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CLXIII

Rime

PoeTree.it

1.1Conosco ben che queste basse rime
1.2degne non son di ragionar di voi,
1.3Orsolina gentil, che tra le prime
1.4donne sete la prima oggi tra noi:
1.5non vi sdegnate udir, donna sublime,
1.6l'alta cagion ch'a dir mi sprona, e poi
1.7biasmate l'ardir mio, se ardir si chiama
1.8dire il ver per salvare un uom che v'ama.
2.1Per salvare un uom che ama il vostro onore,
2.2questi umil versi a vostr'altezza porgo.
2.3Madonna, in voi beltà, senno e valore
2.4e mille altre virtù contemplo e scorgo.
2.5Quanto mi doglio poi ch'un solo errore
2.6cela tanto splendor! Perch'io m'accorgo
2.7che con ragion da ognun sete chiamata
2.8donna poco cortese e molto ingrata.
3.1Questa macchia crudel nasconde e copre
3.2tutto quel bello e buon ch'in voi riluce.
3.3Se premiaste il servir secondo l'opre,
3.4voi sareste del mondo unica luce:
3.5né però il vostro biasmo si ricopre
3.6con dir ch'a questo l'onestà v'induce;
3.7ché può ben donna, come voi prudente,
3.8premiare chi vi serve onestamente.
4.1Con voi non cerco di contar più innante
4.2di quel che 'l vero e la ragion mi detta:
4.3pietà d'un vostro leggiadretto amante
4.4che voi tra mille ha per padrona eletta;
4.5tanti affanni ha sofferti e pene tante,
4.6ch'omai da voi giusta mercede aspetta;
4.7giusta mercede aspetta, e mai non viene
4.8altro ristor da voi che affanni e pene.
5.1A che tanta durezza in voi più regna?
5.2Non è ragion né alcun dovere 'l vuole:
5.3se nobil sete, egli è di stirpe degna
5.4e v'ama più di quel ch'amar si suole;
5.5se voi portate di beltà l'insegna,
5.6più bel giovan di lui non vede 'l sole;
5.7che se la diadema avesse e l'ali,
5.8certo un angel parria tra noi mortali.
6.1Deh, contemplate il suo viso sereno
6.2e con quanta dolcezza gli occhi gira
6.3e l'altier passeggiar di grazia pieno,
6.4che ogni altra donna per vaghezza 'l mira,
6.5e l'angelico aspetto, che non meno
6.6altri per lui che lui per voi sospira;
6.7e di ciò ben per prova io ne ragiono,
6.8che da' suoi lacci ancor sciolto non sono.
7.1Gran gloria v'è ch'una beltà sì rara
7.2arda per voi, come si tiene altri in foco:
7.3questo la fama vostra alza e rischiara
7.4e vi dà tra le donne 'l primo loco.
7.5Perché vi è dunque la sua pena cara?
7.6perché di lui curate, aimè! sì poco,
7.7se v'ama, se v'adora, se v'inchina
7.8per signora, per dea, per sua regina?
8.1Non è senno sprezzar quel che ognun prezza:
8.2come, del vostro ingegno il lume è casso?
8.3schernite sola voi quella bellezza
8.4che può Vener dal ciel tirare al basso?
8.5Voi spregiate una fede, una fermezza
8.6ch'avria forza a piegar un cor di sasso.
8.7Ahi! non più, no, ch'ognun vi mostra a dito,
8.8ché mai fu al mondo il maggior torto udito.
9.1Non vi ritenga s'il bel volto ancòra
9.2barba non chiama o tropp'acerba etate;
9.3ché un discorso divin seco dimora,
9.4come divina ancòra è sua beltate:
9.5e voi la prova ne vedete ognora,
9.6che, per usargli strazi e crudeltate
9.7e per dargli repulse a più non posso,
9.8già mai non s'è di sua costanza mosso.
10.1Sarete adunque voi nova Medea?
10.2che avrete il cor di smalto e di diamante
10.3a tenér in angoscia e pena rea
10.4sì bel, sì vago e sì fedele amante
10.5c'ha sofferto il martìr, mentre potea?
10.6Ora soffrirlo più non è bastante,
10.7ché midolla non ha ch'omai non arda.
10.8A che più state ognor pensosa e tarda?
11.1Né più mover si puote ancor che voglia,
11.2tal ardor ne le vene Amor gli mesce:
11.3crescono gli anni in lui, cresce la voglia
11.4e con la voglia insieme 'l fuoco cresce:
11.5sempre si strugge e par ch'a voi non doglia
11.6il suo gran mal ch'a tutto il mondo incresce,
11.7ed a me più degli altri, c'ho veduto
11.8quel che mai prima non avria creduto.
12.1Ché, quantunque il suo mal con vecchia cura
12.2nel petto giovenil tenga sepolto,
12.3io l'ho pur visto a mezza notte oscura
12.4bagnar di pianto il delicato volto
12.5e percuoter col capo vostre mura,
12.6come se fosse de' suoi sensi sciolto;
12.7sentito l'ho (questa è la pena vera)
12.8ragionar con quei sassi in tal maniera:
13.1— Pietre, de la mia dea men fredde e dure,
13.2udite voi quel ch'ella udir non degna:
13.3beate voi, che le sue membra pure
13.4cingete sempre! qual me, voi non sdegna.
13.5Sempre l'adorerò, strazimi pure,
13.6fin che nel petto il debil spirto regna. —
13.7Ahi! come al suon di sì pietosi accenti
13.8non ti aprivi tu, mur, dai fondamenti?
14.1Più cose e più quest'umil voce tace,
14.2perché son note a voi tanto che basta.
14.3Se pietà è in voi, al mondo ed al ciel non spiace;
14.4in donna alcuna l'onestà non guasta;
14.5crede ben qualche sciocca e pertinace
14.6esser chiamata più de l'altre casta;
14.7ma un'ingrata e crudel sempre è tenuta
14.8chi perir vede un servo e non l'aiuta.
15.1Non lasciate venir dunque più manco
15.2un Adone, un Narciso, un Ganimede
15.3un che di pura e salda fé non manco
15.4che di bellezze ogni altro eccede,
15.5di sospirar, di lacrimar già stanco:
15.6soccorso onesto a le sue fiamme chiede;
15.7non cerca vostro onor né vostra fama
15.8ma sol per servir voi la vita brama.
16.1Per salvar la sua vita e 'l vostro onore
16.2mille modi averete e mille ingegni:
16.3voi saggia donna, lui saggio amatore;
16.4non bisogna che 'l nuoto ai pesci insegni;
16.5ambi voi sete di beltà splendore,
16.6ambi voi sete l'un de l'altro degni:
16.7tempo e beltà già mai non torna adrieto;
16.8questo alfin vi concludo, onde m'acqueto.
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