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Risposta di don Pellegrino in nome del Magnifico Comune di Firenze al Conte da Battifolle

Poesie

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1.1La gloria trïunfale e 'l dolce nome,
1.2che a' meriti miei tanto consona
1.3quanto a regal corona
1.4rubino o diamante o bel zaffiro,
1.5o qual Dïana con ardente spiro
1.6conforma sé col figlio di Latona,
1.7che con sua ricca zona
1.8perlustra il mondo e con suo belle chiome
1.9spira per l'universo, e spande e prome
1.10l'alta possanza e 'l mio ricco tesauro
1.11di senno e gemme ed auro
1.12e della fama mia il gran valore.
1.13Io son quel vago e quel venusto fiore
1.14che ho gran parte di Nettunno e Teti,
1.15e sotto i miei decreti
1.16in terra tengo scettro e monarchia;
1.17e sotto mia balìa
1.18quasi tutta Toscana reggo e tegno
1.19e ciascun giorno più crescendo vegno.
2.1L'antique, illustre e novelle vittorie,
2.2che rigistrate sono in mille carte,
2.3qual sotto fiero Marte
2.4ho conquistate e con robusta mano,
2.5palese sono e per monte e per piano,
2.6ché al mondo non rimane alcuna parte
2.7ove non sieno sparte
2.8in prose e rime e belle istorie,
2.9sì che in eterno mai le mie memorie
2.10non fieno spente né di pregio vòte,
2.11ma sempre chiare e note
2.12infin che Febo in ciel farà suo corso.
2.13Sì che qualunque m'ha graffiato e morso
2.14alfine il domo sotto la mia clava,
2.15che ogni cosa prava
2.16distrugge e caccia via e manda al fondo,
2.17tal che per tutto il mondo
2.18splende la fama mia e' miei gran fatti:
2.19per ch'io castigo i sciocchi e i folli e matti.
3.1Io son fondata sotto il bel pianeta
3.2che fé i Romani al mondo tanto degni,
3.3che monarchie e regni
3.4già conquistâr al lor alto vessillo.
3.5Torquato, Tito, Cesar e Camillo
3.6ed Affrican con forza e con ingegni
3.7sotto possenti segni
3.8ferono star già Roma alta e quieta.
3.9Sotto costui io son sì vaga e lieta
3.10ch'io son sempre più bella e più m'adorno,
3.11per che di giorno in giorno
3.12crescer mi veggio il mio bel serto in testa.
3.13Io son clemente, io son giusta ed onesta,
3.14io son specchio di senno e di costumi;
3.15in me son tutti i lumi
3.16d'ogni virtù, qual vuoi ch'al mondo sia.
3.17Io son la madre pia
3.18de' buoni e de i protervi aspra noverca:
3.19guai a colui che contra me mal cerca!
4.1Quella città, che siede in sulla foce
4.2di quel bel fiume che Firenze bagna
4.3e nel Tereno stagna
4.4e tolse a Machumet il bel tesoro,
4.5che vince gemme prezïose ed oro,
4.6qual non avere cristian si lagna
4.7sol per nostra magagna,
4.8il sacro avel di Quel che stette in croce,
4.9l'essemplo dà, ché mio colpo feroce
4.10sostenne e del lïon la forte branca.
4.11Ora dolente e stanca
4.12si sta umìle e sotto il forte artiglio,
4.13ch'era nimica del possente giglio
4.14e, per cacciarlo a terra, fé gran prove
4.15sotto l'uccel di Giove.
4.16Ma il suo van pensier li valse poco,
4.17per che sotto il mio giogo
4.18per la mia gran possanza il fei venire,
4.19onde convielli a me sempre obedire.
5.1Vexilla libertatis, ch'è sì cara,
5.2come sa chi per lei da sé discaccia
5.3la vita e morte abraccia
5.4per non morire a posta di tiranno,
5.5io la mantengo in glorïoso scanno
5.6col gran valor delle mie forte braccia,
5.7sì che mai non s'allaccia
5.8all'aspra servitù, ch'è tanto amara.
5.9Per mantener costei, ch'è sì preclara,
5.10ho discipati più di mille sterpi
5.11pien di lupi e di serpi,
5.12rubbadori, assassini e tirannelli.
5.13Erano piene e le rocche e i castelli,
5.14ma io con mia virtù ne ho spento il seme,
5.15sì che nessun più teme,
5.16acompagnato o sol, gir per camino.
5.17Romeo e pellegrino,
5.18i forestieri ed anco il paesano
5.19sicuro può andar con l'oro in mano.
6.1Questo che io ho narrato è piccol dire
6.2in comparazion de i fatti egregi
6.3contra signori e regi,
6.4che per pigliarmi han tesi rete e lacci;
6.5ma alfin io ne ho fatte pezzi e stracci,
6.6ed ho disfatti principi e collegi,
6.7né curato dispregi,
6.8né gran minacci, né superbo ardire.
6.9Ond'io ho fatto il mio nome sintire
6.10all'Indo, all'Etiope e all'Ircano,
6.11Argolico e Soldano,
6.12ai Massageti e Persi e Caramanti,
6.13Finici, Palestini e fier Barbanti,
6.14Barbari, Turchi e Affricani e Scoti,
6.15Tedeschi, Cimbri e Goti.
6.16Per l'universo il mio nome risplende,
6.17sì che qualunque offende
6.18il regno mio aspetti la vendetta,
6.19che qualche volta fia, se non in fretta.
7.1Adunque, qual follia o qual matezza
7.2ti fece, o quale orgoglio o pensier folle,
7.3Conte da Battifolle,
7.4che contra al mio valor alzasti il dito?
7.5Questo, ch'io ho narrato, avevi udito
7.6aperto e chiaro e per piano e per colle
7.7che ciascun, che mi volle
7.8oltraggio fare, io l'ho messo in bassezza.
7.9El lamento che fai qui non s'aprezza,
7.10e perdonanza qui non ha più luoco,
7.11sì che pregarmi poco
7.12utile fia a te o a' tuoi nati.
7.13A quello a cui tu hai largiti e dati
7.14tutti li sensi tuoi ti racomanda,
7.15ché di nostra vivanda
7.16più non se' digno e non ne puoi gustare.
7.17Da te può imparare
7.18ciascun che dar mi vòle afanno o briga
7.19che la mia mazza arguta lo castiga.
7.20— Canzon liggiadra e degna di memoria,
7.21considerando chi ti manda intorno,
7.22fa' non faccia soggiorno,
7.23sì che non sia ripresa dello stare.
7.24Del mio alto valor sappia narrare
7.25e come io son del mondo il fiore adorno
7.26e rilucente ed orno,
7.27sì che ciascuno intenda la mia gloria.
7.28E della mia vittoria
7.29avisa poi ciascun signore e terra,
7.30ché guardin ben come mi muove guerra.
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