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XXXIII

Rime

PoeTree.it

1.1Ahi, dolze terra aretina,
1.2pianto m'aduce e dolore
1.3(e ben chi non piange ha dur core
1.4o ver che mattezza el dimina),
1.5membrando ch'eri di ciascun delizia,
1.6arca d'onni divizia,
1.7sovrapiena arna di mel terren tutto,
1.8orto d'onne disdutto,
1.9zambra di poso e d'agio,
1.10refettoro e palagio
1.11a privati e a strani d'onne savore,
1.12d'ardir gran miradore,
1.13forma di cortesia e di piagenza,
1.14e di gente accoglienza,
1.15norma di cavaler, de donne assempro.
1.16Oh, quando mai mi tempro
1.17di pianto de sospiri e de lamento,
1.18poi d'onne ben te veggio
1.19in mal ch'aduce peggio,
1.20sì che mi fa temer consumamento?
2.1Or è di caro piena l'arca,
2.2l'arna di tosco e di fele,
2.3la corte di pianto crudele,
2.4la zambra d'angostia è tracarca,
2.5lo refettoro ai boni ha savor pravi
2.6e a' felloni soavi,
2.7e specchio e mirador d'onni vilezza,
2.8di ciascuna laidezza
2.9villana e brutta e dispiacevel forma,
2.10non di cavalier norma,
2.11ma di ladroni, e non di donne assempro,
2.12ma d'altro: ove mi tempro?
2.13Sì hai, rea gente, el bon fatto malvagio;
2.14unde al corpo hai mesagio,
2.15a l'alma pena, e merti eternal morte;
2.16ché Dio t'ha in ira forte:
2.17a te medesma e a ciascun se' noia,
2.18ed a fermato crede
2.19ch'ai figliuoi tuoi procede
2.20sì che ver lor trestizia è la tua gioia.
3.1Ahi como mal, mala gente,
3.2de tutto ben sperditrice,
3.3vi stette sì dolce notrice
3.4ed antico tanto valente,
3.5che di ben tutto la trovaste piena!
3.6Secca avete la vena;
3.7l'antico vostro acquistò l'onor tutto,
3.8voi l'avete destrutto:
3.9voi, lupo ispergitore,
3.10sì com'esso pastore.
3.11Ma se pro torna a danno ed onor onta,
3.12la perta cui si conta
3.13pur vostr'è, Artin felloni e forsennati.
3.14Ahi, che non foste nati
3.15di quelli, iniqui schiavi; e vostra terra
3.16fosse in alcuna serra
3.17de le grande alpi, che si trovan loco;
3.18e là poria pugnare
3.19vostro feroce affare
3.20orsi, leoni, dragon pien di foco.
4.1O gente iniqua e crudele,
4.2soperbia saver sì te tolle,
4.3e tanto venir fa te folle,
4.4venen t'ha savor più che mele.
4.5Ora te sbenda ormai e mira u' sedi,
4.6e poi te volli e vedi
4.7dietro da te lo loco ove sedesti;
4.8e dove sederesti,
4.9fossete retta ben, hai a pensare.
4.10Ahi, che guai hai che trare,
4.11Ciascun se 'n sé ben pensa ed in comono,
4.12che onor, che pro, che bono
4.13che per amici e che per te n'hai preso!
4.14Ché s'hae altrui offeso,
4.15ed altri a te; ché mal né ben for merto
4.16non fu né serà certo,
4.17perché saggio om, che gran vol, gran sementa;
4.18ché già non po sperare
4.19de mal ben alcun trare,
4.20né di ben mal, né Dio, credo, il consenta.
5.1Iniqui, aggiate merzede
5.2dei figliuoi vostri e di voi;
5.3ché mal l'averebbe d'altrui
5.4chi se medesmo decede:
5.5e se vicina né divina amanza
5.6no mette in voi pietanza,
5.7el fatto vostro estesso almen la i metta;
5.8e s'alcun ben deletta
5.9lo core vostro, or lo mettete avante;
5.10ché non con sol sembiante
5.11né con parlare in mal far vo metteste,
5.12ma con quanto poteste.
5.13Degn'è donque che ben poder forziate,
5.14né del ben non dottiate,
5.15poiché nel mal metteste ogni ardimento;
5.16ché senza alcun tormento
5.17non torna a guerigion gran malatia,
5.18e chi accatta caro
5.19lo mal, non certo avaro
5.20ad acquistar lo bene essere dia.
6.1Non corra l'omo a cui conven gir tardi,
6.2né quei pur pensi e guardi
6.3a cui tutt'avaccianza aver bisogna;
6.4ché 'n un punto se slogna
6.5e fugge tempo sì, che mai non riede.
6.6Ferma tu donque el piede,
6.7ché, s'ello te trascorre, ed ora cadi,
6.8non atender mai vadi;
6.9né mai dottare alcun tempo cadere,
6.10se or te sai tenere.
6.11Adonqua onni tuo fatto altro abandona,
6.12e sol pensa e ragiona
6.13e fa come ciò meni a compimento;
6.14ché, se bene ciò fai,
6.15onne tuo fatto fai;
6.16se no, ciascun tuo ben va in perdimento.
7.1Ahi, com'è folle quei provatamente
7.2che dotta maggiormente
7.3perdere altrui che sé, né 'l suo non face,
7.4ma che quant'ha desface
7.5a pro de tal, onde non solo ha grato.
7.6Ed è folle el malato,
7.7che lo dolor de l'enfertà sua forte
7.8e temenza di morte
7.9sostene, avante che sostener voglia
7.10de medicina doglia;
7.11e foll'è quei che s'abandona e grida:
7.12Ahi, Dio segnore, aida!
7.13E folle anch'è chi mal mette ed ha messo
7.14nel vicin prossimano
7.15per om non stante e strano;
7.16e foll'è chi mal prova e torna ad esso.
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