about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1Taciti, soli, sanza compagnia
1.2n'andavam l'un dinanzi e l'altro dopo,
1.3come frati minor vanno per via.
2.1Vòlt'era in su la favola d'Isopo
2.2lo mio pensier per la presente rissa,
2.3dov'el parlò de la rana e del topo;
3.1ché più non si pareggia "mo" e "issa"
3.2che l'un con l'altro fa, se ben s'accoppia
3.3principio e fine con la mente fissa.
4.1E come l'un pensier de l'altro scoppia,
4.2così nacque di quello un altro poi,
4.3che la prima paura mi fé doppia.
5.1Io pensava così: "Questi per noi
5.2sono scherniti con danno e con beffa
5.3sì fatta, ch'assai credo che lor nòi.
6.1Se l'ira sovra 'l mal voler s'aggueffa,
6.2ei ne verranno dietro più crudeli
6.3che 'l cane a quella lievre ch'elli acceffa".
7.1Già mi sentia tutti arricciar li peli
7.2de la paura e stava in dietro intento,
7.3quand'io dissi: "Maestro, se non celi
8.1te e me tostamente, i' ho pavento
8.2d'i Malebranche. Noi li avem già dietro;
8.3io li 'magino sì, che già li sento".
9.1E quei: "S'i' fossi di piombato vetro,
9.2l'imagine di fuor tua non trarrei
9.3più tosto a me, che quella dentro 'mpetro.
10.1Pur mo venieno i tuo' pensier tra ' miei,
10.2con simile atto e con simile faccia,
10.3sì che d'intrambi un sol consiglio fei.
11.1S'elli è che sì la destra costa giaccia,
11.2che noi possiam ne l'altra bolgia scendere,
11.3noi fuggirem l'imaginata caccia".
12.1Già non compié di tal consiglio rendere,
12.2ch'io li vidi venir con l'ali tese
12.3non molto lungi, per volerne prendere.
13.1Lo duca mio di sùbito mi prese,
13.2come la madre ch'al romore è desta
13.3e vede presso a sé le fiamme accese,
14.1che prende il figlio e fugge e non s'arresta,
14.2avendo più di lui che di sé cura,
14.3tanto che solo una camiscia vesta;
15.1e giù dal collo de la ripa dura
15.2supin si diede a la pendente roccia,
15.3che l'un de' lati a l'altra bolgia tura.
16.1Non corse mai sì tosto acqua per doccia
16.2a volger ruota di molin terragno,
16.3quand'ella più verso le pale approccia,
17.1come 'l maestro mio per quel vivagno,
17.2portandosene me sovra 'l suo petto,
17.3come suo figlio, non come compagno.
18.1A pena fuoro i piè suoi giunti al letto
18.2del fondo giù, ch'e' furon in sul colle
18.3sovresso noi; ma non lì era sospetto:
19.1ché l'alta provedenza che lor volle
19.2porre ministri de la fossa quinta,
19.3poder di partirs'indi a tutti tolle.
20.1Là giù trovammo una gente dipinta
20.2che giva intorno assai con lenti passi,
20.3piangendo e nel sembiante stanca e vinta.
21.1Elli avean cappe con cappucci bassi
21.2dinanzi a li occhi, fatte de la taglia
21.3che in Clugnì per li monaci fassi.
22.1Di fuor dorate son, sì ch'elli abbaglia;
22.2ma dentro tutte piombo, e gravi tanto,
22.3che Federigo le mettea di paglia.
23.1Oh in etterno faticoso manto!
23.2Noi ci volgemmo ancor pur a man manca
23.3con loro insieme, intenti al tristo pianto;
24.1ma per lo peso quella gente stanca
24.2venìa sì pian, che noi eravam nuovi
24.3di compagnia ad ogne mover d'anca.
25.1Per ch'io al duca mio: "Fa che tu trovi
25.2alcun ch'al fatto o al nome si conosca,
25.3e li occhi, sì andando, intorno movi".
