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54

Filippo Scarlatti (????–????)
Poesie

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1.1Salve, de' cieli imperadrice santa,
1.2viva radice dell'umana speme,
1.3che surse al mondo salutifer pianta!
1.4Madre, al parlar di te mio occhio geme,
1.5non send'io degno alzare a te mie ciglia;
1.6per mia flagelità mie mente teme.
1.7Tu madre, tu compagna, isposa e figlia,
1.8vergine intatta umìl di quel Signore
1.9che l'uman secol nel dolor consiglia,
1.10fontana di piatà, chiaro splendore,
1.11deh, porgi al mie 'ntelletto, che vuol dire
1.12del tuo Figlio e di te, tanto valore,
1.13in forma tal ch'i' possa remedire
1.14a tanta altezza colla fantasia,
1.15che sine te so s'arebbe a smarrire!
1.16Laldato el nome tuo sempre mai sia;
1.17clemente Madre, voglia esser contenta
1.18a questo orare esser la guida mia.
1.19Immenso, etterno Iddio, priego consenta
1.20per merto non di me, ma di tuo Madre
1.21che la merzé all'orar non sie spenta,
1.22poi che ancor son fra le mortale isquadre,
1.23fra le qua' più conosco essere indegno
1.24poter trattare opre sì leggiadre.
1.25Però, clemente Iddio, signor benigno,
1.26dinanzi a te io miser peccatore
1.27insieme col Salmista a dir ciò vegno.
1.28Ora dimetti al servo tuo, Signore,
1.29secondo la tuo verba el suo peccato
1.30in pace, ogni commesso suo errore;
1.31da che e mia occhi aranno raguardato
1.32innanzi a te per trovar lor salute,
1.33miserere del falla adimandato,
1.34avendo già parate le virtute
1.35della tuo faccia innanzi al popol tuo,
1.36per salvar l'alme quale eran perdute!
1.37Nel lume chiar del santo petto tuo
1.38qualunque vi raguarda penitente
1.39è redemito d'ogni peccar suo.
1.40Tu, a rivelazion di molta gente,
1.41mandasti di tuo gloria Gabriel,
1.42per salvar chi del delitto si pente.
1.43O gloria di tuo plebe d'Isdrael,
1.44che fusti redemita del tuo duolo,
1.45di che parla Davìd e Samüel!
1.46Nella gloria sia el Padre e il Figliuolo
1.47e lo Spirito Santo sempre mai
1.48in una essenzia tre, uno Dio solo.
1.49In modo tal come nel principio hai
1.50la gloria posseduta talor sia
1.51nel secolo de' secol, che fatto hai.
1.52Or non si stende più la lingua mia,
1.53però che 'l breve orar penetra al cielo,
1.54se per caso avvien ch'accetta sia.
1.55Immaculato e bel virginil velo,
1.56io rendo a te non tal debita grazia
1.57qual converriesi a tuo ardente zelo;
1.58sed, quanto per me puossi, mai non sazia
1.59sarà la voglia mia di ringraziarti,
1.60per liberarmi dalla tuo disgrazia.
1.61Consenti, Madre, ancor non risparmiarti
1.62di pregar pel divoto tuo diletto
1.63Iacopo, che non resta d'adorarti,
1.64acompagnato d'un che fu concetto
1.65da medesimo seme e ventre umano:
1.66Bartolomeo da te sia benedetto.
1.67Raguarda ancor di Iacopo primano
1.68la Lena che gli hai data in compagnia,
1.69ché l'alma e 'l corpo si mantenga sano.
1.70L'altra che mostra tua famula sia,
1.71Bartolomea, del secondo sposa,
1.72sie conservata d'ogni ricadia.
1.73Ancor bisogna misericordiosa
1.74tu sia della Ginevra figlia loro,
1.75ché l'alma nel suo fin sie teco posa.
1.76Tu, che Regina se' del divin coro,
1.77ancor la Nanna i' te la racomando,
1.78ché 'nfra ' beati sia del numer loro.
1.79Terza figlia di questo vien chiamando,
1.80che par Cammilla sia dinominata:
1.81con l'occhio, Madre, vienla raguardando.
1.82Il cor mi sprona più esta fïata
1.83al doverti pregar cordïalmente,
1.84quanto più posso, sia d'esto avocata.
1.85Tien mano in capo a questo adolescente,
1.86però ch'egli è il baston della vecchiezza
1.87di questo tuo divoto e car servente.
1.88Vivendo faccia sì in suo giovanezza
1.89questo tuo Pier, ch'è di boto acquistato,
1.90che parte teco abbia 'lfine in altezza.
1.91Ossecro, Madre, anco che raguardato
1.92abbia nel viver della tuo Francesca,
1.93che parte gli abbi nel tuo regno dato.
1.94Sento mie lingua che nel dir rinfresca
1.95per questo quinto genito seguente,
1.96sì che a raccomandartelo m'adesca.
1.97E per cagion ch'egli è quasi innocente,
1.98però che giace ancora in püerizia,
1.99Giovan Batista, Madre, ti stie a mente.
1.100Rivolta gli occhi ove non è malizia,
1.101e guidal sì per retto e buon camino
1.102che la Lucrezia abbi la tua amicizia.
