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LA RASSEGNAZIONE

Poesie

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1.1Dite un po', Padre mio, sarebbe vero
1.2che ci volete tanto rassegnati
1.3da giulebbarci in casa il forestiero
1.4come un cilizio a sconto de' peccati,
1.5e a Dio lasciare la cura del poi,
1.6come se il fatto non istesse a noi?
2.1Eh via, Padre, parliamo da cristiani:
2.2se vi saltasse un canchero a ridosso,
2.3lascerete là là d'oggi in domani
2.4che col comodo suo v'arrivi all'osso?
2.5Aspetterete lì senza chirurgo
2.6che vi levi da letto un taumaturgo?
3.1Uno che nasce qui nel suo paese,
3.2che di nessuno non invidia il covo,
3.3se non fa posto, se non fa le spese
3.4a chi gli entra nel nido e ci fa l'ovo,
3.5se non gli fa per giunta anco buon viso
3.6secondo voi, si gioca il paradiso?
4.1Noi siam venuti su colla credenza
4.2che il mondo è largo da bastare a tutti:
4.3e ci pare una bella impertinenza,
4.4che una ladra genia di farabutti
4.5venga a imbrogliar le parti di lontano
4.6che fa Domine Dio di propria mano.
5.1Questa dottrina di succhiarsi in pace
5.2uno che ci spelliccia allegramente,
5.3Padre, non è in natura, e non ci piace,
5.4appunto perché piace a certa gente:
5.5caro Padrino mio, questa dottrina,
5.6secondo noi, non è schietta farina.
6.1Vedete? Ognuno di scansar molestia
6.2si studia a più non posso e s'arrabatta,
6.3e morsa e tafanata, anco una bestia
6.4vedo che si rivolta e che si gratta:
6.5e noi staremo qui come stivali
6.6senza grattarci quest'altri animali?
7.1— Siamo fratelli, siam figli d'Adamo,
7.2creati tutti a immagine d'Iddio;
7.3siam pellegrini sulla terra; siamo,
7.4senza distinzion di tuo né mio,
7.5una famiglia di diverse genti... —
7.6Bravo, grazie, non fate complimenti;
8.1e facciamo piuttosto, in carità,
8.2tanti fratelli, altrettanti castelli!
8.3Di quella razza di fraternità
8.4anco Abele e Caino eran fratelli!
8.5Finché ci fanno il pelo e il contrappelo,
8.6che c'entra stiracchiare anche il vangelo?
9.1Questo vostro dolciume umanitario,
9.2questa fraternità tanto esemplare,
9.3che di santa che fu, là, sul Calvario,
9.4l'hanno ridotta ad un intercalare,
9.5vo' l'usereste, ditemi, appuntino
9.6tanto al ladro diritto che al mancino?
10.1Oh io, per ora, a dirvela sincera,
10.2mi sento paesano paesano:
10.3e nel caso, sapete in qual maniera
10.4sarei fratello del genere umano?
10.5Come dice il proverbio: amici cari,
10.6ma patti chiari e la borsa del pari.
11.1Prima, padron di casa in casa mia;
11.2poi, cittadino nella mia città;
11.3Italiano in Italia, e così via
11.4discorrendo, uomo nell'umanità:
11.5di questo passo dò vita per vita,
11.6e abbraccio tutti e son cosmopolita.
12.1La carità l'è santa, e tra di noi
12.2che siamo al sizio venga e si trattenga;
12.3ma verso chi mi scortica, po' poi,
12.4io non mi sento carità che tenga:
12.5Padrino, chi mi fa tabula rasa,
12.6pochi discorsi, non lo voglio in casa.
13.1Questa marmaglia di starci sul collo
13.2non si contenta, ma tira a dividere,
13.3tira a castrare e a pelacchiare il pollo,
13.4come suol dirsi, senza farlo stridere:
13.5e la pazienza in questo struggibuco
13.6la mi doventa la virtù del ciuco.
14.1L'ira è peccato! Sì, quando per l'ira
14.2se ne va la giustizia a gambe all'aria.
14.3Ma se le cose giuste avrò di mira,
14.4l'ira non sento alla virtù contraria.
14.5Fossi papa, scusatemi, a momenti
14.6l'ira la metterei tra' sacramenti.
15.1Cristo, a questo proposito, ci ha dato,
15.2dolce com'era, un bellissimo esempio
15.3(e lo lasciò perché fosse imitato),
15.4quando, come sapete, entrò nel tempio
15.5e sbarazzò le soglie profanate
15.6a furia di santissime funate.
16.1Fino a non far pasticci, e all'utopie
16.2tenere aperto l'occhio e l'uscio chiuso;
16.3fino a sfidare il carcere, le spie,
16.4l'esilio, il boia, e ridergli sul muso;
16.5fino a dar tempo al tempo, oh, Padre mio,
16.6fin qui ci sono, e mi ci firmo anch'io.
17.1Ma la prudenza non fu mai pigrizia.
17.2Vossignoria se canta o sesta o nona,
17.3canta: — Servite Domino in laetitia; —
17.4e non canta: — Servitelo in poltrona —.
17.5Chi fa da santo colle mani in mano,
17.6Padre, non è cattolico, è pagano.
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