26.1E un che 'ntese la parola tosca,
26.2di retro a noi gridò: "Tenete i piedi,
26.3voi che correte sì per l'aura fosca!
27.1Forse ch'avrai da me quel che tu chiedi".
27.2Onde 'l duca si volse e disse: "Aspetta,
27.3e poi secondo il suo passo procedi".
28.1Ristetti, e vidi due mostrar gran fretta
28.2de l'animo, col viso, d'esser meco;
28.3ma tardavali 'l carco e la via stretta.
29.1Quando fuor giunti, assai con l'occhio bieco
29.2mi rimiraron sanza far parola;
29.3poi si volsero in sé, e dicean seco:
30.1"Costui par vivo a l'atto de la gola;
30.2e s'e' son morti, per qual privilegio
30.3vanno scoperti de la grave stola?".
31.1Poi disser me: "O Tosco, ch'al collegio
31.2de l'ipocriti tristi se' venuto,
31.3dir chi tu se' non avere in dispregio".
32.1E io a loro: "I' fui nato e cresciuto
32.2sovra 'l bel fiume d'Arno a la gran villa,
32.3e son col corpo ch'i' ho sempre avuto.
33.1Ma voi chi siete, a cui tanto distilla
33.2quant'i' veggio dolor giù per le guance?
33.3e che pena è in voi che sì sfavilla?".
34.1E l'un rispuose a me: "Le cappe rance
34.2son di piombo sì grosse, che li pesi
34.3fan così cigolar le lor bilance.
35.1Frati godenti fummo, e bolognesi;
35.2io Catalano e questi Loderingo
35.3nomati, e da tua terra insieme presi
36.1come suole esser tolto un uom solingo,
36.2per conservar sua pace; e fummo tali,
36.3ch'ancor si pare intorno dal Gardingo".
37.1Io cominciai: "O frati, i vostri mali...";
37.2ma più non dissi, ch'a l'occhio mi corse
37.3un, crucifisso in terra con tre pali.
38.1Quando mi vide, tutto si distorse,
38.2soffiando ne la barba con sospiri;
38.3e 'l frate Catalan, ch'a ciò s'accorse,
39.1mi disse: "Quel confitto che tu miri,
39.2consigliò i Farisei che convenia
39.3porre un uom per lo popolo a' martìri.
40.1Attraversato è, nudo, ne la via,
40.2come tu vedi, ed è mestier ch'el senta
40.3qualunque passa, come pesa, pria.
41.1E a tal modo il socero si stenta
41.2in questa fossa, e li altri dal concilio
41.3che fu per li Giudei mala sementa".
42.1Allor vid'io maravigliar Virgilio
42.2sovra colui ch'era disteso in croce
42.3tanto vilmente ne l'etterno essilio.
43.1Poscia drizzò al frate cotal voce:
43.2"Non vi dispiaccia, se vi lece, dirci
43.3s'a la man destra giace alcuna foce
44.1onde noi amendue possiamo uscirci,
44.2sanza costrigner de li angeli neri
44.3che vegnan d'esto fondo a dipartirci".
45.1Rispuose adunque: "Più che tu non speri
45.2s'appressa un sasso che de la gran cerchia
45.3si move e varca tutt'i vallon feri,
46.1salvo che 'n questo è rotto e nol coperchia;
46.2montar potrete su per la ruina,
46.3che giace in costa e nel fondo soperchia".
47.1Lo duca stette un poco a testa china;
47.2poi disse: "Mal contava la bisogna
47.3colui che i peccator di qua uncina".
48.1E 'l frate: "Io udi' già dire a Bologna
48.2del diavol vizi assai, tra ' quali udi'
48.3ch'elli è bugiardo e padre di menzogna".
49.1Appresso il duca a gran passi sen gì,
49.2turbato un poco d'ira nel sembiante;
49.3ond'io da li 'ncarcati mi parti'
50.1dietro a le poste de le care piante.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)