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1.1Dolce mia patria, non ti incresca udirmi,
1.2perché 'l tuo male è mio mortal veleno
1.3che m'uccide, vivendo, ogni mio spirto.
1.4I' son pur tuo figliuolo, e dei volermi
1.5quale che io mi sia, perché 'l bel seno
1.6vagheggio e 'l vago viso e 'l capel irto.
1.7D'un querco verde, d'un lauro, d'un mirto,
1.8d'una uliva ridente il tuo crin d'oro
1.9felice inghirlandato ha già molti anni,
1.10in onta de' tiranni,
1.11che han voluto usurpar tuo tesoro;
1.12e bella ti se' scossa da lor rabbia,
1.13lasciando loro in velenosa scabbia.
2.1Quando posar vedieti infra li mai
2.2di porpore vestita al dolze rezzo,
2.3che t'aducien le frondi sante al viso,
2.4vidi fra l'erba i rutilanti rai
2.5girti d'intorno, ché ti stavi in mezzo,
2.6una vaga presenza in chiaro riso.
2.7Tu lieta la miravi a occhio fiso,
2.8ma ella prima a sue membra rivolse
2.9e trasformossi in velenosa biscia;
2.10con froda sì le liscia
2.11tanto che 'l bello uffizio a ciascun tolse,
2.12e solo sanza membra questa fera
2.13rimase velenosa e più altera.
3.1Alzò la testa, poi che l'impio eccesso
3.2ebbe comesso, e con cupida voglia
3.3mostrò l'incendio del malvagio core.
3.4Vide un mastino, che l'era ivi presso,
3.5arisarsi a uno toro in aspra doglia;
3.6ed ella, lieta d'ogni lor dolore,
3.7sparse il velen mostrando buono amore,
3.8tanto che vidde il mastin presso a morte,
3.9per la forza del toro già affannato;
3.10con seco l'ha legato
3.11per dare a ciaschedun malvagia sorte.
3.12E ben lo fé pria aiutando il tauro,
3.13poi putta lui spogliò di regno e d'auro.
4.1Questo non è bisogno, madre mia,
4.2ch'i' ti ramenti, perché ben lo sai,
4.3perché già dubitavi di tua doglia;
4.4ma pur m'aduce in mia fantasia
4.5un tenero pensier ciò ch'udit'hai
4.6che mi combatte come vento foglia,
4.7veggendo ancor la disperata voglia
4.8della lupa arrabbiata a te vicina
4.9c'ha gustato il velen per tôrti vita.
4.10O vana, o ischernita
4.11lupa malvagia, come s'avicina
4.12il tuo tormento e fin d'ogni letizia!
4.13De' temer chi mal fa sempre giustizia.
5.1Questa biscia malvagia a te nimica,
5.2sì come a te a chi ben vive al mondo,
5.3pensa la bella Italia incaprestare
5.4con lusinghe e malizia; esta impudica
5.5sparge il dolce velen per lo suo tondo
5.6a intenzione di sé madonna fare.
5.7Ahi, quanto è folle pur ciò a pensare,
5.8perché a tiranno non si de' corona,
5.9onor, né regno, né felice stato!
5.10Sempre l'ha nimicato
5.11lealtà e giustizia sua persona,
5.12perch'elle son da lui state scacciate,
5.13amando fraudolenza e crudeltate.
6.1Surgane il puzzo e passi ogni emisperio,
6.2sicché ad ira muova il gran Tonante
6.3in fulminar questo spirto maligno!
6.4Prenda vergogna a dimandare impero
6.5d'Italia bella e di sue donne sante!
6.6Qual gloria l'arme, gentilezza e 'ngegno?
6.7Omai chi vuol virtù ne prenda sdegno,
6.8con forza d'arme, con tesoro e arte,
6.9non tema sua possa assai imbecille:
6.10ché, se tiranni mille
6.11fosseno insieme, ci dimostra Marte
6.12aver trïunfo e corona d'uliva,
6.13fonte di libertà, te, madre diva.
7.1Deh, fatti bella e mostra quanto altera
7.2tu se', ché t'è serbata questa gloria,
7.3ché lor nimica se' per tua natura!
7.4Pensa che 'l traditor vil poco spera,
7.5temendo il colpo della tua vittoria,
7.6e rodel dentro una mortal paura.
7.7Pensi ciascun com'ha vita sicura:
7.8da odio e ferro e da mortal veleno
7.9si vede sempre intornïato a morte
7.10chiamar giustizia forte,
7.11lacrimosa il bel viso, il collo e 'l seno
7.12Vendetta, Giove, del rio operare:
7.13fammi alla mia Fiorenza vendicare!
8.1Pensa a tue membra e mira quanto belle
8.2conduce il cielo, o alma mia madonna;
8.3per quella libertà che t'è donata
8.4pensa alle tue matron, donne e donzelle,
8.5d'onesta leggiadria ferma colonna;
8.6deh, pensa a' vegli tuoi che t'hanno ornata,
8.7pensa a' piccioli infanti, che lattata
8.8ancora hanno lor lingua, e nati sono
8.9nel libero tuo seno e claman forte:
8.10«Alla morte! alla morte!
8.11Alla morte il tiranno e que' che 'l vono
8.12o la sua voglia, e viva libertate!»
8.13Deh, pensa omai se puoi fuggir pietate!
9.1Tu se' pur di quel sangue antico e sacro,
9.2e tiello ancor per le divine membra,
9.3che ti diè l'alma Roma in sua famiglia.
9.4Non è sì fero cor, duro, né acro,
9.5che non trema o dolcisca se 'l rimembra;
9.6tremane il mondo ancor per maraviglia.
9.7Apri la mente e alza su le ciglia:
9.8vedrai Bruto, Publicola e Camillo,
9.9Orazio, Cincinato e Scipïone,
9.10Marcel, Fabio e Catone,
9.11Torquato e l'African, divo a vedello,
9.12Fabrizio e più di mille in questo coro,
9.13che libertà sol vollon per tesoro.
9.14— Canzona mia, tu n'andrai in quella parte,
9.15dov'è più bella e ricca nostra donna;
9.16riverente dicendo tua ragione,
9.17dirai: «Se 'l ciel dispone
9.18guerra o angoscia a noi, diva madonna,
9.19e' sì men dol, ma vo' che voi sacciate
9.20ch'i' chiamo sol: libertà, libertate!»
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