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1.1Io vidi già cavalier muover campo,
1.2e cominciare stormo e far lor mostra,
1.3e talvolta partir per loro scampo;
2.1corridor vidi per la terra vostra,
2.2o Aretini, e vidi gir gualdane,
2.3fedir torneamenti e correr giostra;
3.1quando con trombe, e quando con campane,
3.2con tamburi e con cenni di castella,
3.3e con cose nostrali e con istrane;
4.1né già con sì diversa cennamella
4.2cavalier vidi muover né pedoni,
4.3né nave a segno di terra o di stella.
5.1Noi andavam con li diece demoni.
5.2Ahi fiera compagnia! ma ne la chiesa
5.3coi santi, e in taverna coi ghiottoni.
6.1Pur a la pegola era la mia 'ntesa,
6.2per veder de la bolgia ogne contegno
6.3e de la gente ch'entro v'era incesa.
7.1Come i dalfini, quando fanno segno
7.2a' marinar con l'arco de la schiena
7.3che s'argomentin di campar lor legno,
8.1talor così, ad alleggiar la pena,
8.2mostrav'alcun de' peccatori 'l dosso
8.3e nascondea in men che non balena.
9.1E come a l'orlo de l'acqua d'un fosso
9.2stanno i ranocchi pur col muso fuori,
9.3sì che celano i piedi e l'altro grosso,
10.1sì stavan d'ogne parte i peccatori;
10.2ma come s'appressava Barbariccia,
10.3così si ritraén sotto i bollori.
11.1I' vidi, e anco il cor me n'accapriccia,
11.2uno aspettar così, com'elli 'ncontra
11.3ch'una rana rimane e l'altra spiccia;
12.1e Graffiacan, che li era più di contra,
12.2li arruncigliò le 'mpegolate chiome
12.3e trassel sù, che mi parve una lontra.
13.1I' sapea già di tutti quanti 'l nome,
13.2sì li notai quando fuorono eletti,
13.3e poi ch'e' si chiamaro, attesi come.
14.1"O Rubicante, fa che tu li metti
14.2li unghioni a dosso, sì che tu lo scuoi!",
14.3gridavan tutti insieme i maladetti.
15.1E io: "Maestro mio, fa, se tu puoi,
15.2che tu sappi chi è lo sciagurato
15.3venuto a man de li avversari suoi".
16.1Lo duca mio li s'accostò allato;
16.2domandollo ond'ei fosse, e quei rispuose:
16.3"I' fui del regno di Navarra nato.
17.1Mia madre a servo d'un segnor mi puose,
17.2che m'avea generato d'un ribaldo,
17.3distruggitor di sé e di sue cose.
18.1Poi fui famiglia del buon re Tebaldo;
18.2quivi mi misi a far baratteria,
18.3di ch'io rendo ragione in questo caldo".
19.1E Cirïatto, a cui di bocca uscia
19.2d'ogne parte una sanna come a porco,
19.3li fé sentir come l'una sdruscia.
20.1Tra male gatte era venuto 'l sorco;
20.2ma Barbariccia il chiuse con le braccia
20.3e disse: "State in là, mentr'io lo 'nforco".
21.1E al maestro mio volse la faccia;
21.2"Domanda", disse, "ancor, se più disii
21.3saper da lui, prima ch'altri 'l disfaccia".
22.1Lo duca dunque: "Or dì: de li altri rii
22.2conosci tu alcun che sia latino
22.3sotto la pece?". E quelli: "I' mi partii,
23.1poco è, da un che fu di là vicino.
23.2Così foss'io ancor con lui coperto,
23.3ch'i' non temerei unghia né uncino!".
24.1E Libicocco "Troppo avem sofferto",
24.2disse; e preseli 'l braccio col runciglio,
24.3sì che, stracciando, ne portò un lacerto.
25.1Draghignazzo anco i volle dar di piglio
25.2giuso a le gambe; onde 'l decurio loro
25.3si volse intorno intorno con mal piglio.
