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1.1O cari frati miei, con malamente
1.2bendata hane la mente
1.3nostro peccato e tolto hane ragione!
1.4E certo apresso ciò per gran neiente
1.5no nd'apella om giomente,
1.6ché d'omo non avem più che fazone.
1.7Che se descrezione,
1.8arbitro, poder, cor, senno e vertute
1.9noi fue dato in salute,
1.10a nostra dannazion lo convertemo;
1.11ché tutto adessa avemo
1.12fatta descrezion, malvagio ingegno,
1.13arbitro, servo di peccato tutto,
1.14defensore e sostegno
1.15e campion di disragion, podere,
1.16cor che contra piacere
1.17ha tutte cose oneste e graziose
1.18ed ha per dilettose
1.19quelle tutte che legge e Dio disdegna,
1.20e saver che disensegna
1.21dritto, Dio, e malvagità n'aprende,
1.22vertù, ch'ogne vertù pena dar sotto
1.23e vizi cria e in poder li stende.
2.1Demonio a Dio e corpo ad alma avemo
2.2e lo secol tenemo
2.3patria propia, somma, eternale.
2.4E ciò è, lassi! , unde bendati semo,
2.5per che ciascuno remo
2.6tenem, vogando quanto potem ver male.
2.7Or chi è ora leale,
2.8chi fedel, chi benigno, chi cortese
2.9non m'è certo palese;
2.10ma chi è malvagio e chi galeadore
2.11e chi per disamore
2.12e per malvagità e falseza ingegna
2.13amico o frate, veggione a comuno.
2.14E quel per maggior regna
2.15e maggiormente orrato e pro è fatto,
2.16che mei sa di baratto,
2.17treccando e galeando ad ogne mano;
2.18e se soave e piano
2.19umile Dio temendo alcun se trova
2.20che non baratto mova,
2.21misero, vile, codardo è tenuto;
2.22per che d'offender lui vago è catuno,
2.23e soi vicin tutti peten trebuto.
3.1Ma non galea alcun tanto, né mira,
3.2né davante se tira,
3.3non segualo penser noia ed affanno:
3.4soperbia, cupidezza, invidia e ira
3.5tanto no volle e gira,
3.6che nostre menti poso alcun non hanno.
3.7Vergogna porta e danno
3.8e travaglio vi ha più chi più ci tene,
3.9e mal vi ha più che bene
3.10chi più ci ha di piacere e men di noia;
3.11ch'onne mondana gioia,
3.12tarda, corta, leggera, è de nòi mesta;
3.13la fine, u' pende tutto, è sola doglia.
3.14Ma noia è sempre presta,
3.15lunga, grave, e sol ha fine a morte!
3.16Ov'è solazo in corte,
3.17u' poso in zambra, u' loco, u' condizione,
3.18ove, quando stagione,
3.19dove puro piacer paresse un punto?
3.20Legno quasi digiunto
3.21è nostro core in mar d'ogne tempesta,
3.22ove pur fugge porto e chere scoglia,
3.23e di correr ver morte ora non resta.
4.1O struggitor di noi, se qui è gravezza,
4.2ov'è donqua allegrezza
4.3Forse 'n inferno, ove corremo a prova?
4.4E siem più stolti ch'apellam stoltezza,
4.5se de tanta mattezza
4.6alcun si parte, poi verità ritrova;
4.7e mirabile e nova
4.8cosa tenem no chi mai fa, ma bene;
4.9ed entra gli altri mene
4.10biasmato e crociato avete, poi
4.11Dio mi partì da voi;
4.12e dove più d'onor degno m'ha fatto
4.13esso meo car Segnor, la sua merzede,
4.14più me biasmate matto,
4.15dicendo pertenevame gaudere,
4.16poi tempo, agio, podere
4.17e bella donna e piacentera avia;
4.18e ch'è grande villia
4.19e fera crudeltà disnaturata,
4.20la qual non fu trovata
4.21in fera alcuna, und'om parlasse mai,
4.22ch'abandoni figliuol che picciol vede,
4.23com'io tre picciolelli abandonai.
5.1Or come potev'io, matti, gaudere
5.2ov'è gran despiacere?
5.3Oltra ch'io dissi: Chi meglio adimora?
5.4Non tempo, non loco, non podere,
5.5né mia donna in piacere
5.6mi fue giorno già mai tanto quanto ora,
5.7ch'onne soperchia cura,
5.8unde non posa voi corpo né core,
5.9mi tolle el meo segnore.
