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1.1O misera, sfacciata, al ben dispetta,
1.2o radice infernal d'ogni mal frutto,
1.3mortale anguineo più ch'altro veneno,
1.4cupida, repentina, maladetta,
1.5pessimo, inistimabil vizio brutto,
1.6tarlo mordace e di niquizia pieno,
1.7come non s'apre a' tuoi sotto il terreno,
1.8o l'aier se corrompe pur del nome?
1.9Malvagia, i' non so come
1.10la tua mala semenza è tanto sparsa!
1.11O lupa più che mille volte scarsa,
1.12di tutti al parer mio principal vizio,
1.13fuor d'ogni benefizio,
1.14di mercé nuda, abominevol male,
1.15biasimo universale,
1.16Ingratitudo, d'ogni mal principio,
1.17per cui Roma perdé l'ossa di Scipio!
1.18O saturnina crudele influenza,
1.19non condizione umana, anzi bestiale,
1.20d'ogni amor priva e d'ogni luce in bando!
1.21Tu sperni Iddio, natura e conoscenza,
1.22onor non curi e per ben rendi male.
1.23Quest'è la legge tua remunerando:
1.24che ti veggia io somersa, rovinando
1.25come malvagia e perfida villana.
1.26Di pietà la fontana
1.27per te si secca e di misericordia,
1.28tu se' cagion di sdegno e di discordia;
1.29a usurpar l'altrui parata stai,
1.30ma del tuo porger mai;
1.31servizio non estimi né virtute,
1.32tutta tua gregge pute.
1.33Qual lingua sarà mai ch'appien ne dica,
1.34putta senza vergogna, al ciel nimica?
2.1La tua infezion ed incurabil piaga,
2.2propria natura del freddo serpente,
2.3che 'n sen de l'uom pietoso al caldo stette,
2.4da poi che rïavuto, di che il paga?
2.5Volgesi a lui col velenoso dente
2.6per merto del servizio, e morto il mette.
2.7O superne di Dio giuste vendette,
2.8quando punir così criminal vizio?
2.9Molto tarda il giudizio
2.10verso di questa spuria e laida fera.
2.11L'anima, ch'era bianca, è lorda e nera:
2.12voluttà nella colpa di costei;
2.13in compagnia di lei
2.14regna Ignoranza e canina Avarizia,
2.15ostinata Malizia.
2.16Serva costei chi sa ch'al meritare
2.17non porgeria dell'acqua, e giace in mare.
3.1Chi non pregia virtù con lei s'intende,
3.2sagace strupo, adultero peccato,
3.3indegnato peccar mal conosciuto.
3.4Folle è colui ch'a' suoi servigi attende,
3.5Discrezion morta; e pare all'uomo ingrato
3.6che tu gli sia per debito tenuto.
3.7Corrotto è il mondo in lei ed è perduto,
3.8contaminata ogni generazione!
3.9Nella religione,
3.10non che negli altri, ha già messi gli artigli
3.11chi dovria ripararsi ai suoi perigli
3.12e dirizzar la disvïata gente.
3.13Quale è il più preminente
3.14più è di questo vizio sconcio e guasto;
3.15direi, ma non ci basto
3.16tanto son d'ira e maraviglia cinto,
3.17che, chi pare il miglior, quel n'è il più tinto.
4.1Certi per ignoranza ingrati sono;
4.2non operò natura in lor più arte.
4.3Costor son reputati ingrati stolti;
4.4qualche discrezion, qualche perdono
4.5meritan questi, se non tutto in parte,
4.6sendo nel vel dell'ignoranza involti.
4.7Un'altra setta, che son peggio e molti,
4.8per propria manifesta cupidigia
4.9tengon questa vestigia,
4.10mostrando altrui la via d'essempli mali.
4.11La plebe, che si specchia in questi tali,
4.12veggendoli ne' vizî esser perduti,
4.13ingrati e disoluti,
4.14seguon la traccia, e 'l mal conduce il peggio.
4.15Io non so s'io vaneggio;
4.16credo il ciel sì di rado apra la porta
4.17che 'l portinar ci sta per paga morta.
5.1Canzon, se 'l nostro dir volesse scusa,
5.2direi: Silenzio e taci,
5.3e lascia il mondo andar com'egli ha il vento
5.4ch'a biasimar la legge ch'oggi s'usa
5.5a sì pochi compiaci
5.6che 'l dispiacer sarà per ognun cento.
5.7El tacer saria vizio e mancamento;
5.8anzi la sgrida in publico la ria!
5.9Invidiato non sia
5.10chi vuol d'Ingratitudin sua amistanza,
5.11liquor sanza sustanza,
5.12di questa pertinace i suo mal frutti.
5.13Non si parla per tutti,
5.14ma per color che se l'han fatta 'manza.
5.15Questo premio m'avanza:
5.16chi serve amico ingrato alfin può dire:
5.17«Perduto è il tempo, l'amico e 'l servire»
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