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Poesie

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1.1Come colui che naviga a seconda
1.2per correnti di rapide fiumane,
1.3che star gli sembra immobile, e la sponda
1.4fuggire e i monti e le selve lontane;
1.5così l'ingegno mio varca per l'onda
1.6precipitosa delle sorti umane:
1.7e mentre a lui dell'universa vita
1.8passa dinanzi la scena infinita,
1.9muto e percosso di stupor rimane.
2.1E di sordo tumulto affaticarme
2.2le posse arcane dell'anima sento;
2.3e guardo, e penso, e comprender non parme
2.4la vista che si svolve all'occhio intento;
2.5e non ho spirto di sì pieno carme
2.6che in me risponda a quel fiero concento:
2.7così rapito in mezzo al moto e al suono
2.8delle cose, vaneggio e m'abbandono,
2.9come la foglia che mulina il vento.
3.1Ma quando poi remoto dalla gente,
3.2opra pensando di sottil lavoro,
3.3nelle dolci fatiche della mente
3.4al travaglio del cor cerco ristoro;
3.5ecco assalirmi tutte di repente,
3.6come d'insetti un nuvolo sonoro,
3.7le rimembranze delle cose andate;
3.8e larve orrende di scherno atteggiate
3.9azzuffarsi con meco ed io con loro.
4.1Così tornata alla solinga stanza
4.2la vaga giovinetta, in cui l'acuta
4.3ebrietà del suono e della danza
4.4né stanchezza né sonno non attuta,
4.5il fragor della festa e l'esultanza
4.6le romba intorno ancor per l'aria muta;
4.7e il senso impresso de' cari sembianti
4.8e de' lumi e de' vortici festanti
4.9in faticosa vision si muta.
5.1Come persona a cui ratto balena
5.2sùbita cosa che d'obliar teme,
5.3così la penna afferro in quella piena
5.4del caldo immaginar che dentro freme;
5.5ma se sgorgando di difficil vena
5.6la parola e il pensier pugnano insieme,
5.7io, di me stesso diffidando, poso
5.8dal metro audace, e rimango pensoso,
5.9e l'angoscia d'un dubbio in cor mi geme.
6.1Dunque su questo mare a cui ti fide
6.2pericolando con sì poca vela,
6.3il nembo sempre e la procella stride
6.4e de' sommersi il pianto e la querela?
6.5E mai non posa l'onda, e mai non ride
6.6l'aere, e il sol di perpetue ombre si vela?
6.7Di questa ardita e travagliata polve
6.8che teco spira e a Dio teco si volve
6.9altro che vizio a te non si rivela?
7.1E chi sei tu che il libero flagello
7.2ruoti, accennando duramente il vero,
7.3e che parco di lode al buono e al bello
7.4amaro carme intuoni a vitupèro?
7.5Cogliesti tu, seguendo il tuo modello,
7.6il segreto dell'arte e il ministero?
7.7Diradicasti da te stesso in pria
7.8e la vana superbia e la follia,
7.9tu che rampogni e altrui mostri il sentiero?
8.1Allor di duol compunto, sospirando,
8.2de' miei pensieri il freno a me raccolgo;
8.3e ripetendo il dove, il come, il quando,
8.4la breve istoria mia volgo e rivolgo.
8.5Ahi del passato l'orme ricalcando
8.6di mille spine un fior misero colgo!
8.7Sdegnoso dell'error, d'error macchiato
8.8or mi sento co' pochi alto levato,
8.9ora giù caddi e vaneggiai col volgo.
9.1Misero sdegno, che mi spiri solo,
9.2di te si stanca e si rattrista il core!
9.3O farfalletta che rallegri il volo,
9.4posandoti per via di fiore in fiore,
9.5e tu che sempre vai, mesto usignolo,
9.6di bosco in bosco cantando d'amore,
9.7delle vostre dolcezze al paragone,
9.8in quanta guerra di pensier mi pone
9.9questo che par sorriso ed è dolore!
10.1Oltre la nube che mi cerchia e in seno
10.2agita i venti e i fulmini dell'ira,
10.3a più largo orizzonte, a più sereno
10.4cielo, a più lieto vol l'anima aspira;
10.5ove congiunti con libero freno
10.6i forti canti alla pietosa lira,
10.7di feconda armonia l'etere suoni,
10.8e sian gl'inni di lode acuti sproni
10.9alla virtù che tanto si sospira.
11.1O Gino mio, se a te questo segreto
11.2conflitto della mente io non celai,
11.3quando accusar del canto o mesto o lieto
11.4in me la nota o la cagione udrai;
11.5narra quel forte palpito inquieto,
11.6tu che in altrui l'intendi e in te lo sai,
11.7di quei che acceso alla beltà del vero
11.8un raggio se ne sente nel pensiero,
11.9e ognor lo segue e non lo giunge mai.
12.1E anch'io quell'ardua immagine dell'arte
12.2che al genio è donna e figlia è di natura,
12.3e in parte ha forma dalla madre, in parte
12.4di più alto esemplar rende figura;
12.5come l'amante che non si diparte
12.6da quella che d'amor più l'assecura,
12.7vagheggio, inteso a migliorar me stesso
12.8e d'innovarmi nel pudico amplesso
12.9la trepida speranza ancor mi dura.
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