1.103Vedi, Regina, un puro e biondo clino
1.104di Raffaello tuo sì parvoletto;
1.105deh, cedigli l'entrata in tuo giardino!
1.106Ovvïati da più per tuo concetto
1.107si rapresenti el genito sezzaio;
1.108Madre, ritieni a te questo angioletto!
1.109Sempr'è per grazia tua mie dir più gaio,
1.110dir di Bartolomeo, ch'è il secondo
1.111geniptor, che a Iacopo fa paio.
1.112En prorisso parlar più non abbondo,
1.113anzi più breve potrò strignerotti,
1.114correggendomi tu il dir sitibondo.
1.115Nel geniptor secondo conterotti
1.116e frutti sua, che son del sangue mio;
1.117igitur, Madre, sien da te ridotti.
1.118Primo di questi, che ha in te il desio,
1.119sendo della vecchiezza suo il bastone,
1.120ti racomando quanto più poss'io.
1.121Reggilo, Madre, poi ch'egli è garzone
1.122questo tuo Biagio, e conducilo a porto
1.123ch'abbi acquistato alfin sua salvazione.
1.124E l'altro poi, ch'è d'età el più corto,
1.125Madre, dappoi ch'abitare è venuto
1.126dove si può trovar d'alma il conforto,
1.127amaestralo in modo che adempiuto
1.128sie tuo desio, Francesco, in gioventute,
1.129sì che al suo fin da te sie conosciuto.
1.130Terzo di questi Antonio abbia vertute
1.131quant'ebbe chi per fama e' tien suo nome,
1.132né sia privato alfin a più salute.
1.133El quarto par ch'abbi püeril chiome,
1.134perch'ancor giace in verginile stato,
1.135sanza gustar del mondo grave some.
1.136Donami grazia, Madre, che accettato
1.137tu abbi il priego d'esta Marïetta,
1.138che 'l regno tuo non gli sie 'lfin vietato.
1.139In ginocchion dinanzi a te si getta
1.140un parvoletto püeril fantino,
1.141detto Zanobi, che tua grazia aspetta.
1.142Cedigli grazia facci buon camino;
1.143però che 'n 'fanzia è suto quasi infetto,
1.144serbagli parte al sacro e bel giardino.
1.145E l'ultima di questi sie tuo eletto,
1.146però che la innocenzia gli è cagione
1.147in parte che da te sia benedetto.
1.148Or questa ultima prece e mie 'ntenzione
1.149per questo Luca a te dirizzo e preco,
1.150che al suo fine venga a salvazione!
1.151Madre, e' mi stringe el pregar che sien teco
1.152du' altri figli di costui predetto,
1.153benché l'un sì e l'altro non stia seco.
1.154Acquistati fùr prima che 'l perfetto
1.155isponsalizio o sacro matrimonio
1.156in una carne dua per tuo precetto.
1.157Tolto del mondo l'uno e l'altro idonio,
1.158però che 'l primo è dato al sacramento,
1.159l'altr'è nel suo mestier buon testimonio.
1.160El sacerdote primo i' ti ramento,
1.161Giovanni prete e divoto di te,
1.162ché 'l merto al sacrificio non sia spento.
1.163Ricevi di Girolamo la fé,
1.164la qual ti porta e la gran divozione,
1.165ché possa per tuo mezzo salvar sé.
1.166Dua alme poste all'aministrazione
1.167della lor casa per consüetudine,
1.168priego ch'accetti la loro orazione.
1.169E 'n vista sien con tal sollecitudine
1.170l'Anna e la Margherita che non si opri
1.171nel mondo alfin per loro amaritudine.
1.172I' ti ricordo ancor, Madre, ch'adopri
1.173per dua, che 'n casa in villa hanno il ministo:
1.174la mamma e figlia che per tua l'apropri.
1.175Mosso da carità, sì lungo listo
1.176mi stringe ch'io ti debba ancor pregare
1.177pel correttor di tuo chiesa o ministo.
1.178E strettamente t'ho a racomandare
1.179tutti color, che di tuo compagnia
1.180voglion con unïon con teco istare;
1.181mettigli, Madre, per diritta via,
1.182acciò che, tal fraternità salvata,
1.183per la tuo grazia a lor salute sia.
1.184E non aver però dimenticata
1.185di tuo pivier la general masnada,
1.186benché in lor sia inumerabil peccata.
1.187Non altrimenti che que' di rugiada
1.188e manna e mel pascesti nell'Egitto,
1.189per lor salute tal brigata vada.
1.190Tolto dal mondo alcuno e derelitto,
1.191abbi portato in modo la suo vita
1.192che sia pell'alma sua in te il profitto.
1.193Oh, dolce Madre, più oltre non gita
1.194sarà mie fantasia che l'intelletto,
1.195sperando che la prece sia essaldita!
1.196Memento mei sarà sempre el mio detto
1.197per grazia e non per merto, ché indegno
1.198mi truovo innanzi a tuo divin cospetto.
1.199E però, Madre del celeste regno,
1.200donami grazia ch'io abbi vettoria
1.201in vita mia contra 'l dimon maligno,
1.202in modo ch'io sia degno di tuo gloria
1.203poter veder la salutifer pianta,
1.204che mi confermi al dir per tua memoria.
1.205Salve, de' cieli Imperadrice santa!
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