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1.1Ave, Padre santissimo, salve, ave,
1.2pastor di quelle pecorelle vere
1.3per le quai portò Idio pondo sì grave!
2.1Per quella utilità, per quel potere
2.2che hai da quel che può quanto che vòle,
2.3de profundis te precor, miserere.
3.1Amor, pietà m'induce a dir parole
3.2di te, che per divina providenzia,
3.3non voglia o possa di mondana prole,
4.1eletto fusti a tanta preminenzia,
4.2quant'è riempir l'apostolica sede,
4.3dignissima d'onore e reverenzia.
5.1O successor di Pietro e giusto erede,
5.2unico, singular, padre e monarca
5.3della salubre e cattolica fede,
6.1custode della rete e della barca,
6.2per qual lassò la sua Pietro ed Andrea,
6.3che d'uomin corre e non di pesci carca,
7.1pescando uomini ignoti e gente rea,
7.2per dirizzarli a porto di salute,
7.3seguendo quel che 'l Maestro volea.
8.1Padre santo e signor, quella virtute,
8.2mansuetudo, largità e prudenza,
8.3che da' primi anni in te fur conosciute
9.1con la vittorïosa sapienza
9.2ch'al fin vince ogni orgoglio, ogni malizia,
9.3sperando il ben che non può esser senza,
10.1Padre e signor, la tua retta giustizia
10.2dorme nel sen di quel che sempre veglia,
10.3che 'ndugia a gastigar l'altrui nequizia.
11.1El ver sie noto, ché, s'ella si sveglia,
11.2ristorerà con frutto il tempo gito,
11.3ché 'nnanzi dorrà il dente che la breglia.
12.1Nella tua elezion, quant'era unito
12.2lo stato della chiesa militante
12.3tornato al porto del suo primo sito!
13.1I frutti acerbi delle fredde piante,
13.2punti e sugati dai golosi uccelli,
13.3torser la via delle sue forme sante.
14.1Quanti di buon figliuol fatti ribelli,
14.2versando il latte della santa matre,
14.3balia e nutrice d'assai più che quelli,
15.1del tuo propinquo anticessor, che patre
15.2fu già sedente al loco ove tu siedi,
15.3ch'anullò spilunche erme, aspere e atre!
16.1Della tua santità dinanzi a' piedi,
16.2Padre, qual sia con le ginocchia flette,
16.3saresti ancor benigno a dir: «Che chiedi?»
17.1Non solo Architofel, colui che dette
17.2el doloroso consiglio agl'insennati,
17.3che 'l figlio incontro al padre in prelio mette,
18.1tu pati pena degli altrui peccati,
18.2ma le tue spalle umili e pazienti
18.3son forti al peso di molti mal nati.
19.1Quante ruine e diversi accidenti
19.2ti sono occorse per mandarti al fondo;
19.3e tu pur fermo a vincer pioggia e venti!
20.1Eugenio quarto, anzi Giobbo secondo,
20.2chi ama e teme Iddio tanto mal plora
20.3quanto ti porge a torta parte il mondo.
21.1Che si può dir? Non son tre dì ancora
21.2esser vicario di Dio sopra terra,
21.3sanza aver parte di riposo un'ora.
22.1L'or di tua santa sposa ti fa guerra,
22.2l'anime prese all'amo dell'errore:
22.3tal frutti fa chi non de' errare ed erra.
23.1Qual altro fusse mai vero pastore
23.2da Piero in qua, tu se' l'un veramente,
23.3ché con giusta ragion meriti onore.
24.1In te non ebbe il mondo a far nïente
24.2nella tua creazion, ché del tuo stato
24.3nulla menzion di te facea la gente.
25.1Non ti fallì, ché Dio t'avia serbato
25.2fino ab initio nel divin concetto,
25.3e per divin valor dal ciel chiamato.
26.1O felice colui, ch'è benedetto
26.2dalla tua santa boce innanzi morte,
26.3nel numer degli eletti in vita eletto!
27.1Tu apri e serri le superne porte
27.2sotto 'l vigor del santissimo amanto,
27.3che tien le chiavi d'una e d'altra corte.
28.1Poi fusti, Padre, innanzi al tempio santo
28.2di Pier con tanta gloria coronato
28.3non ne potrebbe lingua esprimer tanto,
29.1del segno masculin certificato,
29.2per rimembrare i masculin sembianti,
29.3che in sesso feminin resse il papato.
30.1Tutte le cirimonie e gli atti santi,
30.2che si ricerca a sì gran dignitade,
30.3ver testimon di te son tutti quanti.
