tanta su gli occhi oscurità mi piove.
1.46L'aere, che il peso inusitato sente,
1.47E fischia e rugge e dentro il crin si caccia,
1.48E l'orecchio m'introna orribilmente.
1.49L'ira il fragor del vento e la minaccia
1.50Mi fe al cielo con prieghi ardenti e vivi
1.51Supplichevole alzar ambe le braccia.
1.52E tosto alcun, cred'io, de' sommi divi,
1.53— Ferma, o turbo, gridò, ferma le penne:
1.54E tu non paventar, ma guarda e scrivi. —
1.55Il turbo le sonanti ale trattenne
1.56Ubbidiente per l'etereo calle,
1.57E la nebbia in due parti aprendo venne.
1.58Essa mi pose su le verdi spalle
1.59Di deserta collina, e si disperse
1.60Fuggendo in sen d'una profonda valle.
1.61Gittai lo sguardo intorno, e mi s'aperse
1.62Dinanzi agli occhi una campagna piana,
1.63Che portentosa vision m'offerse.
1.64Spirto celeste, che per via sì strana
1.65Mi scegliesti a mirar le sapienti
1.66Tracce d'eterna providenza arcana;
1.67Dammi, spirto di Dio, lingua ed accenti,
1.68Onde le viste meraviglie io dica
1.69E fede acquisti dall'estranie genti.
1.70Tutta ingombrava quella spiaggia aprica
1.71Un gregge in abbandon, bianco qual fôra
1.72La brina in vetta d'una balza antica.
1.73Giacea sul campo d'un pastor pur ora
1.74Morto la spoglia, che la verga avea,
1.75Terror di belve, nella mano ancora.
1.76De' verdi paschi immemore correa
1.77Al busto esangue il gregge circonfuso,
1.78E belando in suo stil pianger parea:
1.79Pendeangli sopra con cadente muso
1.80Le pecorelle, e de' lattanti seco
1.81Agnelletti lo stuol tristo e confuso.
1.82In suon pietoso nell'opposto speco
1.83L'egre querele alla pianura al monte
1.84Già ripetendo la mestissim'eco.
1.85Roco tra' sassi mormorava il fonte;
1.86E l'aura si sentía dogliosa e mesta
1.87Gemer de' boschi su la fosca fronte:
1.88Mentre col crine rabbuffato in testa
1.89Passeggia intorno lo Spavento, e scuote
1.90Terribil dai capelli ombra funesta.
1.91Palpitando io tenea le ciglia immote
1.92Nella vista feral, quando le rupi
1.93Vicine urlâr repente e le rimote:
1.94E giù da' ruinosi erti dirupi
1.95Ecco spiccarsi e saltellar ruggendo
1.96Frotte affamate di leoni e lupi:
1.97Facean da lungi risuonar l'orrendo
1.98Crocchiar dei denti minacciosi, e morte
1.99Fulminavan dal torvo occhio tremendo.
1.100Mi corse un gelo per le membra smorte,
1.101Ed — Ohimè, dissi, ohimè la greggia! e scampo
1.102Non fia che il cielo all'infelice apporte? —
1.103Allor guizzò per l'alto un rosso lampo,
1.104E scoppiar a sinistra il tuon s'intese
1.105Rumoreggiando per l'aereo campo.
1.106Di tranquillo splendor l'etra s'accese:
1.107E su la punta d'un lucente raggio
1.108Garzon di forma angelica discese.
1.109Luminoso ei trascorse ampio viaggio,
1.110E da forti percosse ignee scintille
1.111Fecer largo le nubi al suo passaggio.
1.112Del sol le vampe avea nelle pupille,
1.113E su le reni un cerchio folgorante
1.114Di pugnanti fra sè fiamme e faville.
1.115Ei poggiò nella piaggia erma le piante,
1.116Qual colonna di foco in selva oscura
1.117Che riconforta il pellegrino errante.
1.118All'attonito ovil diè di sicura
1.119Pace uno sguardo, e un altro alla montagna
1.120Nunziator di sterminio e di paura.
1.121— Venga, poscia gridò per la campagna,
1.122Venga l'eletto a custodir le sparse
1.123Fide agnelle di Cristo; e non si piagna. —
1.124Della voce possente il suon si sparse
1.125Per tutto, e verso l'aquilon lontano
1.126Uom di modesto portamento apparse.
