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Lamento di Francesco da Battifolle Conte di Poppi

Poesie

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1.1O me, o me, o me, o me dolente,
1.2o mille volte, o me, o cento milia
1.3o dolente vigilia
1.4di mala festa! o mal pensiero e folle!
1.5oimè, sangue gentil da Battifolle,
1.6com'ho condotto me e mia familia
1.7a sì trista quisquilia,
1.8che fui signore sì alto e possente!
1.9O Perugin fallace e frodolente,
1.10non Piccinin ma grande in mia ruina!
1.11O velenosa spina,
1.12che m'hai trafitto il core ond'e' mi scoppia
1.13e più di giorno in giorno si raddoppia
1.14angoscioso dolor che 'l cor mi preme,
1.15pensando il gentil seme
1.16c'ha maculato mia dura cervice.
1.17Io era alto e felice
1.18, e ora son cacciato
1.19per mia follia di sì felice stato.
2.1Quell'alta signoria ch'è tanto prona
2.2e generosa a perdonar l'offese
2.3mi fu tanto cortese
2.4ch'avea indulto a mia vecchia follia,
2.5datomi onore e possente balìa
2.6di commessione in quel vago paese,
2.7ove prima discese
2.8quel cristallin ruscel di Falterona.
2.9Ivi si riposava mia persona
2.10con sì bella famiglia e tanto onore
2.11dell'antico valore
2.12del generoso sangue ond'io son nato.
2.13Ma io, solo da me mal consigliato,
2.14non curando d'onor, ruppi la fede
2.15a quel bel fior che vede
2.16il presente e 'l futuro; ond'io rimango,
2.17o lasso a me, nel fango,
2.18cacciato con vergogna e con disagio,
2.19abbandonando il mio alto palagio.
3.1Sotto l'ombra possente di Marzocco
3.2e sotto l'ale del fiero artiglione,
3.3che trafigge il dragone,
3.4giocondo stava e dormiva sicuro:
3.5Firenze bella m'era scudo e muro,
3.6come agli Ebrei il possente Sansone;
3.7sì che nulla offensione
3.8temea di cavalier, pedone o rocco.
3.9Ma io, dolente o me, deliro e sciocco,
3.10ostar credetti a quel possente giglio
3.11a cui non manca mai vivace umore,
3.12né mai cangia colore
3.13per ispirar di venti o di tempesta.
3.14Ma la mia dura testa
3.15cacciato m'ha del mio albergo antico.
4.1O Carlo mio, o Ruberto, o Luchino,
4.2o Anna, o Lodovica, o tu Gualdrada,
4.3qual fia la nostra strada,
4.4misero a me, o qual fia nostr'ostello?
4.5Ove ritroveremo il bel castello,
4.6lasso dolente, e la bella contrada?
4.7O aspra, o cruda spada
4.8trafiggi il core a me lasso tapino!
4.9O sale imperiali, o bel giardino,
4.10o camere leggiadre e compassate
4.11di fino oro adornate,
4.12o scale trionfali a beccatelli!
4.13O bei corsieri, o bracchetti, o uccelli!
4.14O tanta riverenza di vassalli,
4.15che per monti e per valli
4.16tenevo scettro e bella signoria!
4.17Ma mia trista follia
4.18m'ha traboccato d'alto in basso loco,
4.19onde ho perduto festa e riso e gioco.
5.1«O folle padre di noi tristi figli,
5.2che ci avie fatti sì leggiadri e belli
5.3or ci hai fatti ribelli
5.4senza nostro peccato, e fatti tristi!
5.5Maledetto sia il dì che tu assentisti
5.6al folle tradimento, e' tuo drappelli
5.7drizzasti e i pensieri felli
5.8a osteggiar con quei possenti artigli
5.9del gran leone, e dei possenti gigli,
5.10ch'abbatte ogni animal che gli fa guerra;
5.11ognun batte e atterra
5.12che contro al suo voler alza la testa.
5.13Egli ha la brama sì possente e presta
5.14che non teme l'assalto d'altra belva
5.15o di monte o di selva,
5.16sì che costar gli fa il folle ardire.
5.17Ma chi gli vuol servire
5.18con lieto volto e con serena fronte
5.19il fa star franco per piano e per monte»,
6.1— O dolci nati del mio gentil sangue,
6.2i' vel confesso
6.3Il cor dolente mio si duole e langue
6.4ch'io son cagion del mio e vostro male.
6.5Ch'io non aveva eguale
6.6nel mio dolce paese né pareggio:
6.7ora, dolente, misero, mi avveggio
6.8ch'io ho disfatto voi e me in un punto,
6.9onde il mio cuore è munto
6.10e sentomi mancare ogni valore.
6.11Io son pien di dolore,
6.12o dolci nati miei, e tanto lasso
6.13ch'io vo gridando morte a passo a passo.
7.1— O gentil fior, che 'n tutto il mondo spiri
7.2tanto del tuo odor ch'ognun ne sente,
7.3glorioso e possente,
7.4contro del quale io ho tanto fallato,
7.5mercé, mercé, mercé del mio peccato!
7.6Mercé dimando a tua pietosa gente
7.7con lagrime sovente,
7.8con doglia, con angoscia e con sospiri;
7.9e priego il tuo valor che non rimiri
7.10al mio fallir, ma li miei dolci nati
7.11ti sien raccomandati,
7.12che innocenti sono e senza colpe.
7.13Io diedi loro, oimè, l'ossa e le polpe;
7.14e del mio fallo lor dispiacque tanto
7.15che con sospiri e pianto
7.16contradiceano e con pietosa voce.
7.17Ma il mio cor feroce,
7.18non speculando il fin, fece il gran fallo,
7.19che car mi costa, e tutto il mondo sallo.
7.20— Canzon dolente, mettiti in viaggio,
7.21e narra a quei signori il mio lamento,
7.22che hanno il reggimento
7.23di quell'alma città ch'è sì pietosa.
7.24Con umil voce e non con orgogliosa
7.25fa' manifesto il mio gran pentimento,
7.26e ch'io son malcontento
7.27se inver di lei cercai alcun oltraggio:
7.28di' ch'un poco di raggio
7.29della lor gran pietade in me rifulga;
7.30se non a me, a' miei figliuoli indulga.
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