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1.1Standomi sol co' miei pensieri un giorno,
1.2cose vedea maravigliose e tante
1.3che non può lingua raccontarle a pieno.
1.4Caro armellin, di sua bianchezza adorno,
1.5sì leggiadro e gentil m'apparve innante,
1.6ch'io n'ebbi 'l cor d'alta vaghezza pieno;
1.7ma poi, come baleno,
1.8m'uscì di vista, ed io, tenendo intese
1.9le luci mie per le belle orme invano,
1.10un cacciator villano
1.11di fango il cinse e con tal arte il prese,
1.12onde pietade e sdegno il cuor m'accese.
2.1Non molto dopo agli occhi miei s'offerse
2.2dolce, amoroso, candido colombo,
2.3né tale il carro a la sua dea sostenne.
2.4Dal ciel, ove le nubi eran disperse,
2.5quasi un angel calar vedeasi a piombo
2.6e fender l'aria senza muover penne;
2.7da traverso poi venne
2.8grifagno augello e di rapina ingordo,
2.9e seco trasse l'innocente e puro
2.10col fiero artiglio e duro
2.11ch'era di furti e d'altre macchie lordo:
2.12e sospiro qualor me ne ricordo.
3.1Sì dilettoso e vago colle ameno
3.2non vide forse mai Cipro né Cinto,
3.3quanto quel ch'io mirai mentre al ciel piacque:
3.4quivi era più che altrove il ciel sereno,
3.5quivi il terren più verde e più dipinto,
3.6l'aura più dolce e più soavi l'acque;
3.7onde nel cuor mi nacque
3.8alto disio di farvi albergo eterno;
3.9e 'l piè fermai; ma fu 'l pensier mal saggio,
3.10ché quel fiorito maggio
3.11tosto cangiossi in tristo, orrido verno,
3.12dove continua pioggia ancor discerno.
4.1Felice pianta in quel medesmo colle
4.2fu trasportata e, col favor del loco,
4.3di picciol tronco al ciel s'andava alzando.
4.4Quando 'l sole ha più forza e 'l terren bolle,
4.5chi s'appressava a la dolce ombra un poco
4.6ponea la noia e la stanchezza in bando:
4.7ivi s'udia cantando
4.8Febo, scordato del suo lauro verde,
4.9tesser d'olmo ghirlande a le sue chiome.
4.10Ed ecco, io non so come,
4.11riman negletta e la vaghezza perde
4.12e serba a pena del suo ceppo 'l verde.
5.1Fuor d'un bosco sacrato e verde sempre,
5.2lasciando 'l nido, ove pur nacque dianzi,
5.3pargoletto leone uscia veloce:
5.4quell'età par ch'ogni fierezza tempre:
5.5e con questo pensier gli corsi innanzi
5.6ed umano 'l trovai più che feroce;
5.7ma 'l troppo ardir poi noce,
5.8perché, seco scherzando, in un momento
5.9s'infiammò d'ira e con turbato aspetto
5.10squarciommi i panni e 'l petto;
5.11e partissi da me poi lento lento,
5.12tal che solo a pensarvi ancor pavento.
6.1D'oro sparso e di gemme alfine io scòrsi
6.2purpureo letto ove dormia soave
6.3giovane illustre, di ferir già stanco:
6.4ivi con l'occhio e col pensier discorsi
6.5bellezze che sembianti il ciel non have,
6.6ch'a ricontarle ogni bel dir vien manco;
6.7ma sovra l'omer bianco
6.8volâr faville dal mio petto acceso
6.9per quel signor che 'l mondo accende e sforza;
6.10così, desto per forza,
6.11via sen volò da la mia vista offeso;
6.12io restai cieco e ne' suoi lacci preso.
7.1Canzon mia, se di questo,
7.2al tristo avviso, fui mesto e dolente,
7.3che fia, poi che 'l mio danno è già presente?
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