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163

Filippo Scarlatti (????–????)
Poesie

PoeTree.it

1.1Ciaschedun fugga Amore,
1.2perch'egli è traditore.
1.3Alcun non sia che voglia
1.4cercar fatica e doglia,
1.5potendo aver diletto;
1.6anzi, per altro detto,
1.7è singular pazzia
1.8che di suo signoria
1.9si privi l'uon, faccendosi suggetto.
1.10O Amor maladetto,
1.11quanti mal capitare,
1.12che t'hanno a seguitare,
1.13n'ha' fatti alfin, sanz'alcun lor sussidio!
1.14Ché te ne mostra Ovidio
1.15d'Archita, che 'n prigione
1.16solo ha contemplazione
1.17di non partir da Emilia suo 'manza.
1.18Ma e' non è a bastanza:
1.19chi in esilio e chi preso,
1.20sendo d'Amore offeso,
1.21e chi mal capitato,
1.22chi morto disperato,
1.23chi perso ha 'l sentimento,
1.24chi a guardar l'armento
1.25come vil femminella,
1.26e chi con freno e sella
1.27è suto cavalcato
1.28e quale isvergognato,
1.29sì c'ha perso l'onore;
1.30e chi sempre in dolore
1.31e chi anegato in mare,
1.32chi condotto a filare
1.33in suo vita è vissuto.
1.34Però fate rifiuto
1.35al lascivo Amore,
1.36iniquo e 'ngannatore,
1.37se volete esser liberi;
1.38e ciascun si diliberi
1.39non valer più seguire
1.40suo 'mprese, anzi fuggire
1.41lui co' suo van sollazzi.
1.42O giovanetti pazzi,
1.43aprite omai vostri occhi
1.44prima che l'arco iscocchi
1.45della sensualitate!
1.46Se la flagellitate
1.47a 'l dimon vi fa cadere,
1.48vogliatevi riavere
1.49vostro onore e baldanza.
1.50Non pigliate fidanza
1.51in vostra giovanezza,
1.52perché poco si prezza
1.53cosa che poco duri.
1.54E' par ch'i' non mi curi
1.55d'aprir bene el quaderno:
1.56el viver non è etterno,
1.57anzi è un breve gioco;
1.58ma chi pensassi poi al foco,
1.59el qual sempre mai dura,
1.60parrebbe poca cura
1.61alle case mondane,
1.62che sono infime e vane,
1.63sanza stabilitate.
1.64Cercate libertate,
1.65mentre che 'l viver basta;
1.66intridian poca pasta,
1.67acciò che me' si gusti.
1.68Tu dirai ch'io ti frusti:
1.69io lo fo per tuo bene.
1.70O pazzi da catene,
1.71chi ha spasso di giuoco!
1.72Quanto repente foco
1.73sento che ha chi s'imbrode:
1.74un vermin che ti rode
1.75la notte e 'l dì el core,
1.76e con pena e dolore
1.77costui sì si nutrisce!
1.78Da questo partorisce
1.79ogni cattivo vizio.
1.80D'onore el benefizio
1.81perde e 'l tempo e' danari,
1.82che sono oggi sì cari
1.83che non ci se ne truova.
1.84Che sperienza o pruova
1.85può fare un giucatare
1.86che se perde l'onore?
1.87Egli ha perduto el credito
1.88e si conduce in debito
1.89e sanza aviamento,
1.90per seguir suo contento,
1.91con trabalzi e inganni
1.92si trae di dosso e panni;
1.93non potendo altro fare
1.94o si mette a furare,
1.95o micidio e bugia,
1.96bestemmia e tirannia,
1.97inganni e falsitate;
1.98e la golositate
1.99sempre gli dà penuria,
1.100superbia con lussuria.
1.101E' si può porgli il vaio,
1.102e però il mal danaio
1.103malvolentier si spende.
1.104I' dico a chi m'intende.
1.105O giovani e fanciulli,
1.106pigliate altri trastulli!
1.107I' non lo dico a' vecchi,
1.108che oggi son tristi specchi
1.109a mirare a lor cose.
1.110L'opre virtüose
1.111vogliatele seguire,
1.112e vogliate fuggire
1.113questo mal viver d'oggi,
1.114però che chi c'è oggi
1.115non ci sarà istasera.
1.116Se troppo in tal matera
1.117i' mi son dilatato,
1.118so che m'arai iscusato,
1.119ch'i' veggo il mondo iscorso
1.120al viver sanza morso,
1.121correndo sanza freno,
1.122e veggol tutto pieno
1.123di gente mal condotta.
