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110 (Francesco da Canni)

Filippo Scarlatti (????–????)
Poesie

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1.1Che farem, ser Matteo, di Pier Martini,
1.2acciò che di lui resti qualche lume?
1.3Egli è di zolfa pien sino al coccume,
1.4e' suo colombi el sanno, e' botticini.
1.5Albergo di gottosi e pellegrini,
1.6Febo e le Muse supera d'acume,
1.7benché le grasse tempie e 'l sucidume
1.8toglin l'alloro a' suoi bisunti crini.
1.9E lirici gli cedon, dice lui,
1.10benché mi paia divisato mostro;
1.11or oltre su cercheren di colui,
1.12ché gl'incalca la musica nel rostro,
1.13e tutti insieme a 'ncoronar costui
1.14sarete in punto collo aiuto vostro.
1.15Così dal lato nostro,
1.16mistiando di merdocco certe ciocche,
1.17una ghirlanda gli faren di nocche.
1.18(E) poi, volte a lui le bocche,
1.19vuolsi gridare a una voce sola:
1.20- Viva il poeta nostro capacciuola! -
1.21E benché tal parola
1.22lo facci riputar per un capocchio,
1.23gli è un pezzo di carne con un occhio.
1.24Pur, sanza più, finocchio;
1.25però 'n Befana non se gli die ispaccio:
1.26coronerallo el dì di berlingaccio.
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