1.127Liete i suoi passi percorrean per piano
1.128Rettissimo sentier fede e fortezza,
1.129E caritade lo tenea per mano.
1.130Ma incontrò per la via fasto e grandezza,
1.131Che vane gli mostrar pompe pregiate
1.132Di folle ambizion e d'alterezza:
1.133Lunghe toghe ostentâr, croci gemmate,
1.134Auree chiavi, aurei velli, e varia massa
1.135Di scudi e di visiere affumicate.
1.136Il ciglio allor severamente abbassa,
1.137E con sembianza dispettosa e franca
1.138Il magnanimo eroe non guarda e passa.
1.139Quando fu giunto, l'angelo la manca
1.140Su le spalle gli ferma, e colla dritta
1.141Di fiamme un pugno staccasi dall'anca,
1.142E intorno ai lombi gliel'aggruppa, e gitta
1.143Dentro le fibre; che sentîr l'interno
1.144Bollor di calda robustezza invitta.
1.145— Piglia, quindi gli disse in tuon superno,
1.146Piglia la verga di colui che il ciglio
1.147Chiuse dianzi colà nel sonno eterno.
1.148Pasci quel gregge; e dall'ingordo artiglio
1.149Tu il salva di crudei mostri, che presso
1.150Minacciano fatal scempio e periglio.
1.151Pasci quel gregge; e, buon pastor, per esso
1.152Nella battaglia cimentosa unquanco
1.153Non far risparmio del tuo sangue istesso. —
1.154Qui tacque: ed egli generoso e franco
1.155Per celeste favor corse all'estinto,
1.156E quella verga gli levò da fianco.
1.157Poi, qual fu visto un dì scalzo e discinto
1.158Pugnar cogli orsi e rovesciarli a terra
1.159L'egregio pastorel di Terebinto,
1.160Tàl questi allora colla destra afferra
1.161Il baston noderoso, e verso il colle
1.162Vien colle fiere ad azzuffarsi in guerra.
1.163La fortezza il suo braccio in alto estolle,
1.164Il terror lo precede e la vendetta
1.165E in sen lo zelo gli s'infiamma e bolle.
1.166Colla foga d'ardente atra saetta
1.167D'irti lupi e leon tra la superba
1.168Ferocissima turba egli si getta.
1.169Mena a traverso, e di ferita acerba
1.170Agli audaci spezzando e teschi ed osse
1.171Gli stende infranti su l'arena e l'erba:
1.172Fischian per l'aria i colpi e le percosse,
1.173Volan sparsi i cervelli; e frondi e spine
1.174Fansi dintorno sanguinose e rosse.
1.175L'intrepido campion su le vicine
1.176Scoscese rocce i fuggitivi incalza,
1.177E li respinge nelle tane alpine.
1.178Quindi d'un giogo la ventosa balza
1.179Salì, che a guisa di tridente acuto
1.180Fra due verdi montagne al ciel s'innalza.
1.181Sopra scabro macigno ivi seduto,
1.182In fronte di sudor si terse un rivo
1.183Dal faticoso battagliar spremuto:
1.184Mentre lassuso per aperto clivo,
1.185I perigli obliando e le querele,
1.186Quell'armento il seguìa salvo e giulivo.
1.187Sgombro alfin d'ogni belva empia e crudele
1.188Vestissi il poggio di ridenti erbette,
1.189Ove amaro nascea pasco infedele.
1.190Esultâr gli ariéti e l'agnellette,
1.191Esultarono i colli, ed i ruscelli
1.192Corser di linfe salutari e schiette.
1.193Con ale tremolanti i venticelli
1.194Si gittavan su i rami, e la frondosa
1.195Verde chioma scotean degli arbuscelli.
1.196Dalla parte del ciel più luminosa
1.197Ecco intanto venir candida e lieve
1.198Nube tutta gentil tutta odorosa:
1.199Così bianca talor falda di neve
1.200Dai pendenti burron giù s'abbandona,
1.201Quando il raggio solar l'investe e beve.
1.202Già sul monte si cala; e una persona
1.203Dal pacifico grembo in due diviso
1.204Cinta di veste pastoral sprigiona.
