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1.1O merli tarpati
1.2su su da piccini,
1.3o galli potati
1.4ad usum Delphini;
2.1o gufi pennuti
2.2dell'antro di Cacco,
2.3o falchi pasciuti
2.4del pubblico acciacco;
3.1o nibbi vaganti
3.2stecchiti di fame,
3.3o corvi anelanti
3.4al nostro carcame;
4.1sparvieri, calate,
4.2calate, avvoltoi;
4.3pappate, pappate;
4.4si scanna per voi:
5.1ma intanto, brigata,
5.2udite la strega
5.3che dà l'imbeccata
5.4al vostro collega.
6.1— Che bisogna scansare i liberali,
6.2i giovani d'ingegno, i mal veduti;
6.3non chiacchierar di libri e di giornali,
6.4come non visti mai né conosciuti;
6.5chiuder l'animo a tutti e stare a sé,
6.6so di buon luogo che lo sai da te.
7.1Questo appartiene all'arte del non fare,
7.2e in quest'arte sei vecchio e ti conosco;
7.3e sarebbe, il volertela insegnare,
7.4portar acqua alla fonte e legne al bosco;
7.5ora all'ingegno tuo bene avviato
7.6resta l'altra metà del noviziato.
8.1Prima di tutto incurva la persona,
8.2personifica in te la reverenza;
8.3insàccati una giubba alla carlona,
8.4e piglia per modello un'Eccellenza:
8.5in questo caso l'abito fa il monaco,
8.6e il muro si conosce dall'intonaco.
9.1Piglia quel su e giù del saliscendi,
9.2quell'occhio del ti vedo e non ti vedo;
9.3quel tentennìo, non so se tu m'intendi,
9.4che dice sì e no, credo e non credo;
9.5e piglia quel sapor di dolce e forte,
9.6che s'usa dal bargel fino alla corte.
10.1Barba no, ci s'intende: un impiegato,
10.2(cosa chiara, provata e naturale)
10.3quanto più serba il muso di castrato,
10.4tanto più entra in grazia al principale;
10.5ma in questo, per piacere a chi conviene,
10.6anco la mamma t'ha servito bene.
11.1Non lasciar mai la predica e la messa,
11.2e prega sempre Iddio vistosamente;
11.3vacci nell'ora e nella panca stessa
11.4del commissario, oppur del presidente;
11.5anzi, di sentinella alla piletta,
11.6dàgli, quand'entra, l'acqua benedetta.
12.1Fatti introdurre, e vai sera per sera
12.2da qualche scamonea fatto ministro;
12.3e là, secondo l'indole e la cera,
12.4muta strumento e gioca di registro:
12.5se ti par aria da farci il buffone,
12.6fallo, e diverti la conversazione;
13.1se poi si gioca e si sta sulle sue,
13.2chiappa le carte e fai da comodino.
13.3Perdi alla brava, ingòzzati del bue,
13.4doventa il Papa–sei del tavolino;
13.5ché quando t'ha sbertato e pelacchiato,
13.6ti salda il conto a spese dello Stato.
14.1Fa di tenerlo in giorno, e raccapezza
14.2la chiacchiera, la braca, il fattarello;
14.3tutto ciò che si fa, da Su' Altezza
14.4(per così dire) infino a Stenterello.
14.5Sia l'ozio, il posto o la meschinità,
14.6chi comanda è pettegolo, si sa.
15.1Se il diavolo si dà che ti s'ammali,
15.2visite, amico, visite e di molte:
15.3metti sossopra medici, spaziali,
15.4fa' quelle scale centomila volte;
15.5piantagli un senapismo, una pecetta,
15.6e, bisognando, vuota la seggetta.
16.1Se l'omo guarirà, fattene bello:
16.2se poi vedi che pèggiora e che muore,
16.3a caso perso, bacia il chiavistello,
16.4e lascia nelle peste il confessore.
16.5Il morto giace, il vivo si dà pace,
16.6e sempre s'appuntella al più capace.
17.1Colle donne di casa abbi giudizio;
17.2perché, credilo a me, ci puoi trovare
17.3tanto una scala quanto un precipizio,
17.4e bisogna saper barcamenare.
17.5Tienle d'accordo, accàttane il suffragio;
17.6ma prima di andar oltre, adagio Biagio.
18.1Se avrà la moglie giovane, rispetto,
18.2e rispetto alle serve e alle figliuole:
18.3se l'ha vecchia, rimorchiala a braccetto,
18.4servila, insomma fai quello che vuole:
18.5oh le vecchie, le vecchie, amico mio,
18.6portano chi le porta; e lo so io.
