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1.1Può far il mondo ladro, messer Bino,
1.2che abbiate perso il gusto e l'intelletto
1.3di quel ch'importa più che 'l pane e 'l vino?
2.1So pur ch'avete il giudizio perfetto
2.2e che più vi diletta di mangiare
2.3dei beccafichi la schiena che 'l petto.
3.1Fate ciascun di noi maravigliare
3.2di questa novità che voi tenete,
3.3ché d'altro non si sente cicalare:
4.1vedovi in una trama che darete
4.2in qualche mal francese o pelarella;
4.3ma il canchero a la falla, se 'l volete.
5.1Voi mi faresti scavigliar di sella,
5.2cangiare in cinquant'anni professione,
5.3essendo bona questa e trista quella;
6.1né bastarebbe un Tullio Cicerone
6.2darmi a veder con le ragioni in mano
6.3che non avesti preso un capocchione.
7.1Io vorrei prima menarmelo a mano
7.2più tosto farlo ai guatter di cucina,
7.3ch'esser di dame un polimante vano.
8.1Quest'è per esser la vostra ruina;
8.2la natura a quell'arte non v'incita,
8.3ma sì bene a la sferica dottrina.
9.1S'io credessi perderci la vita,
9.2vo' seguir questa bella e nobil arte,
9.3degna nei bronzi d'essere scolpita.
10.1Bastivi far al signor Strozzo parte
10.2di voi nel resto con fatti e parole;
10.3ma 'l suo mistier ciascun facci in disparte:
11.1e lassate pur dir, dica chi vòle,
11.2che 'l più dolce mistier non si può fare;
11.3e, che 'l sia ver, ne son piene le scole.
12.1Bene abbi un vostro amico e mio compare,
12.2ché egli, se ben è capo di famiglia,
12.3non cessa il giovinetto confortare;
13.1quando a uno e quando con l'altro s'appiglia,
13.2che di campagna pare un barigello,
13.3e beato da lui chi si scatiglia:
14.1porta un suo berrettin sott'il cappello
14.2e ne va al buio per tutt'i cantoni
14.3fin che rimbuca il signor suo fratello.
15.1Ma, perché ghiotti son questi bocconi,
15.2io lo scuso, e 'l farei proprio in persona,
15.3ed a chi non lo fa, dio gli perdoni.
16.1Sicché, Bin, ritornate a l'arte buona
16.2né vogliate dar mal esempio voi
16.3che sete guida e la nostra corona.
17.1E se 'l Buoncambio esser vorrà da noi,
17.2che ha le guance rosate e d'alabastro,
17.3ciascun farebbe meglio i fatti suoi.
18.1Ma, per fuggirvi di dosso un disastro,
18.2non son, dicovi, questi giovinotti
18.3tutti senza difetto e senza impiastro:
19.1se vi piaccion gli umor saputi e dotti,
19.2vi è 'l Crispoltin tutto gioioso e bello,
19.3con una schiera sua di fanciullotti;
20.1il Contino è garbato, lindo e snello,
20.2e si mostra benigno e tanto umìle,
20.3che non sarebbe error farci 'l fratello;
21.1taccio un togato aspetto signorile,
21.2ch'io più tosto 'l vorrei che darlo a voi,
21.3poiché l'esca ha negli occhi col fucile;
22.1ottimo è 'l Valerian, ma sta nei suoi,
22.2e quel che 'l nome tien simil al mio,
22.3mi piacque, piace e piacerammi poi;
23.1Turno ha da ringraziar Dominiddio
23.2d'esser così leggiadro e grazioso
23.3che arda ciascun di lui come facc'io;
24.1ecco il gran general, tanto famoso,
24.2il conte, imperator, ma che, vo' dire
24.3del mio nobil Alcide glorioso,
25.1Or sì che, non volendovi pentire,
25.2a questo solennissimo apparecchio
25.3direi che foste, Bin, per impazzire;
26.1ed io dogliomi sol di venir vecchio
26.2per non poter quivi menar le mani,
26.3come 'l compar ch'è di ciò guida e specchio.
27.1Fanno error certi bravi capitani
27.2di aver reso così l'armi a san Giorgio,
27.3massime il capitan Scala Villani.
28.1Io, se in tutto e per tutto non la sforgio,
28.2faccio pur non di men qualche cosetta,
28.3quando a caval, quando con mastro Giorgio:
29.1ma voi, che sete patrone a bacchetta,
29.2con le vostre maniere graziose
29.3che fa il dito che corre a la brachetta,
30.1dovresti far cose miracolose,
30.2levandovi del capo 'l far l'amore
30.3con le donne superbe e dispettose;
31.1ché dovrebbe quel fiato e quel vapore,
31.2quella puzza, quel tanfo e quella pèste
31.3far vomitarvi le budella e 'l core;
32.1ond'io vorrei che una volta vi deste
32.2in qualche ciorgna piena di taroli,
32.3di marchese, di bucciole e di creste,
33.1che sangue e marcia fussero i lenzuoli,
33.2vermini e bacarozzi a tutta volta
33.3giostrar coi pidocchi e coi tignoli.
34.1Misera la volgar e cieca e stolta
34.2gente sommersa nel femineo sesso,
34.3ove il cancar e 'l morbo fan accolta!
35.1È pur questo degli uomini un eccesso,
35.2degno d'ogni gastigo rigoroso,
35.3un mancamento, un vituperio espresso.
36.1Voi, Bin, che vi mostrate sì geloso
36.2de l'onor vostro, dove lo fondate?
36.3di non seguire 'l mistier glorioso?
37.1Io vi dovrei far mille bravate
37.2per rimediar a l'inconveniente:
37.3ma fatel, Bin, di drieto o ve 'l menate,
38.1appiccatevi, almeno, incontinente
38.2ad un certo scolar che ne l'andare
38.3mostra tutt'il latin tenere a mente;
39.1seguite l'orme di quel mio compare
39.2che in vita sua non lassò occasione
39.3di non il far mentre il possette fare.
40.1Parmi drieto vedervi a un gigantone
40.2che abbia proporzionati i fondamenti
40.3da darvi drento senza discrezione.
41.1Questi, Sbossola, son rinfrescamenti
41.2da menar più felici gli anni vostri
41.3e liberarvi da doglia di denti.
42.1Oro, perle, rubini, avori ed ostri
42.2son zucche; questa sola è l'imbasciata,
42.3di aver chi a campo aperto seco giostri.
43.1Portanvi questi onori a la giornata,
43.2v'accompagnano, v'aiutano e perfino
43.3vi riparano da Marte una stoccata.
44.1Io vi giuro, a fé mia, per san Quintino;
44.2che meco vorrei prima un uom sì fatto
44.3che un capitan de' nostri perugino.
45.1Vi ho detto 'l parer mio di primo tratto;
45.2strapesate ora voi la calamita,
45.3mostrando al mondo che non sete matto;
46.1ond'io le braccia, le mani e le dita
46.2non mi terrò legate, messer Bino,
46.3perché mi danno i giovani la vita,
47.1mentre potrà rimenarsi Martino.
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