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LETTERA A UN AMICO

Poesie

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1.1A che serve sciupare i purganti
1.2e star sempre col povero me,
1.3o pagare i miracoli ai santi
1.4per campar quanto visse Noè?
1.5A che serve con cento malanni
1.6zoppicar sulla curva degli anni?
2.1Prete Olivo e le sue gherminelle
2.2con la morte non curo davvero:
2.3non vorrei per salvarmi la pelle
2.4il panchetto, le carte ed il pero;
2.5né potendo, passare la bara
2.6rovinando il demonio a bambara.
3.1Non disprezzo la vita e non tengo
3.2il galoppo dei giorni fugaci:
3.3se i capelli son misto–marengo,
3.4se d'amore mi mancano i baci,
3.5se vo gobbo più tardi o più presto,
3.6disperar non mi voglio per questo.
4.1Si disperi la vecchia galante
4.2che dicembre vendea per aprile,
4.3che fallita per l'ultimo amante
4.4vide crescersi a forza di bile
4.5ogni giorno una grinza di più
4.6e con l'asma ritorna a Gesù.
5.1Si disperi chi fece la spia
5.2cinquant'anni, mutando bargello,
5.3vagheggiando con dolce manìa
5.4un impiego, una croce all'occhiello,
5.5né per anco può fare la coglia
5.6e si trova a morir con la voglia.
6.1Io non son ciarlatano, né vago
6.2di mandar la parrucca al tintore:
6.3non mi faccio pagare, non pago,
6.4e non vo' galvanismo in amore;
6.5né d'onori o di nastri la smania
6.6mi fa pigro o mi dà l'emicrania.
7.1Poche lire, che babbo ogni mese
7.2con la predica d'uso mi manda,
7.3son bastanti per farmi le spese
7.4senza punto incensar chi comanda;
7.5vivo sciolto, la pentola è calda,
7.6e nessuno mi tira la falda.
8.1Se mi nega staffiere e quadriga
8.2la fortuna volubile e stramba,
8.3senza darmi pensiero né briga
8.4questa vita farò gamba gamba;
8.5non avrò mangiapani né ciarpe,
8.6ma buon nome e pagate le scarpe.
9.1Ché del resto a qualunque condanna
9.2mi rassegno, e propongo a me stesso
9.3di pigliarmela a un tanto la canna:
9.4in un canto mi tiro, e professo,
9.5s'anco il mondo ritorna nel cao,
9.6la tranquilla virtù d'Ermolao.
10.1Ne ho vedute parecchie, e già stufo,
10.2son lì lì per serrar la finestra:
10.3come secca mangiando anc'a ufo
10.4ogni giorno la stessa minestra,
10.5parimenti m'uggisce e mi tedia
10.6veder sempre la stessa commedia.
11.1Un bigotto che burla il demonio
11.2e ti spoglia cercando le croci,
11.3demagoghi del solito conio
11.4negozianti di libere voci,
11.5uccellacci fregiati il groppone
11.6delle penne rubate al pavone:
12.1un figuro con toga di seta
12.2che sentenza ti dà con l'accetta,
12.3la gazzetta che fa da profeta,
12.4il profeta che fa da gazzetta,
12.5delle genti rimesso il destino
12.6nelle mani di padre Ambrogino:
13.1ecco tutto. Ne' giorni passati,
13.2d'innocente asinaggine ordita,
13.3di lusinghe, di sogni beati
13.4dolcemente mi parve la vita.
13.5Questa terra una cara illusione,
13.6una fitta di brave persone.
14.1Eran quelli i dì santi ed amari,
14.2i dì quando una febbre epidemica
14.3ci portava a crear dei lunari,
14.4i dì quando con nuova polemica
14.5ci faceva morir dalle risa
14.6il Balì sanfedista di Pisa.
15.1Se nel mezzo all'umana famiglia
15.2mi dicevan, c'è un bindolo, un porco;
15.3stupefatto inarcavo le ciglia
15.4come il bimbo ai racconti dell'orco:
15.5questa razza impastata di scisma
15.6la vedevo a traverso di un prisma.
16.1Ora il polso è più quieto, e l'occhiale
16.2che gli oggetti alterava è spezzato:
16.3ora il mondo lo vedo tal quale,
16.4e sorrido sul tempo passato:
16.5la stagione dei sogni finì
16.6e sta zitto perfino il Balì.
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