about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande,
1.2che per mare e per terra batti l'ali,
1.3e per lo 'nferno tuo nome si spande!
2.1Tra li ladron trovai cinque cotali
2.2tuoi cittadini onde mi ven vergogna,
2.3e tu in grande orranza non ne sali.
3.1Ma se presso al mattin del ver si sogna,
3.2tu sentirai, di qua da picciol tempo,
3.3di quel che Prato, non ch'altri, t'agogna.
4.1E se già fosse, non saria per tempo.
4.2Così foss'ei, da che pur esser dee!
4.3ché più mi graverà, com' più m'attempo.
5.1Noi ci partimmo, e su per le scalee
5.2che n'avean fatto iborni a scender pria,
5.3rimontò 'l duca mio e trasse mee;
6.1e proseguendo la solinga via,
6.2tra le schegge e tra ' rocchi de lo scoglio
6.3lo piè sanza la man non si spedia.
7.1Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio
7.2quando drizzo la mente a ciò ch'io vidi,
7.3e più lo 'ngegno affreno ch'i' non soglio,
8.1perché non corra che virtù nol guidi;
8.2sì che, se stella bona o miglior cosa
8.3m'ha dato 'l ben, ch'io stesso nol m'invidi.
9.1Quante 'l villan ch'al poggio si riposa,
9.2nel tempo che colui che 'l mondo schiara
9.3la faccia sua a noi tien meno ascosa,
10.1come la mosca cede a la zanzara,
10.2vede lucciole giù per la vallea,
10.3forse colà dov'e' vendemmia e ara:
11.1di tante fiamme tutta risplendea
11.2l'ottava bolgia, sì com'io m'accorsi
11.3tosto che fui là 've 'l fondo parea.
12.1E qual colui che si vengiò con li orsi
12.2vide 'l carro d'Elia al dipartire,
12.3quando i cavalli al cielo erti levorsi,
13.1che nol potea sì con li occhi seguire,
13.2ch'el vedesse altro che la fiamma sola,
13.3sì come nuvoletta, in sù salire:
14.1tal si move ciascuna per la gola
14.2del fosso, ché nessuna mostra 'l furto,
14.3e ogne fiamma un peccatore invola.
15.1Io stava sovra 'l ponte a veder surto,
15.2sì che s'io non avessi un ronchion preso,
15.3caduto sarei giù sanz'esser urto.
16.1E 'l duca, che mi vide tanto atteso,
16.2disse: "Dentro dai fuochi son li spirti;
16.3catun si fascia di quel ch'elli è inceso".
17.1"Maestro mio", rispuos'io, "per udirti
17.2son io più certo; ma già m'era avviso
17.3che così fosse, e già voleva dirti:
18.1chi è 'n quel foco che vien sì diviso
18.2di sopra, che par surger de la pira
18.3dov'Eteòcle col fratel fu miso?".
19.1Rispuose a me: "Là dentro si martira
19.2Ulisse e Dïomede, e così insieme
19.3a la vendetta vanno come a l'ira;
20.1e dentro da la lor fiamma si geme
20.2l'agguato del caval che fé la porta
20.3onde uscì de' Romani il gentil seme.
21.1Piangevisi entro l'arte per che, morta,
21.2Deïdamìa ancor si duol d'Achille,
21.3e del Palladio pena vi si porta".
22.1"S'ei posson dentro da quelle faville
22.2parlar", diss'io, "maestro, assai ten priego
22.3e ripriego, che 'l priego vaglia mille,
23.1che non mi facci de l'attender niego
23.2fin che la fiamma cornuta qua vegna;
23.3vedi che del disio ver' lei mi piego!".
24.1Ed elli a me: "La tua preghiera è degna
24.2di molta loda, e io però l'accetto;
24.3ma fa che la tua lingua si sostegna.
25.1Lascia parlare a me, ch'i' ho concetto
25.2ciò che tu vuoi; ch'ei sarebbero schivi,
25.3perch'e' fuor greci, forse del tuo detto".
26.1Poi che la fiamma fu venuta quivi
26.2dove parve al mio duca tempo e loco,
26.3in questa forma lui parlare audivi:
27.1"O voi che siete due dentro ad un foco,
27.2s'io meritai di voi mentre ch'io vissi,
27.3s'io meritai di voi assai o poco
28.1quando nel mondo li alti versi scrissi,
28.2non vi movete; ma l'un di voi dica
28.3dove, per lui, perduto a morir gissi".
29.1Lo maggior corno de la fiamma antica
29.2cominciò a crollarsi mormorando,
29.3pur come quella cui vento affatica;
30.1indi la cima qua e là menando,
30.2come fosse la lingua che parlasse,
30.3gittò voce di fuori, e disse: "Quando
31.1mi diparti' da Circe, che sottrasse
31.2me più d'un anno là presso a Gaeta,
31.3prima che sì Enëa la nomasse,
32.1né dolcezza di figlio, né la pieta
32.2del vecchio padre, né 'l debito amore
32.3lo qual dovea Penelopè far lieta,
33.1vincer potero dentro a me l'ardore
33.2ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto
33.3e de li vizi umani e del valore;
34.1ma misi me per l'alto mare aperto
34.2sol con un legno e con quella compagna
34.3picciola da la qual non fui diserto.
35.1L'un lito e l'altro vidi infin la Spagna,
35.2fin nel Morrocco, e l'isola d'i Sardi,
35.3e l'altre che quel mare intorno bagna.
36.1Io e ' compagni eravam vecchi e tardi
36.2quando venimmo a quella foce stretta
36.3dov'Ercule segnò li suoi riguardi
37.1acciò che l'uom più oltre non si metta;
37.2da la man destra mi lasciai Sibilia,
37.3da l'altra già m'avea lasciata Setta.
38.1"O frati", dissi, "che per cento milia
38.2perigli siete giunti a l'occidente,
38.3a questa tanto picciola vigilia
39.1d'i nostri sensi ch'è del rimanente
39.2non vogliate negar l'esperïenza,
39.3di retro al sol, del mondo sanza gente.
40.1Considerate la vostra semenza:
40.2fatti non foste a viver come bruti,
40.3ma per seguir virtute e canoscenza".
41.1Li miei compagni fec'io sì aguti,
41.2con questa orazion picciola, al cammino,
41.3che a pena poscia li avrei ritenuti;
42.1e volta nostra poppa nel mattino,
42.2de' remi facemmo ali al folle volo,
42.3sempre acquistando dal lato mancino.
43.1Tutte le stelle già de l'altro polo
43.2vedea la notte, e 'l nostro tanto basso,
43.3che non surgëa fuor del marin suolo.
44.1Cinque volte racceso e tante casso
44.2lo lume era di sotto da la luna,
44.3poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo,
45.1quando n'apparve una montagna, bruna
45.2per la distanza, e parvemi alta tanto
45.3quanto veduta non avëa alcuna.
46.1Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto;
46.2ché de la nova terra un turbo nacque
46.3e percosse del legno il primo canto.
47.1Tre volte il fé girar con tutte l'acque;
47.2a la quarta levar la poppa in suso
47.3e la prora ire in giù, com'altrui piacque,
48.1infin che 'l mar fu sovra noi richiuso".
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)