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Poesie

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1.1Giusta mia possa una donna onorando,
1.2sadisfarò il disio de' pensier miei:
1.3quest'è la mia motiva incominciando.
2.1S'i' dico, i' non dirò quant'io vorrei,
2.2né quanto si convien, ma son ben certo
2.3che onor ne segue e non biasimo a lei
3.1mostrando il suo vigor lustro ed aperto,
3.2onde universa fama al mondo vola,
3.3per dir il ver, non ch'i' speri altro merto.
4.1O tu, che nel supremo grado sola
4.2lieta ti siedi in abito più degno
4.3ch'altra particular della tua scuola,
5.1benedetto sie 'l ciel, sotto 'l cui segno
5.2principio avesti, e benedetto sia
5.3chi sì mirabilmente usò il suo ingegno!
6.1Vinegia cacciatrice, Amor m'invia,
6.2perch'egli appar seguir del tuo essercizio:
6.3prender con frutto e non perder di via.
7.1Tal fusti tu dal tuo felice inizio,
7.2fortificando ogni atto virtuoso,
7.3in cui giustizia aumentò 'l su' ufizio.
8.1Nel tuo bene operar mi fondo e chioso;
8.2tu mi svegli lo 'ngegno e vuo' ch'io dica,
8.3tu scuopri il piacer mio ch'era nascoso.
9.1Singular di virtù madre ed amica,
9.2per la perseveranza che 'n te regna,
9.3del nostro immaginar dolce fatica,
10.1tu se' colei che 'l ben viver ne 'nsegna,
10.2gemma d'Italia bella, unico core,
10.3d'Europa la più diva e la più degna,
11.1ch'è detta onor del mondo; e tu l'onore
11.2se' d'essa: adunque tu onor del mondo.
11.3Qual è simile a te, non che migliore?
12.1Tu se' sì divo sito e sì giocondo
12.2di parvo cerchio e di valor sì pieno
12.3ch'i' non so immaginar qual sia 'l secondo.
13.1Tu hai sì messo a' vizî in bocca il freno
13.2che qual che voglia in te far resistenza
13.3convien che solchi dritto il suo terreno.
14.1In te regna virtute e sapïenza,
14.2ogni voluntà prava in te è frusta,
14.3perché ragion sommette la potenza.
15.1Non sa che dir di te chi te non gusta,
15.2ché la ragion sommettere ai contenti
15.3non è da riputar per cosa giusta.
16.1Ben ti si par, s'al ben far t'argomenti;
16.2segui pur l'orme del tuo stile usato
16.3e lassa a voglia lor soffiar e venti,
17.1ché, per quanto allontana il mar salato,
17.2per timor né s'asconde né si piega
17.3la santa insegna del lïone alato.
18.1La 'ntenzion pronta mi lusinga e priega
18.2a dir di te, lassando ogni altra impresa;
18.3ben si faria, ma l'ignoranza il niega.
19.1Da quanta aversità ti se' difesa,
19.2sanza seguir le dipendenze estreme,
19.3te conoscendo a torta parte offesa!
20.1Ma l'union tua, ch'è d'un cuor mille insieme
20.2è quella che t'onora e pregia tanto
20.3che 'l cristiano e 'l pagan t'invidia e teme.
21.1Cerca simile a te che si dia vanto
21.2regger mill'anni uno stato sincero
21.3né macularsi mai tanto né quanto;
22.1se non tu sola el tuo valore intero,
22.2testificando l'opere che fai,
22.3porti scolpito innanzi al fronte il vero.
23.1Altri sel vede, e tu 'l conosci e sai,
23.2ch'a questa glorïosa preminenza
23.3tu se' la prima, e così ti sarai.
24.1Chi ben riguarda tua circunferenza,
24.2se per effetto segue esser da molto,
24.3tu stessa dai di te chiara sentenza.
25.1L'onor dell'uso antico in te ricolto,
25.2secondo i casi, robusta e clemente,
25.3sempre hai la temperanza innanzi al volto.
26.1Tu antivedi e 'l futur t'è presente;
26.2però il tuo corso non giugne al periglio,
26.3ché 'nnanzi tempo è chi 'l conosce e sente.
27.1El tuo segreto, sano e buon consiglio
27.2è tanto e tal che, per la dirittura,
27.3si trovò il padre a giudicar già il figlio.