31.1In Dio si fida e nella tua bontade
31.2chi sa le tue laudabil opre rette,
31.3ché i prieghi tuoi faran più che le spade.
32.1Tu fuggi le perfidie e le vendette;
32.2misericordia, pace e perdonanza
32.3ti stan dinanzi per figlie dilette.
33.1E 'l basso mondo rio pien d'ignoranza
33.2come non ti conosce a farti onore,
33.3respetto avendo alla tua gran possanza?
34.1Tu puoi dar gloria e pena al peccatore
34.2e sciogliere e legar come ti piace;
34.3non pensa a questo lo 'ngannato core.
35.1Tu scrivi e cassi nostra contumace
35.2per quell'arbitrio, utilità e balìa
35.3che sotto il piè della voglia ti giace.
36.1Chi lascia la tua lustra e santa via
36.2entra per tenebroso e scuro calle,
36.3né sa né vede dove vada o stia
37.1su per la sponda della infernal valle,
37.2né s'accorge di lei fino al cadere,
37.3perché a la luce ha voltate le spalle.
38.1Quant'è da venerare e da temere,
38.2Padre, il tuo nome e quanto porta peso!
38.3Chi nol conosce ha smarrito il sapere.
39.1Tu se' in vece di Dio, lui t'ha difeso,
39.2ancor permetterà che tu dirai:
39.3«Pietoso son di chi più m'have offeso».
40.1Giudizio d'ogni fallo non vorrai,
40.2ché la tua santità porta tal fama:
40.3clemente fusti e clemente sarai.
41.1Così fa il tener padre al figliuol ch'ama:
41.2correggel con lusinghe e non con busse,
41.3s'è presto all'ubidir, quando a sé 'l chiama.
42.1Sie benedetto chi pria si ridusse
42.2ad abitar tua patria e chi ne nacque!
42.3Liquor sì grazïoso al mondo indusse.
43.1E benedetto sia la terra e l'acque,
43.2che fùr sì grate ai primi abitatori,
43.3e l'aier santo suo tanto lor piacque!
44.1E benedetti sien tutti gli onori
44.2ricevuti per lei, ch'ancor si crede
44.3in te far frutto i santissimi fiori.
45.1Fruisca diligenzia onde procede,
45.2e chi per mal voler nel cuor ti porta
45.3gli venga sete della tua mercede.
46.1Tu puoi risuscitar l'anima morta
46.2mentre è nel secol sotto la tua frusta,
46.3se Morte a morte ria non la trasporta.
47.1Beato il penitente ad ora giusta,
47.2venendosi a contrir la creatura,
47.3prima che sia giustizia in Dio robusta!
48.1Alcuna volta dorme la natura
48.2oppressata dal mal che gliel consente,
48.3poi si disveglia e torna a dirittura,
49.1ricevuta da Dio benignamente;
49.2e così ricreato l'intelletto,
49.3quïeta l'alma e lesïon non sente.
50.1Padre, nuovo disio nel mio concetto
50.2nat'è, che non credea che mai nascesse;
50.3e se giusto non è, sie per non detto:
51.1s'avesse Iddio permesso ch'io vedesse
51.2un aprir d'occhi la tua santa faccia,
51.3poi pur ne' termin miei mi rimanesse,
52.1quelle pietose sante aperte braccia
52.2della tua mente umil, benigna e grata,
52.3ch'alletta il peccator, Padre, e nol caccia.
53.1Sana l'anima mia, ch'è maculata
53.2nel peso de la colpa nera e lorda,
53.3in podestà delle mortal peccata,
54.1dormente già nel vizio, cieca e sorda,
54.2che, quando il criminal peso l'abbonda,
54.3né di Dio né di sé non si ricorda.
55.1In prima che pervenga alla nera onda,
55.2ostendi, Padre, la tua santa mano,
55.3asperges me, del delitto mi monda!
56.1Retifica il cor nostro e fallo sano;
56.2s'egli è in essilio del superno dono,
56.3trallo di man dell'infimo profano.
57.1L'anima, che consente all'angel bono,
57.2faccia refugio suo la tua clemenza:
57.3Padre, peccavi e tu largo al perdono.
58.1Ritorni la perfetta coscïenza
58.2agl'indurati cuor, ché gli rimova;
58.3non si dia luogo all'ultima sentenza.
59.1La tua benignità sempre è più nova;
59.2in ogni amaritudine o dolcezza
59.3misericordia in te, Padre, si trova,
60.1pur ch'al presto ben far non sia lentezza.
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