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1.1Già era 'l sole a l'orizzonte giunto
1.2lo cui meridïan cerchio coverchia
1.3Ierusalèm col suo più alto punto;
2.1e la notte, che opposita a lui cerchia,
2.2uscia di Gange fuor con le Bilance,
2.3che le caggion di man quando soverchia;
3.1sì che le bianche e le vermiglie guance,
3.2là dov'i' era, de la bella Aurora
3.3per troppa etate divenivan rance.
4.1Noi eravam lunghesso mare ancora,
4.2come gente che pensa a suo cammino,
4.3che va col cuore e col corpo dimora.
5.1Ed ecco, qual, sorpreso dal mattino,
5.2per li grossi vapor Marte rosseggia
5.3giù nel ponente sovra 'l suol marino,
6.1cotal m'apparve, s'io ancor lo veggia,
6.2un lume per lo mar venir sì ratto,
6.3che 'l muover suo nessun volar pareggia.
7.1Dal qual com'io un poco ebbi ritratto
7.2l'occhio per domandar lo duca mio,
7.3rividil più lucente e maggior fatto.
8.1Poi d'ogne lato ad esso m'appario
8.2un non sapeva che bianco, e di sotto
8.3a poco a poco un altro a lui uscìo.
9.1Lo mio maestro ancor non facea motto,
9.2mentre che i primi bianchi apparver ali;
9.3allor che ben conobbe il galeotto,
10.1gridò: "Fa, fa che le ginocchia cali.
10.2Ecco l'angel di Dio: piega le mani;
10.3omai vedrai di sì fatti officiali.
11.1Vedi che sdegna li argomenti umani,
11.2sì che remo non vuol, né altro velo
11.3che l'ali sue, tra liti sì lontani.
12.1Vedi come l'ha dritte verso 'l cielo,
12.2trattando l'aere con l'etterne penne,
12.3che non si mutan come mortal pelo".
13.1Poi, come più e più verso noi venne
13.2l'uccel divino, più chiaro appariva:
13.3per che l'occhio da presso nol sostenne,
14.1ma chinail giuso; e quei sen venne a riva
14.2con un vasello snelletto e leggero,
14.3tanto che l'acqua nulla ne 'nghiottiva.
15.1Da poppa stava il celestial nocchiero,
15.2tal che faria beato pur descripto;
15.3e più di cento spirti entro sediero.
16.1"In exitu Isräel de Aegypto"
16.2cantavan tutti insieme ad una voce
16.3con quanto di quel salmo è poscia scripto.
17.1Poi fece il segno lor di santa croce;
17.2ond'ei si gittar tutti in su la piaggia:
17.3ed el sen gì, come venne, veloce.
18.1La turba che rimase lì, selvaggia
18.2parea del loco, rimirando intorno
18.3come colui che nove cose assaggia.
19.1Da tutte parti saettava il giorno
19.2lo sol, ch'avea con le saette conte
19.3di mezzo 'l ciel cacciato Capricorno,
20.1quando la nova gente alzò la fronte
20.2ver' noi, dicendo a noi: "Se voi sapete,
20.3mostratene la via di gire al monte".
21.1E Virgilio rispuose: "Voi credete
21.2forse che siamo esperti d'esto loco;
21.3ma noi siam peregrin come voi siete.
22.1Dianzi venimmo, innanzi a voi un poco,
22.2per altra via, che fu sì aspra e forte,
22.3che lo salire omai ne parrà gioco".
23.1L'anime, che si fuor di me accorte,
23.2per lo spirare, ch'i' era ancor vivo,
23.3maravigliando diventaro smorte.
24.1E come a messagger che porta ulivo
24.2tragge la gente per udir novelle,
24.3e di calcar nessun si mostra schivo,
25.1così al viso mio s'affisar quelle
25.2anime fortunate tutte quante,
25.3quasi oblïando d'ire a farsi belle.
26.1Io vidi una di lor trarresi avante
26.2per abbracciarmi, con sì grande affetto,
26.3che mosse me a far lo somigliante.
27.1Ohi ombre vane, fuor che ne l'aspetto!
27.2tre volte dietro a lei le mani avvinsi,
27.3e tante mi tornai con esse al petto.
28.1Di maraviglia, credo, mi dipinsi;
28.2per che l'ombra sorrise e si ritrasse,
28.3e io, seguendo lei, oltre mi pinsi.
29.1Soavemente disse ch'io posasse;
29.2allor conobbi chi era, e pregai
29.3che, per parlarmi, un poco s'arrestasse.
30.1Rispuosemi: "Così com'io t'amai
30.2nel mortal corpo, così t'amo sciolta:
30.3però m'arresto; ma tu perché vai?".
31.1"Casella mio, per tornar altra volta
31.2là dov'io son, fo io questo vïaggio",
31.3diss'io; "ma a te com'è tanta ora tolta?".
32.1Ed elli a me: "Nessun m'è fatto oltraggio,
32.2se quei che leva quando e cui li piace,
32.3più volte m'ha negato esto passaggio;
33.1ché di giusto voler lo suo si face:
33.2veramente da tre mesi elli ha tolto
33.3chi ha voluto intrar, con tutta pace.
34.1Ond'io, ch'era ora a la marina vòlto
34.2dove l'acqua di Tevero s'insala,
34.3benignamente fu' da lui ricolto.
35.1A quella foce ha elli or dritta l'ala,
35.2però che sempre quivi si ricoglie
35.3qual verso Acheronte non si cala".
36.1E io: "Se nuova legge non ti toglie
36.2memoria o uso a l'amoroso canto
36.3che mi solea quetar tutte mie doglie,
37.1di ciò ti piaccia consolare alquanto
37.2l'anima mia, che, con la sua persona
37.3venendo qui, è affannata tanto!".
38.1"Amor che ne la mente mi ragiona"
38.2cominciò elli allor sì dolcemente,
38.3che la dolcezza ancor dentro mi suona.
39.1Lo mio maestro e io e quella gente
39.2ch'eran con lui parevan sì contenti,
39.3come a nessun toccasse altro la mente.
40.1Noi eravam tutti fissi e attenti
40.2a le sue note; ed ecco il veglio onesto
40.3gridando: "Che è ciò, spiriti lenti?
41.1qual negligenza, quale stare è questo?
41.2Correte al monte a spogliarvi lo scoglio
41.3ch'esser non lascia a voi Dio manifesto".
42.1Come quando, cogliendo biado o loglio,
42.2li colombi adunati a la pastura,
42.3queti, sanza mostrar l'usato orgoglio,
43.1se cosa appare ond'elli abbian paura,
43.2subitamente lasciano star l'esca,
43.3perch'assaliti son da maggior cura;
44.1così vid'io quella masnada fresca
44.2lasciar lo canto, e fuggir ver' la costa,
44.3com'om che va, né sa dove rïesca;
45.1né la nostra partita fu men tosta.
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