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1.1Io era già da quell'ombre partito,
1.2e seguitava l'orme del mio duca,
1.3quando di retro a me, drizzando 'l dito,
2.1una gridò: "Ve' che non par che luca
2.2lo raggio da sinistra a quel di sotto,
2.3e come vivo par che si conduca!".
3.1Li occhi rivolsi al suon di questo motto,
3.2e vidile guardar per maraviglia
3.3pur me, pur me, e 'l lume ch'era rotto.
4.1"Perché l'animo tuo tanto s'impiglia",
4.2disse 'l maestro, "che l'andare allenti?
4.3che ti fa ciò che quivi si pispiglia?
5.1Vien dietro a me, e lascia dir le genti:
5.2sta come torre ferma, che non crolla
5.3già mai la cima per soffiar di venti;
6.1ché sempre l'omo in cui pensier rampolla
6.2sovra pensier, da sé dilunga il segno,
6.3perché la foga l'un de l'altro insolla".
7.1Che potea io ridir, se non "Io vegno"?
7.2Dissilo, alquanto del color consperso
7.3che fa l'uom di perdon talvolta degno.
8.1E 'ntanto per la costa di traverso
8.2venivan genti innanzi a noi un poco,
8.3cantando "Miserere" a verso a verso.
9.1Quando s'accorser ch'i' non dava loco
9.2per lo mio corpo al trapassar d'i raggi,
9.3mutar lor canto in un "oh!" lungo e roco;
10.1e due di loro, in forma di messaggi,
10.2corsero incontr'a noi e dimandarne:
10.3"Di vostra condizion fatene saggi".
11.1E 'l mio maestro: "Voi potete andarne
11.2e ritrarre a color che vi mandaro
11.3che 'l corpo di costui è vera carne.
12.1Se per veder la sua ombra restaro,
12.2com'io avviso, assai è lor risposto:
12.3fàccianli onore, ed essere può lor caro".
13.1Vapori accesi non vid'io sì tosto
13.2di prima notte mai fender sereno,
13.3né, sol calando, nuvole d'agosto,
14.1che color non tornasser suso in meno;
14.2e, giunti là, con li altri a noi dier volta
14.3come schiera che scorre sanza freno.
15.1"Questa gente che preme a noi è molta,
15.2e vegnonti a pregar", disse 'l poeta:
15.3"però pur va, e in andando ascolta".
16.1"O anima che vai per esser lieta
16.2con quelle membra con le quai nascesti",
16.3venian gridando, "un poco il passo queta.
17.1Guarda s'alcun di noi unqua vedesti,
17.2sì che di lui di là novella porti:
17.3deh, perché vai? deh, perché non t'arresti?
18.1Noi fummo tutti già per forza morti,
18.2e peccatori infino a l'ultima ora;
18.3quivi lume del ciel ne fece accorti,
19.1sì che, pentendo e perdonando, fora
19.2di vita uscimmo a Dio pacificati,
19.3che del disio di sé veder n'accora".
20.1E io: "Perché ne' vostri visi guati,
20.2non riconosco alcun; ma s'a voi piace
20.3cosa ch'io possa, spiriti ben nati,
21.1voi dite, e io farò per quella pace
21.2che, dietro a' piedi di sì fatta guida,
21.3di mondo in mondo cercar mi si face".
22.1E uno incominciò: "Ciascun si fida
22.2del beneficio tuo sanza giurarlo,
22.3pur che 'l voler nonpossa non ricida.
23.1Ond'io, che solo innanzi a li altri parlo,
23.2ti priego, se mai vedi quel paese
23.3che siede tra Romagna e quel di Carlo,
24.1che tu mi sie di tuoi prieghi cortese
24.2in Fano, sì che ben per me s'adori
24.3pur ch'i' possa purgar le gravi offese.
25.1Quindi fu' io; ma li profondi f¢ri
25.2ond'uscì 'l sangue in sul quale io sedea,
25.3fatti mi fuoro in grembo a li Antenori,
26.1là dov'io più sicuro esser credea:
26.2quel da Esti il fé far, che m'avea in ira
26.3assai più là che dritto non volea.
27.1Ma s'io fosse fuggito inver' la Mira,
27.2quando fu' sovragiunto ad Orïaco,
27.3ancor sarei di là dove si spira.
28.1Corsi al palude, e le cannucce e 'l braco
28.2m'impigliar sì ch'i' caddi; e lì vid'io
28.3de le mie vene farsi in terra laco".
29.1Poi disse un altro: "Deh, se quel disio
29.2si compia che ti tragge a l'alto monte,
29.3con buona pïetate aiuta il mio!
30.1Io fui di Montefeltro, io son Bonconte;
30.2Giovanna o altri non ha di me cura;
30.3per ch'io vo tra costor con bassa fronte".
31.1E io a lui: "Qual forza o qual ventura
31.2ti travïò sì fuor di Campaldino,
31.3che non si seppe mai tua sepultura?".
32.1"Oh!", rispuos'elli, "a piè del Casentino
32.2traversa un'acqua c'ha nome l'Archiano,
32.3che sovra l'Ermo nasce in Apennino.
33.1Là 've 'l vocabol suo diventa vano,
33.2arriva' io forato ne la gola,
33.3fuggendo a piede e sanguinando il piano.
34.1Quivi perdei la vista e la parola;
34.2nel nome di Maria fini', e quivi
34.3caddi, e rimase la mia carne sola.
35.1Io dirò vero, e tu 'l ridì tra ' vivi:
35.2l'angel di Dio mi prese, e quel d'inferno
35.3gridava: "O tu del ciel, perché mi privi?
36.1Tu te ne porti di costui l'etterno
36.2per una lagrimetta che 'l mi toglie;
36.3ma io farò de l'altro altro governo!".
37.1Ben sai come ne l'aere si raccoglie
37.2quell'umido vapor che in acqua riede,
37.3tosto che sale dove 'l freddo il coglie.
38.1Giunse quel mal voler che pur mal chiede
38.2con lo 'ntelletto, e mosse il fummo e 'l vento
38.3per la virtù che sua natura diede.
39.1Indi la valle, come 'l dì fu spento,
39.2da Pratomagno al gran giogo coperse
39.3di nebbia; e 'l ciel di sopra fece intento,
40.1sì che 'l pregno aere in acqua si converse;
40.2la pioggia cadde, e a' fossati venne
40.3di lei ciò che la terra non sofferse;
41.1e come ai rivi grandi si convenne,
41.2ver' lo fiume real tanto veloce
41.3si ruinò, che nulla la ritenne.
42.1Lo corpo mio gelato in su la foce
42.2trovò l'Archian rubesto; e quel sospinse
42.3ne l'Arno, e sciolse al mio petto la croce
43.1ch'i' fe' di me quando 'l dolor mi vinse;
43.2voltòmmi per le ripe e per lo fondo,
43.3poi di sua preda mi coperse e cinse".
44.1"Deh, quando tu sarai tornato al mondo,
44.2e riposato de la lunga via",
44.3seguitò 'l terzo spirito al secondo,
45.1"ricorditi di me, che son la Pia;
45.2Siena mi fé, disfecemi Maremma:
45.3salsi colui che 'nnanellata pria
46.1disposando m'avea con la sua gemma".
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