1.205La risplendente maestà del viso,
1.206L'amabil occhio palesollo un vero
1.207Fulgido cittadin del paradiso.
1.208Avviandosi a lui che dal guerriero
1.209Conflitto prendea tregua, e pur sepolto
1.210In profondo si stava alto pensiero;
1.211Gli stese al collo ambe le braccia, e in volto
1.212Imprimendogli un bacio in cui l'amore
1.213Tutta l'alma gli avea su i labbri accolto.
1.214— Salve, o figlio (sclamò), salve, o pastore.
1.215Che guati? le sembianze in questi amplessi
1.216Non ravvisi dell'avo antecessore?
1.217Me quaggiù, perchè degno io ti scorgessi
1.218Di mie fatiche di mia gloria erede,
1.219Trasse amor dai superni almi recessi.
1.220Seppi dianzi lassù che Dio ti diede
1.221A pascolar la numerosa greggia
1.222Che tutto copre di quest'alpe il piede.
1.223Senti come del ciel plaude la reggia
1.224Al divino decreto, e le virtudi
1.225Del prescelto pastor canta e festeggia.
1.226Altri volle narrar quanto egli sudi
1.227Su la traccia d'onore, e la beltade
1.228Dei costumi esaltò candidi e nudi;
1.229Altri il senno il consiglio e l'umiltade
1.230E la dolce pietà che terge il pianto
1.231Ai figli dell'afflitta povertade;
1.232Chi la prudenza, chi l'intégro e santo
1.233Zelo del retto. Tu pensar potrai
1.234Se il cor nel seno mi crescea frattanto.
1.235Impaziente allor io m'affacciai
1.236Ad un balcone di ceruleo smalto,
1.237E coll'occhio qua e là ti ricercai.
1.238Vidi l'angel di Dio scender dall'alto,
1.239Vidi le fiere, e paventai che il braccio
1.240Non ti reggesse nel tremendo assalto.
1.241Vinse la tua virtù: fredde qual ghiaccio
1.242Stan sul campo le gole insidiatrici;
1.243E adorno d'immortal palma io t'abbraccio.
1.244Ma tutti ancor non son spenti i nemici.
1.245D'unghia e dente più ingordo altri verranno
1.246Di cupa notte fra i silenzi amici:
1.247Del custodito ovil spiando andranno
1.248I graticci, e per farne ampio macello
1.249Il frapposto ripar ne schianteranno.
1.250Tu con chiave fedel serra il cancello,
1.251Vegliane in guardia: il mercenario vile
1.252Aperto il lascia; ma non sii tu quello.
1.253Quando spunta il mattin, fuor del covile
1.254Chiama la greggia e a pasturar la mena
1.255Ove l'erba è più fresca e più gentile.
1.256Se vedrai senza spirto e senza lena
1.257Languir sul prato un'infelice agnella,
1.258Tu curva il collo e te la reca in schiena.
1.259Tu la verga su gl'irci alza, e rappella
1.260Gl'insolenti capretti usi alla tresca
1.261Or coll'una or coll'altra pecorella.
1.262Dividi a tutte l'amor tuo: quand'esca
1.263Fuor dell'armento a traviar qualcuna,
1.264Vanne in cerca, e coi prieghi a te l'adesca.
1.265Contale su la sera una per una:
1.266Dio che di lor la cura a te commesse
1.267Stretta ragion ti chiederà d'ognuna.
1.268Serba dell'avo le parole impresse
1.269Nel più sacro del cor: vinci la speme,
1.270Vinci coll'opre le mie brame istesse.
1.271Alfin rimanti in pace, e prendi insieme
1.272L'ultimo bacio. — In così dir lo strinse:
1.273E la nube aguzzò le parti estreme;
1.274Il venerabil veglio in grembo avvinse;
1.275E di lucida striscia il ciel rigando
1.276Rapidissimamente oltre si spinse.
1.277Quanto in su più potei maravigliando
1.278Col guardo la seguii; finchè, l'incerta
1.279Attonita pupilla al suol tornando,
1.280Non più greggia e pastor, ma la deserta
1.281Di gioghi e valli estension s'offría.
1.282Io pien la mente di stupor dell'erta
1.283Presi l'alpestre solitaria via.
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