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110r

Filippo Scarlatti (????–????)
Poesie

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1.1Tutti han per uso, questi contadini,
1.2vestirsi dell'altrui gentil costume,
1.3tirando l'apetito a quelo agrume
1.4terreno, il qual nol cede or d'indivini.
1.5I' ho sentito in tuo sciocchi latini
1.6beffar chi di vertù è largo fiume,
1.7e crediti, giacendo in coltre e 'n piume,
1.8coprirti colla loda de' vicini.
1.9Isguarda, quando ciarli, almen di cui,
1.10imperò che, se mai e' ti fu mostro,
1.11leggendo tal son oggi ch'io non fui,
1.12che, se non ch'io riguardo all'onor nostro,
1.13e' si publicherebbe e vizî tui,
1.14recitandogli appien con carta e 'nchiostro.
1.15Verso levante e ostro
1.16e' vien plorando forte a voce sciocche,
1.17laldando te, che guardi le lor rocche.
1.18Lascia votar le brocche
1.19ove Tubalcain lasciò la scola,
1.20ché non vi puoi entrar tu, ceriuola.
1.21A tuo 'nsaziabil gola
1.22zuccher ti parrà 'l fiel, sì ti dizocchio,
1.23zappando el legno tuo, ch'è sanza nocchio.
1.24O selvaggio pidocchio,
1.25deh, lieva giuoco altrui e datte impaccio
1.26a non voler rimaner preso al laccio!
1.27Se non che per un braccio
1.28i' ti vedrò legar, testa balzana,
1.29non ti sciogliendo, se non per Befana.
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