19.1Occhio alla servitù venale e scaltra;
19.2ungi la rota, e tienti sull'avviso
19.3di non urtarla; una man lava l'altra,
19.4suol dirsi, e tutte e due lavano il viso:
19.5nel mondo va giocato a giova giova,
19.6e specialmente se gatta ci cova.
20.1Sempre e poi sempre un pubblico padrone
20.2ha un servitore più padron di lui,
20.3che suol fare alla roba del padrone
20.4come a quella di tutti ha fatto lui;
20.5se l'amico avrà il suo, con questo poi
20.6sii pane e cacio, e datevi del voi.
21.1Se mai nasce uno scandalo, un diverbio,
21.2un tafferuglio in quella casa là,
21.3acqua in bocca, e rammentati il proverbio:
21.4molto sa chi non sa, se tacer sa:
21.5a volte, in casa propria, un consigliere
21.6pare una bestia, ma non s'ha a sapere.
22.1In quanto a lodi poi, tira pur via;
22.2incensa per diritto e per traverso;
22.3loda l'ingegno loda la mattia,
22.4loda l'imprese, loda il tempo perso:
22.5quand'anco non vi sia capo né coda,
22.6loda, torna a lodare, e poi riloda.
23.1Pésca una dote e ridi del decoro
23.2(della virtù, si sa, non ne discorro);
23.3che se piacesse all'Eccellenze loro
23.4d'appiccicarti un canchero, un camorro,
23.5purché ti sia la pillola dorata,
23.6beccala e non badare alla facciata.
24.1Briga più che tu puoi: sta sull'intese;
24.2piglia quel che vien vien, pur di servire:
24.3ma chiedi, ché la botta che non chiese
24.4non ebbe coda: e poi devi capire,
24.5che non sorrette dai nostri bisogni
24.6le loro autorità sarebber sogni.
25.1L'animo d'un ministro, il mio e il tuo,
25.2son press'a poco d'uno stesso intruglio:
25.3dunque un nebbione che non fa sul suo,
25.4e si può fare onor del sol di luglio,
25.5nella sua dappocaggine pomposa,
25.6è quando crede di poter qualcosa.
26.1Non ti sgomenti quel mar di discorsi,
26.2quel traccheggiar la grazia al caso estremo,
26.3quel nuvolo di se, di ma, di forsi,
26.4quel solito vedremo, penseremo...
26.5eterno gergo, eterna pantomima
26.6di queste zucche che tu vedi in cima.
27.1Abbi per non saputo e per non visto
27.2ogni mal garbo, ogni atto d'annoiato,
27.3fingiti grullo, come Papa Sisto,
27.4se ti preme di giungere al papato:
27.5il dolce pioverà dopo l'amaro,
27.6e l'importuno vincerà l'avaro —.
28.1E Gingillino non intese a sordo
28.2della volpe fatidica il ricordo.
28.3Andò, si scappellò, s'inginocchiò,
28.4si strisciò, si fregò, si strofinò,
28.5e soleggiato, vagliato, stacciato,
28.6abburattato da Erode a Pilato,
28.7fatta e rifatta la storia medesima,
28.8ricevuto il battesimo e la cresima
28.9di vile e di furfante di tre cotte,
28.10lo presero nel branco, e buona notte.
29.1Qui, non potendosi
29.2legare al collo
29.3la grazia regia
29.4col regio bollo,
30.1a capo al letto
30.2in un sacchetto
30.3se l'inchiodò;
31.1mattina e sera
31.2questa preghiera
31.3ci bestemmiò:
32.1— Io credo nella Zecca onnipotente
32.2e nel figliuolo suo detto Zecchino,
32.3nella Cambiale, nel Conto corrente,
32.4e nel Soldo uno e trino:
32.5credo nel Motuproprio e nel Rescritto,
32.6e nella Dinastia che mi tien ritto.
33.1Credo nel Dazio e nell'Imposizione,
33.2credo nella Gabella e nel Catasto;
33.3nella docilità del mio groppone,
33.4nella greppia e nel basto:
33.5e con tanto di core attacco il voto
33.6sempre al santo del giorno che riscuoto.
34.1Spero così d'andarmene là là,
34.2o su su fino all'ultimo scalino,
34.3di strappare un cencin di nobiltà,
34.4di ficcarmi al casino,
34.5e di morire in Depositeria
34.6colla croce all'occhiello, e così sia —.
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