about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1Al fine de le sue parole il ladro
1.2le mani alzò con amendue le fiche,
1.3gridando: "Togli, Dio, ch'a te le squadro!".
2.1Da indi in qua mi fuor le serpi amiche,
2.2perch'una li s'avvolse allora al collo,
2.3come dicesse "Non vo' che più diche";
3.1e un'altra a le braccia, e rilegollo,
3.2ribadendo sé stessa sì dinanzi,
3.3che non potea con esse dare un crollo.
4.1Ahi Pistoia, Pistoia, ché non stanzi
4.2d'incenerarti sì che più non duri,
4.3poi che 'n mal fare il seme tuo avanzi?
5.1Per tutt'i cerchi de lo 'nferno scuri
5.2non vidi spirto in Dio tanto superbo,
5.3non quel che cadde a Tebe giù da' muri.
6.1El si fuggì che non parlò più verbo;
6.2e io vidi un centauro pien di rabbia
6.3venir chiamando: "Ov'è, ov'è l'acerbo?".
7.1Maremma non cred'io che tante n'abbia,
7.2quante bisce elli avea su per la groppa
7.3infin ove comincia nostra labbia.
8.1Sovra le spalle, dietro da la coppa,
8.2con l'ali aperte li giacea un draco;
8.3e quello affuoca qualunque s'intoppa.
9.1Lo mio maestro disse: "Questi è Caco,
9.2che, sotto 'l sasso di monte Aventino,
9.3di sangue fece spesse volte laco.
10.1Non va co' suoi fratei per un cammino,
10.2per lo furto che frodolente fece
10.3del grande armento ch'elli ebbe a vicino;
11.1onde cessar le sue opere biece
11.2sotto la mazza d'Ercule, che forse
11.3gliene diè cento, e non sentì le diece".
12.1Mentre che sì parlava, ed el trascorse,
12.2e tre spiriti venner sotto noi,
12.3de' quali né io né 'l duca mio s'accorse,
13.1se non quando gridar: "Chi siete voi?";
13.2per che nostra novella si ristette,
13.3e intendemmo pur ad essi poi.
14.1Io non li conoscea; ma ei seguette,
14.2come suol seguitar per alcun caso,
14.3che l'un nomar un altro convenette,
15.1dicendo: "Cianfa dove fia rimaso?";
15.2per ch'io, acciò che 'l duca stesse attento,
15.3mi puosi 'l dito su dal mento al naso.
16.1Se tu se' or, lettore, a creder lento
16.2ciò ch'io dirò, non sarà maraviglia,
16.3ché io che 'l vidi, a pena il mi consento.
17.1Com'io tenea levate in lor le ciglia,
17.2e un serpente con sei piè si lancia
17.3dinanzi a l'uno, e tutto a lui s'appiglia.
18.1Co' piè di mezzo li avvinse la pancia,
18.2e con li anterïor le braccia prese;
18.3poi li addentò e l'una e l'altra guancia;
19.1li diretani a le cosce distese,
19.2e miseli la coda tra 'mbedue
19.3e dietro per le ren sù la ritese.
20.1Ellera abbarbicata mai non fue
20.2ad alber sì, come l'orribil fiera
20.3per l'altrui membra avviticchiò le sue.
21.1Poi s'appiccar, come di calda cera
21.2fossero stati, e mischiar lor colore,
21.3né l'un né l'altro già parea quel ch'era:
22.1come procede innanzi da l'ardore,
22.2per lo papiro suso, un color bruno
22.3che non è nero ancora e 'l bianco more.
23.1Li altri due 'l riguardavano, e ciascuno
23.2gridava: "Omè, Agnel, come ti muti!
23.3Vedi che già non se' né due né uno".
24.1Già eran li due capi un divenuti,
24.2quando n'apparver due figure miste
24.3in una faccia, ov'eran due perduti.
25.1Fersi le braccia due di quattro liste;
25.2le cosce con le gambe e 'l ventre e 'l casso
25.3divenner membra che non fuor mai viste.
