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1.1Di nove cose si lamenta il mondo.
1.2A dimostrar per figura e per segno
1.3portar per esse gravissimo pondo,
2.1l'opposito di questo il faria degno
2.2d'ogni felicità, mentre che dura,
2.3d'ogni malizia nudo e d'ogni sdegno;
3.1però che contro a ogni dirittura
3.2le nove cose che 'l guastan son queste,
3.3torcendo dal diritto ogni misura.
4.1E come appaion chiare e manifeste
4.2per l'altrui senno le colpe e gli errori,
4.3per fuggir cose laide e disoneste!
5.1Prima si è la forza de' signori,
5.2sotto la qual, con le voglie operando,
5.3cassano ogni mercé fuor de' lor cori;
6.1così, secondo voglia comandando,
6.2non secondo giustizia, alle fïate
6.3e' ubidir conviensi lor comando.
7.1La seconda è crudele iniquitate:
7.2è aspra molto e paurosa a dire,
7.3non tanto ch'a usar tal crudeltate,
8.1perché non segue nell'ira il punire
8.2colui ch'è degno, come peccatore,
8.3di punizion, che nol può contradire;
9.1e 'ntendesi de' popoli il furore.
9.2Va' ti difendi tu dinanzi a questa,
9.3né si riguarda il miglior dal piggiore,
10.1ché, quando ad ira sé la mente desta,
10.2la virtù dorme e la ragion quïeta,
10.3ch'a vestirsi di furia è mala vesta.
11.1La terza è quando la gente indiscreta
11.2sotto di rii pensier, falsi e velati,
11.3fan manifesta la cosa secreta.
12.1Questo s'intende a tutti i confidati,
12.2quando non tengon fede a' confidanti,
12.3dei segretar gl'inganni e de' soldati.
13.1La quarta è quella che ne 'nganna tanti
13.2a esser sotto legge governati,
13.3falsificare in opre ed in sembianti
14.1gli oppinion de' dottor divarïati,
14.2seguendo lor diverse oppinïoni;
14.3se son veduti, non son dichiarati.
15.1La quinta è quella alle conclusioni,
15.2quelle che posson tôrre e dare assai,
15.3non forsi in diffinir delle questioni;
16.1e 'ntendesi la cetra de' notai,
16.2ché dire etcetra è un lor nome dire:
16.3stromenti rii, che non si tempran mai.
17.1È una cetra dire e contradire,
17.2falsificando quel che è detto innanti:
17.3può in una cetera chiudere e aprire.
18.1La sesta è la ria fé de' mercatanti:
18.2dove bastava prima una parola,
18.3uniti alla lor fé fermi e costanti,
19.1ch'oggi non basterebbe d'una scola
19.2libri testimoniali a dar certezza,
19.3dove bastava una parola sola.
20.1Onde bisogna aver maggior chiarezza,
20.2attender con virtù quel ch'uom prometta,
20.3ché la secreta fé poco s'aprezza.
21.1La settima è medicinal recetta
21.2de' medici scïenti, che si fanno
21.3valenti a spese altrui senza vendetta.
22.1E, s'egli scampa, onore e frutto n'hanno;
22.2e se altro è, «El non potea scampare».
22.3Quest'è la scusa, e chi muor s'abbi 'l danno.
23.1E fansi riverire e onorare
23.2e ben pagar della persona morta,
23.3dicendo: «È fatto quel che si può fare».
24.1L'ottava è quella che sì mal si porta,
24.2de' chierici chiamata coscïenzia,
24.3tal che la reverenza è mezza morta.
25.1La nona è, quanto alla mia conoscenzia,
25.2la pessima ignoranza de' villani,
25.3fuor d'ogni discrezione e avvertenzia.
26.1Per questo è giunto il mondo a male mani.
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