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1.1Premia costui del merto suo, Signore,
1.2tal nequità consiglia al ciel nimica,
1.3cagion d'ogni esterminio e vïolenza,
1.4mal consigliato e mal consigliatore,
1.5che vuol dannar virtù giusta e pudica!
1.6Lascio il giudicio alla tua coscienza:
1.7del ben dar premio e del mal penitenza.
1.8A voler che ragion non si commova
1.9e la buona equità non sia perduta,
1.10sperïenza è veduta,
1.11ché tanto nuoce 'l mal quanto 'l ben giova.
1.12Licito adunque è aver quel ch'altri brama,
1.13e chi 'l mal chiede o chiama?
1.14El simil appetisce il suo simìle.
1.15Nella virtù senile
1.16si riconosce ogni passato errore,
1.17qual sia cagion di danno e disonore.
2.1Come inanzi al furor mal c'è riparo,
2.2danno e sospetto a dar vita noiosa
2.3ti faran dotto di quel che non sai.
2.4Se 'l dolce si conosce per l'amaro,
2.5qual meglio è: morte o vita sospettosa?
2.6Come tu guerra assaggi, lo saprai.
2.7Senza sospetto non fu guerra mai,
2.8né ver amor negli animi dubbiosi,
2.9perché le lor virtù non son perfette.
2.10Nuove e diverse sette
2.11vedrai levar fra gli uomini sdegnosi,
2.12pensar penando agli estremi partiti.
2.13De' morti e de' feriti
2.14metti ad entrata, gran copia n'avrai;
2.15perché, stù metterai
2.16fra 'l fuoco e 'l ferro il tuo bel tenitoro,
2.17spera del presto mal tardo ristoro.
3.1Guerra fa gli uomin falsi usurpatori
3.2e fa que' che son buon reputar tristi
3.3e i vizî sommamente commendare.
3.4Guerra fa tenebrosi i nostri cori,
3.5pien d'iracondia, paventosi e misti;
3.6zezzanie e pretenzion fa generare.
3.7Quest'è certezza da considerare:
3.8che, dove nasce guerra, muor giustizia
3.9e a' grandi alle volte il pensier falla,
3.10che peggio che alla stalla
3.11son morti con miseria e con tristizia,
3.12senza poter chiamarsi in colpa a Dio.
3.13Questo ufficio è del rio
3.14nostro aversar, ch'è d'ogni pace privo,
3.15e chi gusta suo civo
3.16passa sua vita in peccabil tormento;
3.17poi gli dà morte eterna in pagamento.
4.1Guerra consente i fraudulenti torti,
4.2ostinazion da non s'amendar mai,
4.3e ragion e pietà star in catena,
4.4ruberie, 'ncendî e violenti morti,
4.5gli strupi, gli adulterî e gli altri guai,
4.6che son de' frutti che la guerra mena;
4.7e i pargoli innocenti portar pena,
4.8che vivien lieti negli anni tranquilli,
4.9venire a' gran supplicî e crudeltade,
4.10con qual severitade!,
4.11morti, rubati, diventar pupilli,
4.12perdere i padri a repentina fine
4.13e le madre meschine
4.14fuor del patrial nido in parte strane,
4.15chiedendo l'altrui pane
4.16con vergognezza e con dogliosi prieghi,
4.17cagion d'altro mal far, s'è chi gliel nieghi.
5.1L'antiche inimicizie e divisioni,
5.2lo sparso sangue l'un coll'altro insieme
5.3per questo non mancò, ma crebbe sdegno.
5.4Quel fugge il mal che fugge le cagioni;
5.5biasimo nasce adosso a chi nol teme,
5.6che poi non gliel può tôr forza né 'ngegno.
5.7Chi perde sé non ha più caro pegno,
5.8né ragion né ventura alfin l'aita
5.9e poco giova al mal torcere il grugno.
5.10E forsi mangia il prugno
5.11tal padre, che la pena è stabilita
5.12a chi senza sapor n'allega i denti.
5.13Figliuoli e discendenti
5.14per l'altrui colpe a lor toccâr le sorte;
5.15per sì malvage e torte
5.16vie ne conduce il protervo furore,
5.17ché mal s'amenda il conosciuto errore.
6.1Guerra fa disamare il bene amato
6.2e fa il nostro pensier dal ben partire,
6.3favoreggiando i mali operatori.
6.4E chi dal ben si trova seperato,
6.5ogni suo passo va verso il perire
6.6e tutti i suoi sentier son più peggiori.
6.7Quante iniurie inghiottîr, quanti rancori
6.8fuor d'ogni virtüoso e buon costume,
6.9che par bello il tacer la cosa lada!
6.10Quanti gîr per istrada,
6.11che la lor sepoltura è stata il fiume,
6.12senz'altro orribil mal che non si noma!
6.13Quanti pelâr la chioma,
6.14c'hanno del mondo fatto ogni lor gloria!
6.15Questo è fummo di boria:
6.16presto lassar, chi longamente afferra,
6.17quando il valor di su il colpo diserra.
6.18— Canzon, ricorda a chiunque tien dominio
6.19che 'l savio antiveder non fallì mai.
6.20Se consiglio gli dai,
6.21di' che la voglia non vinca il dovere;
6.22né si vuol mal pensar nel ben sedere,
6.23ch'al fin se ne può trar questo costrutto:
6.24pace ha 'l ben possedere,
6.25guerra per morte è cagion d'ogni lutto.
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