26.1Ogne primaio aspetto ivi era casso:
26.2due e nessun l'imagine perversa
26.3parea; e tal sen gio con lento passo.
27.1Come 'l ramarro sotto la gran fersa
27.2dei dì canicular, cangiando sepe,
27.3folgore par se la via attraversa,
28.1sì pareva, venendo verso l'epe
28.2de li altri due, un serpentello acceso,
28.3livido e nero come gran di pepe;
29.1e quella parte onde prima è preso
29.2nostro alimento, a l'un di lor trafisse;
29.3poi cadde giuso innanzi lui disteso.
30.1Lo trafitto 'l mirò, ma nulla disse;
30.2anzi, co' piè fermati, sbadigliava
30.3pur come sonno o febbre l'assalisse.
31.1Elli 'l serpente, e quei lui riguardava;
31.2l'un per la piaga e l'altro per la bocca
31.3fummavan forte, e 'l fummo si scontrava.
32.1Taccia Lucano ormai là dov' e' tocca
32.2del misero Sabello e di Nasidio,
32.3e attenda a udir quel ch'or si scocca.
33.1Taccia di Cadmo e d'Aretusa Ovidio,
33.2ché se quello in serpente e quella in fonte
33.3converte poetando, io non lo 'nvidio;
34.1ché due nature mai a fronte a fronte
34.2non trasmutò sì ch'amendue le forme
34.3a cambiar lor matera fosser pronte.
35.1Insieme si rispuosero a tai norme,
35.2che 'l serpente la coda in forca fesse,
35.3e 'l feruto ristrinse insieme l'orme.
36.1Le gambe con le cosce seco stesse
36.2s'appiccar sì, che 'n poco la giuntura
36.3non facea segno alcun che si paresse.
37.1Togliea la coda fessa la figura
37.2che si perdeva là, e la sua pelle
37.3si facea molle, e quella di là dura.
38.1Io vidi intrar le braccia per l'ascelle,
38.2e i due piè de la fiera, ch'eran corti,
38.3tanto allungar quanto accorciavan quelle.
39.1Poscia li piè di retro, insieme attorti,
39.2diventaron lo membro che l'uom cela,
39.3e 'l misero del suo n'avea due porti.
40.1Mentre che 'l fummo l'uno e l'altro vela
40.2di color novo, e genera 'l pel suso
40.3per l'una parte e da l'altra il dipela,
41.1l'un si levò e l'altro cadde giuso,
41.2non torcendo però le lucerne empie,
41.3sotto le quai ciascun cambiava muso.
42.1Quel ch'era dritto, il trasse ver' le tempie,
42.2e di troppa matera ch'in là venne
42.3uscir li orecchi de le gote scempie;
43.1ciò che non corse in dietro e si ritenne
43.2di quel soverchio, fé naso a la faccia
43.3e le labbra ingrossò quanto convenne.
44.1Quel che giacëa, il muso innanzi caccia,
44.2e li orecchi ritira per la testa
44.3come face le corna la lumaccia;
45.1e la lingua, ch'avëa unita e presta
45.2prima a parlar, si fende, e la forcuta
45.3ne l'altro si richiude; e 'l fummo resta.
46.1L'anima ch'era fiera divenuta,
46.2suffolando si fugge per la valle,
46.3e l'altro dietro a lui parlando sputa.
47.1Poscia li volse le novelle spalle,
47.2e disse a l'altro: "I' vo' che Buoso corra,
47.3com'ho fatt'io, carpon per questo calle".
48.1Così vid'io la settima zavorra
48.2mutare e trasmutare; e qui mi scusi
48.3la novità se fior la penna abborra.
49.1E avvegna che li occhi miei confusi
49.2fossero alquanto e l'animo smagato,
49.3non poter quei fuggirsi tanto chiusi,
50.1ch'i' non scorgessi ben Puccio Sciancato;
50.2ed era quel che sol, di tre compagni
50.3che venner prima, non era mutato;
51.1l'altr'era quel che tu, Gaville, piagni.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)