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LXXXII

Rime

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1.1Come nulla qua giù diletta o piace
1.2più che questa bellezza amata e cara,
1.3così nulla più breve o più fugace
1.4ne dà Natura in un larga ed avara.
2.1Qual fosse dianzi il volto ond'ebbi amara
2.2guerra e crudel senza trovar mai pace,
2.3nel mio, pallido e mesto, ancor s'impara,
2.4e qual oggi ne sembri Amor nol tace:
3.1ché già levato ha da quegli occhi 'l nido,
3.2da le guance le rose; e più m'attrista
3.3che v'ha lasciato oscura nebbia e spine.
4.1Caracciol mio, deh, risguardate il fine
4.2di questi fiori e vi risvegli il grido
4.3de la mia grave penitenza e trista.
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