28.1Tu reggi te con senno e con misura;
28.2la tempra tua non ha timor di lima,
28.3colonna di diamante unica e pura.
29.1Quale che sie fra noi di farne stima,
29.2anzi per tutta l'universa terra,
29.3sie l'altra qual si vuol, tu se' la prima.
30.1Tu cresci colla pace e colla guerra,
30.2perché non trai la spada a torta parte,
30.3ma per giustizia e per punir chi erra.
31.1Perch'è sì lento il mondo a comendarte?
31.2du' son i dolci affanni del poeta?
31.3Mantova, Arpino, Attena e l'altre carte?
32.1Tu sola ti puoi dir sicura e lieta
32.2refugio degli spersi, albergo e pace;
32.3in te si può ben dire vita quieta.
33.1El buon di te si gloria e 'l rio si tace;
33.2a chi 'l male operar non si concede,
33.3colui ti fugge, a chi 'l ben far dispiace.
34.1El tuo ducal dominio e prima sede
34.2del mar sacrato, eccelso sposo eletto,
34.3rapresenta l'onor ch'a te succede.
35.1Dubbio non può regnar nel tuo concetto,
35.2ché, dove non è error né mal volere,
35.3non può per conseguenza esser sospetto.
36.1Gran parte già del mondo puoi vedere
36.2in grevi dubbi, in diversi tormenti,
36.3in fuoco, in arme, e tu in piuma a sedere.
37.1Tale è tua possa e tai provedimenti
37.2che non è sì gran veltro, né sì grosso
37.3ch'al fin non mugghi stù gli mostri i denti.
38.1Gran parte avesti già del mondo adosso,
38.2e tal si mosse a volerti inghiottire
38.3che tornò a lenti passi a roder l'osso.
39.1Commesso il fallo, è gran virtù il pentire,
39.2poi che la coscïenza se rimossa;
39.3ma più virtù saria di non fallire.
40.1Tu abbattesti la superba rossa
40.2di Federico, che 'l vicar di Dio
40.3dismise di sua sede e di sua possa;
41.1ma che ne nacque del suo fallo rio?
41.2la tua franchigia e la sua servitute
41.3sotto 'l piè del pastor, ch'ancor fu pio.
42.1Tu non se' pur di te sola salute,
42.2anzi se' degli apresso e de' lontani,
42.3per più sperte ragion chiare vedute.
43.1El tesor de' vicini e degli strani,
43.2per confidenza della tua grandezza,
43.3passa per tua custodia e per tue mani.
44.1Per te si spera ancor maggior grandezza,
44.2più alta e più felice dignitate:
44.3così aumenta il ciel chi virtù prezza.
45.1O spiriti poetici, che fate?
45.2dormite sì di nigligenzia pregni?
45.3di tanta donna non vi rimembrate?
46.1Nobilitate in essa i vostri ingegni,
46.2ch'assai si fa per voi quanto per ella,
46.3ché, medïante lei, sarete degni.
47.1Venite omai; quest'è la vostra stella,
47.2che vi dà via di pigliar quella fronde,
47.3della qual fa notizia ogni favella.
48.1Ecco la sacra fonte e le sante onde,
48.2ecco il nostro Parnaso e i termin sui,
48.3che Nisa bagna e 'l bel monte circonde.
49.1Donna, se nessun t'ama, i' son colui;
49.2non ch'i' mi senta di te parlar degno,
49.3ma tutto ho fatto per destare altrui.
50.1Onde ti cresce ognor forza ed ingegno
50.2da seguir le virtù? Chi vede il vede,
50.3ché 'l sesto tuo già mai non torse il segno.
51.1In te giustizia regna, in te mercede,
51.2in te prudenzia e, se pur manco tieni,
51.3el tuo santo campion per te intercede.
52.1Roma e molte altre sen vanno, e tu vieni
52.2crescendo fama, trïunfo e dottrina,
52.3con tanta moderanza ti mantieni!
53.1O singular fra l'altre, anzi regina
53.2in ispezialità di qual sie l'una
53.3beata te! La terra e 'l mar t'inchina.
54.1La tua felice e prospera fortuna
54.2ti favoreggia, e tu la sai seguire;
54.3sempre sta in diece e cinque la tua luna.
55.1Deh, non si lassi il tempo invan fuggire,
55.2se glorïar si dee cosa moderna;
55.3alzi l'ingegno suo chiunque sa dire,
56.1ch'è ben far di costei memoria eterna.
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