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66

Filippo Scarlatti (????–????)
Poesie

PoeTree.it

1.1Giuochi ciascun, sed e' sa ben giucare,
1.2ché, quando egli arà ben perduto o vinto,
1.3dificil fia che si possa salvare,
1.4però che dal dimonio è tanto pinto
1.5che non pone speranza ad altra cosa,
1.6se non nel giuoco, e portal sempre cinto.
1.7E ha la volontà tanto bramosa
1.8che la memoria sua resta smarrita
1.9e conducesi alfin per via ritrosa.
1.10Sul trapassar della presente vita
1.11vorrebbe l'uon ciò ch'egli ha fatto o ditto
1.12aver ben fatto, e ha l'alma contrita;
1.13ma 'l corpo suo, che gli sta tanto aflitto,
1.14pensa a' suo figli, suo fratri e congiunti
1.15e 'l mal acquisto non pensa c'ha in diritto.
1.16Ah, quanti tristi son cotai difunti,
1.17che si lasciono al mondo sì schernire,
1.18el qual ci trae e giuoca di mispunti!
1.19E non vogliono alfin ristitüire
1.20quel ch'egli hanno d'altrui in questo mondo,
1.21perché non credon sì tosto morire;
1.22e ripensono al lor tempo giocondo,
1.23che 'n vita loro hanno aùto a gustare:
1.24questo dà loro all'alma grieve pondo.
1.25Massime un giucator, ch'è uso a stare
1.26sempre in suo vita sanza aver piatade,
1.27per sé non usa alfin piatà trovare.
1.28Or non è questa ben gran ciechitade,
1.29che un pel giuoco si dinuda e spoglia
1.30e cade in vergognosa povertade?
1.31Come può l'uon di giucare aver voglia,
1.32ché carte o dadi non hanno fermezza
1.33e 'l giuoco è mobil com'al vento foglia?
1.34Ma, quando e' perde, e' gli par tanta asprezza,
1.35e chi dice il contrario e' non è il vero:
1.36chi giuoca il mondo brama e Dio disprezza.
1.37Come dice il salmista nel Saltero:
1.38- Non truovo verità in bocca di genti -
1.39e' non avien d'alcuno altro mistero,
1.40pel qual mendichi van tutti e saccenti.
1.41Chi questo giuoco vuol pur seguitare,
1.42contro a que' tali i dimon son vincenti.
1.43Ma sai tu di che l'uon si dee guardare,
1.44se vuole in questo mondo avere onore?
1.45Di non prometter quel non crede fare,
1.46ché, quando egli è un gran promettitore,
1.47po' noll'attenga è aguagliato alla gatta,
1.48ed è sempre chiamato traditore.
1.49Però, compagno, abbi la lingua ratta
1.50a ripensar se mai tu promettessi
1.51mai cosa niuna che non abbia fatta.
1.52Vorrei che per tuo onor sì l'attenessi,
1.53ché per tal modo amor sempre si porta;
1.54però gli orecchi tua a ciò tien dessi
1.55e fa' che abbia la tuo mente acorta
1.56di prender altro spasso che di giuoco
1.57e che per te sia la superbia morta;
1.58e partiti da' vizî a poco a poco,
1.59se trovar vuoi dal Redentor piatade,
1.60e fuggirai da quello ardente foco.
1.61Fa' che non usi mai la crudeltade
1.62con nessun che tu abbia a praticare,
1.63ma ghiaci sempre in luogo d'umiltade.
1.64Ah, quanto trista cosa è quel giucare,
1.65ché, quanto più vi penso, più mi muovo
1.66a dover questo vizio disprezzare,
1.67ché, benché al presente i' non lo pruovo,
1.68vengo pensando al mie tempo passato
1.69e nessun lieto o ricco non ne truovo!
1.70Quand'uno arà un gran tempo giucato,
1.71troverrà sé e sua famiglia ignuda,
1.72e in anima e 'n corpo fia dannato,
1.73perch'egli ha l'alma e 'l corpo tanto cruda
1.74che questi tai vivon qual animali
1.75e poi fanno la morte che fé Giuda.
1.76El giuoco è tutto falsità e mali,
1.77ché, quanto più ben dentro vi t'affanni,
1.78vie più t'intridi ne' sette mortali.
1.79Come ciascun lo sa, egli è tutto inganni,
1.80ch'ogni cosa faresti, vincer credendo,
1.81ma tu stessi allo 'nferno ti condanni,
1.82ch'i' crederrei che ciaschedun, veggendo
1.83e suo cattivi fini e sua radice,
1.84lo dovessi lasciare, altro prendendo.
1.85Quanto si può chiamare un uon felice
1.86quel che 'ntende fuggir questo tormento,
1.87qual più tristo è, secondo che si dice!
1.88Però, amico car, resta contento
1.89di lasciar questo giuoco ch'è sì tristo
1.90far d'altro essercizio nudrimento,
1.91se far tu vuoi del paradiso acquisto.
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