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104

Filippo Scarlatti (????–????)
Poesie

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1.1Come Giovanni vangelista scrisse
1.2nel cominciar del suo Vangel superno,
1.3così dirò di punto come disse.
1.4Egli era nel principio un Verbo etterno
1.5e questo Verbo era 'l Figliuol d'Iddio;
1.6era con lui e fia in sempiterno.
1.7Quest'era nel principio, al parer mio,
1.8apresso al Padre, e poi fé cielo e terra,
1.9l'acqua creando e l'uomo, bono e rio.
1.10E se 'l testo vangelico non erra,
1.11i' dico ch'egli è fatto sanza lui
1.12peccato tal che l'alte porte serra,
1.13per lo qual dico e per poter di cui
1.14è fatto vita che è luce de l'omo;
1.15e' morir volse pel peccato altrui,
1.16cioè d'Adamo pel vietato pomo;
1.17e questa luce è ne lo scuro accensa,
1.18del qual per lui cavati tutti fomo.
1.19Tenabre nulla già mai l'ha comprensa,
1.20e po' vivo uon mandato fu tra noi,
1.21Giovan chiamato, da divina essensa.
1.22Questo ver testimon comprender puoi
1.23esser venuto di Gesù predetto,
1.24che è là suso in gloria fra gli suoi,
1.25per far testimonianza in fatto e 'n detto
1.26dell'alta gloria e della gran clemenza
1.27di quella luce, che di sopra ho detto.
1.28E questa luce era di tal potenza
1.29che 'lluminava ciascun che veniva
1.30nel mondo di giustizia e di prudenza.
1.31Era nel mondo quel che fatto aveva
1.32la terra e gli viventi tutti quanti,
1.33e già nessun di lor lo conosceva:
1.34calcôr la terra poi que' suo piè santi;
1.35e da suo gente non fu ricevuto,
1.36venne 'n Gerusalem ne' luoghi santi.
1.37A chi lo ricevé diè tal trebuto
1.38e la possanza d'esser d'Iddio figlio,
1.39facendol salvo, dov'era perduto.
1.40El qual fu fatto dal divin consiglio
1.41e non di volontà né seme umano,
1.42neanche di carne quel candido giglio.
1.43E carne fatto fu 'l Verbo sovrano
1.44e abitò fra noi, pigliando carne,
1.45per cui benignità salvati siàno,
1.46nel qual vedemo tanta gloria farne,
1.47sì come 'l Padre de l'unico Figlio,
1.48onde contenti possian tutti starne,
1.49ché liberò nostr'alme da periglio.
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