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XLVIII

Rime

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1.1Onne vogliosa d'omo infermitate
1.2impossibel dico esser sanando,
1.3e spezialmente quando
1.4è in carne di folle odioso amore.
1.5E dice alcuno aver non podestate
1.6d'amor matto lungiare,
1.7ni d'astener peccare.
1.8E se ciò è vero, iniquo è Dio signore,
1.9comandando che non pote om servare:
1.10crede, matto, scusare,
1.11nesciente o reo Dio incusando;
1.12ma si sé 'ncusa e danna e mal peggiora,
1.13ché parvo è fornicare,
1.14picciol male onne fare,
1.15ver dir peccator Dio; e parvo ancora
1.16dir ello non sia, che dirlo reo.
1.17Non già permette Deo,
1.18dice Apostul, tentare
1.19più che possa om portare;
1.20ma dà, portando, aiuto,
1.21medici; e fuggendo,
1.22contrarii molti prendendo,
1.23pote omo sanare.
1.24Non vole a Roma andare
1.25ver d'Alamagna ritto om caminando:
1.26om contra sé pugnando
1.27no è più che voler esser vinciuto.
2.1Non già dico spegnando esser leggero
2.2acceso forte in om d'amore foco,
2.3a ciò che nulla o poco
2.4vole, chi meglio vole, ess'ammortare;
2.5e si ben vole, è grave. E ch'è più fero
2.6che combatter om sée?
2.7Duro ème piagar mee,
2.8conculcare per forzo e pregionare;
2.9vincere carne incesa anche e demone
2.10prode vol ben campione.
2.11Ma pur vince om, se vol, Dio aiutando;
2.12ma se non vol di piano vincer, como
2.13vorrà, sé afrigendo omo?
2.14Und'io opero vano
2.15se pria voler non sano.
2.16E gravissimo è, grave esso sanando,
2.17schifar che ama omo: odiar che piace
2.18non de legger si face.
2.19Unde non già guerire
2.20ardirebbe alcun dire,
2.21ma Dio donando, intendo
2.22sanando esso podere,
2.23assegnare devere;
2.24ma bon suo fugge matto.
2.25Ah, nemico s'è fatto
2.26saggio e vero amico se stesso;
2.27s'el fugge, ei punge appresso
2.28e lo prende e reten forte valendo.
3.1Laida e dannosa in corpo è malatia,
3.2schifare cibi degni utili e boni
3.3e dilettar carboni,
3.4e più molto voler sé 'nnaverare.
3.5E quale ciò non disvoler vorria?
3.6Nullo già, se non fusse al tutto stolto.
3.7Quanto più, quanto molto
3.8di folle amore amar dea disamare,
3.9poi, quanto offende più, più odiosa
3.10dea star catuna cosa.
3.11Quanto più di corpo anima vale,
3.12tanto più grav'è in essa onne nocenza.
3.13Anima a corpo è maggio
3.14no è a bestia omo non saggio:
3.15da bestial parva a bestia ha diferenza.
3.16E non già te, omo, solo alma tolle
3.17esto amor tuo folle,
3.18ma bono onne tuo; dico
3.19poder, corpo e amico,
3.20vertute, sapienza,
3.21Dio, ragione e tee.
3.22E ciò dà tutto in chee?
3.23In vil noiosa gioi brutta carnale.
3.24Sempre odia om sé corale,
3.25che segue in carne vil brutta voglienza.
4.1Desconverrea non poco a banchero bono
4.2vetro alcun comprare libra d'argento;
4.3e non più, per un cento,
4.4suo, sé e Dio dare in via piggiore?
4.5Vetro el più vile pur vale in caso alcono;
4.6voler quel brutto, il qual folle amor chere,
4.7con mal molto tenere,
4.8disvalora e ontisce onne valore.
4.9Oh, che pur brutti vizi esto bruttasse!
4.10Ma bruttare non po brutti bruttezza:
4.11donne, cavaleri, cherci, baroni
4.12e gente orrata, oh quanta!,
4.13bruttisce e ont'ha manta,
4.14credendose avanzar piacevolezza;
4.15ché vizio esto mattisce e fa parere
4.16desvalendo om valere,
4.17matt'omo più sapiente
4.18com più matto e' se sente.
4.19E ch'è d'amante a matto?
4.20Oh, follori quanti e quanti
4.21fanno per senno amanti!
