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1.1S'ïo avessi le rime aspre e chiocce,
1.2come si converrebbe al tristo buco
1.3sovra 'l qual pontan tutte l'altre rocce,
2.1io premerei di mio concetto il suco
2.2più pienamente; ma perch'io non l'abbo,
2.3non sanza tema a dicer mi conduco;
3.1ché non è impresa da pigliare a gabbo
3.2discriver fondo a tutto l'universo,
3.3né da lingua che chiami mamma o babbo.
4.1Ma quelle donne aiutino il mio verso
4.2ch'aiutaro Anfïone a chiuder Tebe,
4.3sì che dal fatto il dir non sia diverso.
5.1Oh sovra tutte mal creata plebe
5.2che stai nel loco onde parlare è duro,
5.3mei foste state qui pecore o zebe!
6.1Come noi fummo giù nel pozzo scuro
6.2sotto i piè del gigante assai più bassi,
6.3e io mirava ancora a l'alto muro,
7.1dicere udi'mi: "Guarda come passi:
7.2va sì, che tu non calchi con le piante
7.3le teste de' fratei miseri lassi".
8.1Per ch'io mi volsi, e vidimi davante
8.2e sotto i piedi un lago che per gelo
8.3avea di vetro e non d'acqua sembiante.
9.1Non fece al corso suo sì grosso velo
9.2di verno la Danoia in Osterlicchi,
9.3né Tanaï là sotto 'l freddo cielo,
10.1com'era quivi; che se Tambernicchi
10.2vi fosse sù caduto, o Pietrapana,
10.3non avria pur da l'orlo fatto cricchi.
11.1E come a gracidar si sta la rana
11.2col muso fuor de l'acqua, quando sogna
11.3di spigolar sovente la villana;
12.1livide, insin là dove appar vergogna
12.2eran l'ombre dolenti ne la ghiaccia,
12.3mettendo i denti in nota di cicogna.
13.1Ognuna in giù tenea volta la faccia;
13.2da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo
13.3tra lor testimonianza si procaccia.
14.1Quand'io m'ebbi dintorno alquanto visto,
14.2volsimi a' piedi, e vidi due sì stretti,
14.3che 'l pel del capo avieno insieme misto.
15.1"Ditemi, voi che sì strignete i petti",
15.2diss'io, "chi siete?". E quei piegaro i colli;
15.3e poi ch'ebber li visi a me eretti,
16.1li occhi lor, ch'eran pria pur dentro molli,
16.2gocciar su per le labbra, e 'l gelo strinse
16.3le lagrime tra essi e riserrolli.
17.1Con legno legno spranga mai non cinse
17.2forte così; ond'ei come due becchi
17.3cozzaro insieme, tanta ira li vinse.
18.1E un ch'avea perduti ambo li orecchi
18.2per la freddura, pur col viso in giùe,
18.3disse: "Perché cotanto in noi ti specchi?
19.1Se vuoi saper chi son cotesti due,
19.2la valle onde Bisenzo si dichina
19.3del padre loro Alberto e di lor fue.
20.1D'un corpo usciro; e tutta la Caina
20.2potrai cercare, e non troverai ombra
20.3degna più d'esser fitta in gelatina:
21.1non quelli a cui fu rotto il petto e l'ombra
21.2con esso un colpo per la man d'Artù;
21.3non Focaccia; non questi che m'ingombra
22.1col capo sì, ch'i' non veggio oltre più,
22.2e fu nomato Sassol Mascheroni;
22.3se tosco se', ben sai omai chi fu.
23.1E perché non mi metti in più sermoni,
23.2sappi ch'i' fu' il Camiscion de' Pazzi;
23.3e aspetto Carlin che mi scagioni".
24.1Poscia vid'io mille visi cagnazzi
24.2fatti per freddo; onde mi vien riprezzo,
24.3e verrà sempre, de' gelati guazzi.
25.1E mentre ch'andavamo inver' lo mezzo
25.2al quale ogne gravezza si rauna,
25.3e io tremava ne l'etterno rezzo;
26.1se voler fu o destino o fortuna,
26.2non so; ma, passeggiando tra le teste,
26.3forte percossi 'l piè nel viso ad una.
27.1Piangendo mi sgridò: "Perché mi peste?
27.2se tu non vieni a crescer la vendetta
27.3di Montaperti, perché mi moleste?".
28.1E io: "Maestro mio, or qui m'aspetta,
28.2sì ch'io esca d'un dubbio per costui;
28.3poi mi farai, quantunque vorrai, fretta".
29.1Lo duca stette, e io dissi a colui
29.2che bestemmiava duramente ancora:
29.3"Qual se' tu che così rampogni altrui?".
30.1"Or tu chi se' che vai per l'Antenora,
30.2percotendo", rispuose, "altrui le gote,
30.3sì che, se fossi vivo, troppo fora?".
31.1"Vivo son io, e caro esser ti puote",
31.2fu mia risposta, "se dimandi fama,
31.3ch'io metta il nome tuo tra l'altre note".
32.1Ed elli a me: "Del contrario ho io brama.
32.2Lèvati quinci e non mi dar più lagna,
32.3ché mal sai lusingar per questa lama!".
33.1Allor lo presi per la cuticagna,
33.2e dissi: "El converrà che tu ti nomi,
33.3o che capel qui sù non ti rimagna".
34.1Ond'elli a me: "Perché tu mi dischiomi,
34.2né ti dirò ch'io sia, né mosterrolti
34.3se mille fiate in sul capo mi tomi".
35.1Io avea già i capelli in mano avvolti,
35.2e tratto glien'avea più d'una ciocca,
35.3latrando lui con li occhi in giù raccolti,
36.1quando un altro gridò: "Che hai tu, Bocca?
36.2non ti basta sonar con le mascelle,
36.3se tu non latri? qual diavol ti tocca?".
37.1"Omai", diss'io, "non vo' che più favelle,
37.2malvagio traditor; ch'a la tua onta
37.3io porterò di te vere novelle".
38.1"Va via", rispuose, "e ciò che tu vuoi conta;
38.2ma non tacer, se tu di qua entro eschi,
38.3di quel ch'ebbe or così la lingua pronta.
39.1El piange qui l'argento de' Franceschi:
39.2"Io vidi", potrai dir, "quel da Duera
39.3là dove i peccatori stanno freschi".
40.1Se fossi domandato "Altri chi v'era?",
40.2tu hai dallato quel di Beccheria
40.3di cui segò Fiorenza la gorgiera.
41.1Gianni de' Soldanier credo che sia
41.2più là con Ganellone e Tebaldello,
41.3ch'aprì Faenza quando si dormia".
42.1Noi eravam partiti già da ello,
42.2ch'io vidi due ghiacciati in una buca,
42.3sì che l'un capo a l'altro era cappello;
43.1e come 'l pan per fame si manduca,
43.2così 'l sovran li denti a l'altro pose
43.3là 've 'l cervel s'aggiugne con la nuca:
44.1non altrimenti Tidëo si rose
44.2le tempie a Menalippo per disdegno,
44.3che quei faceva il teschio e l'altre cose.
45.1"O tu che mostri per sì bestial segno
45.2odio sovra colui che tu ti mangi,
45.3dimmi 'l perché", diss'io, "per tal convegno,
46.1che se tu a ragion di lui ti piangi,
46.2sappiendo chi voi siete e la sua pecca,
46.3nel mondo suso ancora io te ne cangi,
47.1se quella con ch'io parlo non si secca".
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