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1.1Magnanimo signor, per quello amore
1.2che mi lusinga e comanda ch'io dica,
1.3aümentando, tua magnificenza,
1.4reciplico ti sia quanto ch'è 'l core.
1.5Né per dubbio già mai né per fatica
1.6servitute fuggi' di tua eccellenza,
1.7parlando con onesta reverenza.
1.8Onor non regna ove viltà si trova,
1.9la qual essere in te non si ripùta.
1.10Virtù è conosciuta
1.11per essemplo del ver quando s'approva,
1.12né conosce virtù se non chi l'ama.
1.13Onor, trïunfo e fama:
1.14di queste si nutrica il cor gentile,
1.15e 'l pensier basso e vile,
1.16d'ogni pregio nimico e d'ogni onore,
1.17da sé lo scaccia el magnanimo core.
2.1Qual timor, qual sospetto, signor caro,
2.2la tua virilità tien sì nascosa,
2.3timido, freddo star, come tu stai?
2.4Di crescer l'onor tuo se' troppo avaro,
2.5ché util t'è la negligente posa,
2.6ché non conosci il tempo, mentre l'hai,
2.7tu, ricco d'oro e di seguaci assai,
2.8che sempre fùr virili e bellicosi;
2.9or van col coltellin cogliendo erbette.
2.10A chi le tue vendette
2.11lasci che facci, stù ti dormi e posi,
2.12colpa e cagion che' tuoi sieno aviliti?
2.13I giovinetti arditi
2.14si danno all'ozio; impoltronir gli fai.
2.15Non si racquista mai
2.16il tempo che si perde di costoro,
2.17che sarien fatti per far dir di loro.
3.1Coll'arme in mano i tuoi anticessori
3.2acquistâr quello istato al qual venisti,
3.3che si può crescer me' che conservare;
3.4ma se tu sperni i disïati onori,
3.5passando gli anni tuoi, che pregio acquisti
3.6per esplendidi cibi e per cacciare?
3.7Altri essercizî non hai tu da fare?
3.8Hai posto nome pace alla pigrizia
3.9e, se tu pigli un lepre, il mondo galla.
3.10Chi ama le donne e balla,
3.11questo si è 'l giuoco della tua milizia,
3.12ché di leggèr s'accende altro disio.
3.13I' dirò il parer mio:
3.14l'altrui valor ti fé possente e divo.
3.15Esser potria nocivo
3.16se troppo tarda il buon proponimento,
3.17e chi può men di te pigli ardimento.
4.1Gli uomini son dagl'intendenti scorti;
4.2se tu prudente riputar ti fai,
4.3del buon sangue teban dei sentir vena,
4.4che, trascorrendo a Siria e agli altri porti,
4.5vinser Colcòs e più province assai
4.6e trïunfâr della città d'Atena,
4.7lasciando i suoi nimici in su l'arena.
4.8Fêro abbassar gli onorati vessilli,
4.9e tanto crebbe la lor nobiltade
4.10che, senza trar le spade,
4.11vinser da poi con carte e con sigilli.
4.12Le circustanze allor me' che vicine,
4.13le lor forze e dottrine
4.14ti sien consiglio e le parole sane;
4.15colle virtù tebane
4.16lo stato tuo fortificando leghi,
4.17ché piccola motiva alfin nol pieghi.
4.18Alessandro, signor dei Macedòni,
4.19poi che 'nghiottì lo innumerabil seme,
4.20sottomisse di Dario il ricco regno;
4.21poi vinse l'Asia infino ai Babilloni,
4.22tal che per l'ampie parti e per l'estreme
4.23portò vincendo glorïoso segno.
4.24Se fu di monarchia nel mondo degno,
4.25non l'acquistò colla spada vestita,
4.26anzi si fé signor col ferro in pugno.
4.27Né dicembre né giugno
4.28non impedì la sua laudabil vita:
4.29supportò freddi, caldi, piogge e venti
4.30e più diversi stenti;
4.31sol per fama acquistar non gli fu forte.
4.32Se dici: «E' venne a morte»,
4.33per legge natural chi nasce more:
4.34se morì il corpo, ancor vive l'onore.
5.1A voler dir di Roma e di suo stato,
5.2el senno, la potenza e 'l grande ardire
5.3ch'ebbero i suoi civil combattitori,
5.4coll'armi e colle leggi del senato
5.5si fecer dai serviti far servire
5.6e fùr chiamati de' maggior maggiori.
5.7I mirabil trïunfi e' magni onori
5.8non s'acquistâr nell'ozïose piume,
5.9anzi ne fu cagion la lustra spada,
5.10dicendo: «Innanzi vada
5.11la famosa virtù, che ne dà lume».
5.12E sopr'ogni viltà poser la soma.
5.13Adunque l'alma Roma
5.14conobbe la felice sua vittoria
5.15di sì degna memoria
5.16che si fé serva l'universa terra,
5.17e fatta è donna per famosa guerra.
5.18— Canzon, universal sie 'l tuo camino.
5.19Se per ventura in luogo degno vai,
5.20concludendo dirai:
5.21«Chi non vuol men di suo valor valere,
5.22dov'è la forza giunta col sapere,
5.23da tanto è l'uomo, e tal fa di sé frutto
5.24quant'el si fa tenere:
5.25la pruova s'egli è ver giudica il tutto».
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