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1.1Se 'l pensier, che dal core
1.2tristo mai non si parte,
1.3potesse farsi altrui, parlando, aperto,
1.4de l'aspro mio dolore
1.5fôra scema gran parte,
1.6ov'ei cresce ad ogni or stando coperto;
1.7né in vil loco o deserto,
1.8in piaggia, in selva o in monte
1.9avrei sì spesso albergo
1.10né innanzi, a lato e a tergo
1.11stariami chi mi strugge e fa mill'onte.
1.12Troppo son fier nemici
1.13i pensieri infelici;
1.14sempre stanno a l'assalto ed a l'offesa,
1.15né giova contro lor fuga o difesa.
1.16Benché, se talor spinto
1.17son tra le genti a forza,
1.18non mostri punto in viso di dolermi
1.19(ahi quanto il mondo è finto
1.20e quanti in verde scorza
1.21arbor son rosi da secreti vermi!),
1.22io, per celar potermi,
1.23sotto la fronte allegra
1.24chiudo i sospiri e 'l pianto,
1.25e 'n simulato canto
1.26copro la vita mia dogliosa ed egra,
1.27e con vista serena
1.28fascio l'immensa pena;
1.29e dentro al piè de la fiorita sterpe
1.30cruda s'asconde e velenosa serpe.
1.31Se, come i vestimenti
1.32s'aprisser gli uman petti,
1.33quanto vi si vedria, che non si crede!
1.34Ché de l'arcane menti
1.35le lingue e i nostri aspetti
1.36certa sempre non fanno e vera fede.
1.37Sallo chi 'l cor mi vede,
1.38s'egli è mio stato acerbo,
1.39e se, come sepulcro,
1.40di fòri ornato e pulcro,
1.41orrenda morte dentro e fetor serbo.
1.42Non tutto oro s'intende
1.43ciò che riluce o splende,
1.44né cosa si conosce al mondo meno
1.45che per la fronte quel ch'abbia altri in seno.
1.46Così, lasso! ho temenza
1.47di penar, mentr'io viva,
1.48senza trovar pietà de' miei martìri:
1.49però che l'apparenza
1.50è d'ogni dolor priva,
1.51pur come vuol chi tempra i miei desiri.
1.52Amor, ch'a ciò mi tiri
1.53(ch'altri non ha tal possa),
1.54mio core, a tutti ignoto,
1.55fa tu palese e noto
1.56a chi prima gli die' l'aspra percossa;
1.57ch'a lei desio mostrarlo,
1.58a tutt'altri celarlo
1.59son fermo, ed anco poi ch' io sia sepulto,
1.60tener l'affanno del mio petto occulto.
1.61O voi d'Amor seguaci,
1.62seguite il mio consiglio:
1.63temperato sia sempre il vostro affetto.
1.64Dir mi potreste: — Taci;
1.65provvedi al tuo periglio,
1.66pria che ti caglia de l'altrui difetto. —
1.67Ma tal laccio m'ha stretto,
1.68che provvidenza umana
1.69non fia mai che 'l discioglia;
1.70e spesso l'altrui doglia
1.71medico infermo e non la sua risana:
1.72pur ch'altri util vi dia,
1.73non curate chi sia;
1.74sì de' sempre ciascuno esser contento
1.75schifare a l'altrui costo il suo tormento.
1.76Di lasciarti veder ti guarderai,
1.77canzon mia, se ben pensi
1.78tuoi detti inculti e sensi,
1.79ed al giudizio degl'ingegni altèri
1.80starai nascosta più che i miei pensieri.
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