1.124E 'l ragunarsi in frotta
1.125sott'ombra di far cene?
1.126So quel che ne perviene;
1.127i' me la vo' tacere,
1.128ché la tocca asapere
1.129a chi ha a custodire.
1.130Gli orecchi e gli occhi aprire
1.131usi a' figliuoli e padri,
1.132a le figlie le madri.
1.133Abbiatene ben cura,
1.134però ch'i' ho paura,
1.135che la troppa larghezza
1.136di lasciargli in cavezza
1.137non generi trestizia,
1.138ch'i' veggo più malizia
1.139ne' giovan che ne' vecchi;
1.140e par che s'apparecchi
1.141piggiorar condizione.
1.142Facciàn conclusïone
1.143a questi nostri detti:
1.144che siate benedetti
1.145padri, madri e ciascuno
1.146che ha custodio alcuno
1.147di correggergli in modo
1.148che sia di fama e lodo
1.149con salute dell'alma.
1.150Credo che questa salma
1.151a molti ispiacerà,
1.152ma chi considerrà
1.153ben ogni suo costrutto
1.154ne potrà trar tal frutto
1.155ch'adempierà el desio
1.156e per grazia d'Iddio
1.157n'andrà di bene in meglio,
1.158avendo per ispeglio
1.159chi 'l contradio facessi
1.160a altra via tenessi
1.161che questa che s'è detta.
1.162Non seguite la setta
1.163de' tristi o giucatori
1.164e certi isviatori
1.165di loro propri e d'altri;
1.166siate prudenti e scaltri,
1.167mentre siate picchini
1.168agli ufici divini
1.169e lo iscrivere e 'l leggere,
1.170acciò vi possiate spergere
1.171e diventar d'assai;
1.172e fate che non mai
1.173el giuoco vi s'addossi:
1.174palla, iscacchi, aliossi,
1.175trottola, ferri o rulli.
1.176Io dico a' fanciulli
1.177per levargli dagli ozi,
1.178alle compagnie co' sozi
1.179sempre con vostri pari;
1.180e non sarete avari
1.181di spesso confessarvi
1.182e poi comunicarvi
1.183quando siate nel tempo.
1.184Ma voi, che di più tempo
1.185condotti a gioventute
1.186cercate la salute
1.187del pacifico vivere,
1.188el leggere e lo scrivere
1.189sie tutto 'l vostro ispasso,
1.190ché vi mosterrà il passo
1.191di vostra salvazione.
1.192Ogni consolazione
1.193si trae dell'essercizio;
1.194ciascuno al suo ufizio
1.195pigli la ferma piega,
1.196fermandosi a bottega,
1.197ché gli darà allegrezza.
1.198E chi questa non prezza
1.199non può capitar bene.
1.200E levate la spene
1.201dall'altre vanitate,
1.202ché, se le essaminate,
1.203non son se non dolore;
1.204e il lascivo Amore
1.205abbiatel per nimico.
1.206Avendo alcuno amico,
1.207fatene masserizia,
1.208ché la buona amicizia
1.209è un galdio nel mondo.
1.210Ma chi fie sitibondo
1.211fia ciottol di Mugnone,
1.212che mai muschio o sabione
1.213non vi si posa su.
1.214Oltre non diciam più,
1.215acciò che inteso sia;
1.216e' c'è gran carestia
1.217di chi dica altrui il vero.
1.218Oggi il bianco per nero
1.219sì si mostra adulando,
1.220e sempre simulando
1.221l'un l'altro si costuma.
1.222L'ozio e 'l giacere in piuma
1.223e' dilicati cibi
1.224par che sien gl'introibi
1.225di questa mala messa,
1.226la qual narrata ho spressa.
1.227Beato è chi l'ha 'ntesa,
1.228perché farà difesa
1.229contro a tanta trestizia.
1.230Col cor sanza malizia
1.231mettetevi a studiare
1.232o in latino a 'n vulgare
1.233se volete godere;
1.234questo sarà il piacere
1.235e lo spasso e 'l diletto.
1.236Chi ha sano intelletto
1.237suoni la dolce lira,
1.238però che questa tira
1.239a cercar testi o storia,
1.240e qua' danno la gloria
1.241per fama in questo mondo;
1.242po' sarà in ciel giocondo
1.243nel numer de' beati.
1.244Dunque, siate pregati
1.245fuggir lascivo Amore.
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