26.1Quand'elli un poco rappaciati fuoro,
26.2a lui, ch'ancor mirava sua ferita,
26.3domandò 'l duca mio sanza dimoro:
27.1"Chi fu colui da cui mala partita
27.2di' che facesti per venire a proda?".
27.3Ed ei rispuose: "Fu frate Gomita,
28.1quel di Gallura, vasel d'ogne froda,
28.2ch'ebbe i nemici di suo donno in mano,
28.3e fé sì lor, che ciascun se ne loda.
29.1Danar si tolse e lasciolli di piano,
29.2sì com'e' dice; e ne li altri offici anche
29.3barattier fu non picciol, ma sovrano.
30.1Usa con esso donno Michel Zanche
30.2di Logodoro; e a dir di Sardigna
30.3le lingue lor non si sentono stanche.
31.1Omè, vedete l'altro che digrigna;
31.2i' direi anche, ma i' temo ch'ello
31.3non s'apparecchi a grattarmi la tigna".
32.1E 'l gran proposto, vòlto a Farfarello
32.2che stralunava li occhi per fedire,
32.3disse: "Fatti 'n costà, malvagio uccello!".
33.1"Se voi volete vedere o udire",
33.2ricominciò lo spaürato appresso,
33.3"Toschi o Lombardi, io ne farò venire;
34.1ma stieno i Malebranche un poco in cesso,
34.2sì ch'ei non teman de le lor vendette;
34.3e io, seggendo in questo loco stesso,
35.1per un ch'io son, ne farò venir sette
35.2quand'io suffolerò, com'è nostro uso
35.3di fare allor che fori alcun si mette".
36.1Cagnazzo a cotal motto levò 'l muso,
36.2crollando 'l capo, e disse: "Odi malizia
36.3ch'elli ha pensata per gittarsi giuso!".
37.1Ond'ei, ch'avea lacciuoli a gran divizia,
37.2rispuose: "Malizioso son io troppo,
37.3quand'io procuro a' mia maggior trestizia".
38.1Alichin non si tenne e, di rintoppo
38.2a li altri, disse a lui: "Se tu ti cali,
38.3io non ti verrò dietro di gualoppo,
39.1ma batterò sovra la pece l'ali.
39.2Lascisi 'l collo, e sia la ripa scudo,
39.3a veder se tu sol più di noi vali".
40.1O tu che leggi, udirai nuovo ludo:
40.2ciascun da l'altra costa li occhi volse,
40.3quel prima, ch'a ciò fare era più crudo.
41.1Lo Navarrese ben suo tempo colse;
41.2fermò le piante a terra, e in un punto
41.3saltò e dal proposto lor si sciolse.
42.1Di che ciascun di colpa fu compunto,
42.2ma quei più che cagion fu del difetto;
42.3però si mosse e gridò: "Tu se' giunto!".
43.1Ma poco i valse: ché l'ali al sospetto
43.2non potero avanzar; quelli andò sotto,
43.3e quei drizzò volando suso il petto:
44.1non altrimenti l'anitra di botto,
44.2quando 'l falcon s'appressa, giù s'attuffa,
44.3ed ei ritorna sù crucciato e rotto.
45.1Irato Calcabrina de la buffa,
45.2volando dietro li tenne, invaghito
45.3che quei campasse per aver la zuffa;
46.1e come 'l barattier fu disparito,
46.2così volse li artigli al suo compagno,
46.3e fu con lui sopra 'l fosso ghermito.
47.1Ma l'altro fu bene sparvier grifagno
47.2ad artigliar ben lui, e amendue
47.3cadder nel mezzo del bogliente stagno.
48.1Lo caldo sghermitor sùbito fue;
48.2ma però di levarsi era neente,
48.3sì avieno inviscate l'ali sue.
49.1Barbariccia, con li altri suoi dolente,
49.2quattro ne fé volar da l'altra costa
49.3con tutt'i raffi, e assai prestamente
50.1di qua, di là discesero a la posta;
50.2porser li uncini verso li 'mpaniati,
50.3ch'eran già cotti dentro da la crosta;
51.1e noi lasciammo lor così 'mpacciati.
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