4.22E, mal per bono ovrando,
4.23unta omo, orrar pensando;
4.24e bono e senno mal u per mal fare
4.25chi po che disorrare?
4.26Bono bene e per bene esser vol fatto.
5.1Male d'amor male ho tanto mostrato,
5.2e bono via piggior dei più dei mali,
5.3omini non bestiali
5.4derebber desiderio prender guerendo,
5.5und'è fatto ora mai curare grato.
5.6Donimi Dio curando onne 'ntelletto,
5.7ed a infermi retto
5.8voler sanando e cor forte seguendo.
5.9Prima e maggio potenza essa divina
5.10assegno in medicina,
5.11in digiunar, vegliar, remosinare,
5.12servir retto e orrar cheder la gente.
5.13Nullo for Dio sta fermo,
5.14nullo rileva infermo:
5.15ma cui Dio afferma e lieva e cui no nente;
5.16vole Dio bono, ma no a chi non vole,
5.17e non forz'è a chi vole:
5.18senza che po pugnare?
5.19Troppo è laid', om posare,
5.20Dio volendo lavori,
5.21fornendo i suoi misteri,
5.22si d'omo è Dio scudieri.
5.23Quanti e quanto confonde
5.24sperar troppo a poco, unde
5.25sol retto ovrare è retto in Dio sperare:
5.26faccia om bon che po fare
5.27e, che Dio aiuti e compia al securo, ori.
6.1Lo glorioso Dio, nome invocato,
6.2levi omo sé contra sé, sé sé rendendo,
6.3spirto corpo abbattendo,
6.4ragion voglia vertù vizio al totto,
6.5e ciò far com ho mostro al mio malato,
6.6dico che parta d'essa, und'è sorpriso,
6.7del tutto oreglie e viso,
6.8penser, memoria, e sia di lei non motto.
6.9E ciò pote, affannando corpo e core
6.10de forte altro labore,
6.11e pugnando de Dio trar gaudio e pena;
6.12e, se non basta ciò, lui pur convene
6.13vino e carne lassare,
6.14caldo e troppo mangiare
6.15e astener, quanto poder sostene,
6.16di materia. Oh, che calda è febra esta,
6.17unde calor tempesta!
6.18Vol donque intrar freddore,
6.19escir sangue, calore,
6.20forte vestir cellice,
6.21cocere, fragellare,
6.22e di pondi carcare
6.23matta carne; e, sì affritta,
6.24pur conven sia sconfitta
6.25e spirto aggia di lei vettoria piena.
6.26Non ten d'amar gran mena
6.27corpo, a cui a pena viver lice.
7.1E se grave cura esta om vol dir sia,
7.2confesso senza fallo esserla grave;
7.3ma stimar dea soave
7.4male che tolle peggio omo valente.
7.5Trar di cor piaga a gamba om voler dia
7.6e non da spirto, a corpo assai più manto?
7.7Oh, che tormento e quanto,
7.8sanando corpo, omo sosten promente:
7.9torcischi, purgazion, pogioni amare,
7.10sovra piaga piagare,
7.11braccio e gamba rotta anche rompendo,
7.12e tutta essa in sanar corpo colpire.
7.13Se mai sosten sì fero,
7.14sanando om suo somero,
7.15sanando sé vorral non sostenere?
7.16In omo corpo è someri e spirto regge.
7.17Non ben regno si regge,
7.18somer re cavalcando:
7.19servire esso e orrare
7.20regi è nulla pregiare.
7.21Ma, for comparizione,
7.22voglia sovra ragione,
7.23corpo sor spirto è via piggior, sormanco
7.24servo in sé regger franco
7.25e regie regger vil servo appellando.
8.1Assegnat'ho con Dio guerir chi vole;
8.2ma di mal che non dole
8.3guerendo, sostener vol chi dolore?
8.4E dole omo di che no ama? Come
8.5no ami alma se langue?
8.6No acqua come sangue
8.7spargesti, sanando il suo langore?
8.8Corpo ami; languendo, lì sanarlo pugni;
8.9e onor, che non logni,
8.10defendi fine a morte;
8.11e non già poco forte
8.12pugni anco auro acquistando.
8.13Come tutta valenza,
8.14vertù, libertà, scienza,
8.15alma e Dio defendendo,
8.16pregio e amor reggendo,
8.17e degnità d'umanitate e nome
8.18non pugni? Acerbe pome,
8.19misero, fugge, e non venen, gustando.
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