5.10Und'eo mi gaudo quasi; e se per questo
5.11eternal vita acquisto,
5.12sì gran mercato mai non fue veduto.
5.13Ben agia chi noi pria chiamò gaudenti,
5.14ch'ogn'omo a Dio renduto
5.15lo più diritto nome è lui gaudente;
5.16ché qual più aspramente
5.17religione porta, ha più dolzore
5.18d'ogne mondan segnore,
5.19s'è di spirito bon, ché contra voglia
5.20ogni dolcezza è doglia.
5.21Non io, ma voi donqu'ai figliuoli spietosi,
5.22procacciandoi languire infra i languenti,
5.23ed eo li mei gaudere infra i gaudiosi!
6.1Ora s'eo fosse a mia guisa segnore
6.2d'ogne terren riccore,
6.3giovane sempre e deretano in vita,
6.4ed albergasse solo nel meo core
6.5tutto mondan dolzore,
6.6e ogne noia da me fosse partita
6.7come cosa fallita,
6.8e fosser fatte a lo piacer meo fine
6.9figlie e moglier reine
6.10e tutti re i figliuoi, sì mi seria
6.11oltra pensier mattia
6.12non tutto abandonar ciò, Dio seguendo;
6.13ché, solo, in gran diserto, ognunque pena
6.14per lo meo Dio soffrendo,
6.15vale meglio. Non tale bene vale
6.16quanto ben ver ver male?
6.17Primo: ben temporal val men che neente,
6.18ver ben che non dismente;
6.19secondo: ben terreno è fastidioso
6.20ver ben divin gioioso;
6.21terzo: ben ch'ha mal fine è di mal peggio,
6.22e mal che tolle peggio e ben ch'a meglio mena,
6.23sommo, eternal ben chiamar lo deggio.
7.1O caro segnor meo e dibonare,
7.2como m'osa blasmare
7.3alcun, se m'ho donato te seguire?
7.4Tanto m'hai fatto e fai e mi dei fare,
7.5nol porea meritare,
7.6se mi seguisse ogn'omo in te servire.
7.7O che mert'ho, bei sire,
7.8che, pria che 'l mondo formassi, m'amasti?
7.9ed apresso creasti
7.10non fera già, ma omo razionale;
7.11e non di popol tale,
7.12che non conosca te, ma di tua gente.
7.13Creato m'allevasti ed allevato
7.14fuite contra a presente:
7.15tu corpo ed alma in terra e in mare spesso
7.16mi defendesti d'esso;
7.17chi t'è contra seguiva ed altro tutto;
7.18e m'hai di loco brutto
7.19e tempestoso dato agiato e santo;
7.20faimi gioioso manto,
7.21e parti a grado tuo de tutto rio,
7.22e di' me coronare e far beato
7.23ed in eterno empiermi onne desio.
8.1O vengiator di mia onta, o ventore
8.2d'onne meo percussore,
8.3o ver soccorso a tutti miei bisogni,
8.4pur non de te me slogni,
8.5ferro, foco, infermitate, affanno,
8.6omo, fera, demonio o cosa quale
8.7tener poreami danno?
8.8Nulla certo: ma prod'è in te durando.
8.9Ma io solo peccando
8.10mi posso corpo ed alma aucider leve;
8.11ché dove mal m'è greve
8.12e bene rende me picciol savore,
8.13non è che poco amore.
8.14Languendo gauderea, como gaudea
8.15in fede intera ed in amor corale
8.16Lorenzo al foco ed alla croce Andrea.
9.1Capitano d'Arezzo Tarlato,
9.2non te mirar montato:
9.3te smonti già, ché valle han tutti i monti,
9.4sì come in plusor ponti
9.5tu medesmo n'hai saggio alcuno fatto.
9.6Ned obriar che d'ogne monte el sommo
9.7è sempre istremo e ratto,
9.8e che finghiosi e pien d'oncin son valli
9.9e li plusor for calli.
9.10Ahi, che laid'è di gran monte avallare
9.11e nel valle afondare:
9.12nel valle d'ogne valle ed eternale
9.13sentina a tutto male;
9.14e che bell'è d'esti monti salire
9.15in quel monte eternal d'ogne ben sommo,
9.16e d'esta vita vil grande partire!
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