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1.1Quella che il dì ch'io vi concessi il core
1.2in voi mi parse una bontà sincera,
1.3or accorger mi fa ch'ero in errore;
2.1perché la trovo asinitade vera,
2.2che inimico m'ha fatto il cielo pio:
2.3va, giudica tu gli uomini a la cera.
3.1Cera benigna ed animo sì rio
3.2e poca discrezion, che non ha manco,
3.3vi giuro a Carlomanno, il caval mio.
4.1Da le malignità vostre già stanco,
4.2vorrei ritrarmi, ma da l'altro lato
4.3quell'altro asin d'Amor m'è sempre al fianco;
5.1ma faccia quanto vuol, lo sciagurato,
5.2che io mi voglio sfogare questa volta,
5.3poi, s'io v'amo mai più, ch'io sia ammazzato.
6.1Non vo' tener la doglia mia sepolta:
6.2che diavol mi potreste voi mai fare?
6.3ho ben veduto anch'io nebbia più folta.
7.1Or prima l'arte de l'indovinare
7.2bisogna aver con voi, perché bugia
7.3è quasi tutto il vostro ragionare;
8.1poi sempre dite a la presenza mia:
8.2— Mi faà vuol farà m'ha fatto il tal presenteà
8.3il signore o 'l don — mal che 'l ciel vi dia;
9.1e in questo avete sì de l'eccellente,
9.2che par che lo diciate in mio dispetto,
9.3come s'io vi donassi sempre niente.
10.1D'un altro gentilissimo difetto
10.2egualmente biasmar vi sento e veggio,
10.3d'esser d'ingratitudine ricetto
11.1e d'arroganza anfiteatro e seggio,
11.2da le quai nasce questa consonanza
11.3c'ha chi meglio vi fa voi fate peggio.
12.1Che se voi non avete altra creanza
12.2né altri costumi né altre gentilezze,
12.3canchero venga a chi vi vuol per manza.
13.1Coi galantuomin star su le grandezze
13.2e poi lasciar godere insino ai cani
13.3le vostre sforzatissime bellezze,
14.1tanto sforzate che, se non son vani
14.2quei che di voi si fan ragionamenti,
14.3vi fate sbellettar sino a le mani;
15.1il far solo accoglienza a certe genti
15.2che vi fanno e vi dicono in palese
15.3cose disonestissime e pungenti;
16.1star cogli amici ognor su le contese,
16.2finger di lor dolersi e fare a loro
16.3ogni dì mille ingiurie e mille offese;
17.1star sur un goffo femminil decoro
17.2e far la donzelletta e persuadersi
17.3di pisciare acqua nanfa e far de l'oro;
18.1sopra l'uso mortal bella tenersi,
18.2quasi nuova dal ciel discesa luce,
18.3il che fa rider altri, altri dolersi,
19.1e, quel che l'uomo a disperar conduce,
19.2il mostrar sempre il nero per il giallo
19.3e non esser tutt'òr quel che riluce;
20.1l'aver nel mal oprar già fatto il callo,
20.2star su lo schifo e poi chinarsi altrui
20.3forse per men che non si china il gallo,
21.1dico chinar senza guardare a cui,
21.2fuss'io sì re come uomin dozzinali
21.3mille e più punte false han date a vui,
22.1gente avvezza a pignatte ed a boccali
22.2(può far la madre mia che voi lasciate
22.3che vi venga a pisciar negli orinali ?);
23.1con chi più v'ama usar parole ingrate,
23.2l'esser l'animo vostro ed il cervello
23.3seren di verno e nuvolo di state;
24.1il non guardar gentil né buon né bello,
24.2ma stare intenta sempre in tutti i lochi
24.3per veder di tirar sino a un fringuello
25.1il mescolar velen nei vostri giuochi,
25.2l'esser la vostra una bellezza tale
25.3che, da voi stessa in poi, astio fa a pochi;
26.1l'esser insomma voi, signora, quale
26.2forse simil non è nei tempi nostri,
26.3un unguento da cancar naturale,
27.1ed altri simil vizi e simil mostri
27.2mi faranno da voi pigliar licenza,
27.3per non m'impacciar più coi fatti vostri.
28.1E molti altri faran meco partenza,
28.2chi servo vostro dopo me, chi prima,
28.3da questa vostra singolar presenza;
29.1perché ciascun, com'io, giudica e stima
29.2esser, come un proverbio antico dice,
29.3meglio cader dal piè che da la cima.
30.1Io fui pure un castrone, un infelice
30.2a creder che potesse nascer mai
30.3buon frutto d'una pessima radice.
31.1Or su, come si sia, basta ch'entrai
31.2nel vostro laberinto in la mal'ora,
31.3onde s'incominciâr tutti i miei guai;
32.1facil v'entrai, ma facilmente ancòra
32.2per vostra grazia e per favor del cielo
32.3ho trovata la via d'uscirne fuora.
33.1Vedete se con causa io mi querelo
33.2di voi, che, a dirlo apertamente e forte,
33.3quando vi veggio, mi s'arriccia il pelo.
34.1e di qui è che prego la mia sorte
34.2che mi conceda questa grazia sola
34.3che mi faccia incontrar prima la morte.
35.1Faccisi innanzi e dica una parola
35.2un che coi versi suoi tanto vi loda,
35.3ché vo' dir ch'ei si mente per la gola.
36.1Soglion conoscer gli asini la coda
36.2quando non l'hanno; e per dir vero 'l dico,
36.3non che 'l duolo o 'l martel mi scaldi o roda.
37.1Potreste dir che non curate un fico
37.2ch'io vi sia per voler né mal né bene
37.3o ch'amico vi sia più che nimico;
38.1che non vi mancheran le stanze piene,
38.2senza me, di molti uomini galanti
38.3che sostengan per voi travagli e pene;
39.1e che s'io vo' donarvi un par di guanti,
39.2e senza ancor, mi manderete a spasso
39.3né pur vorrete ch'io vi venga avanti;
40.1e che s'io vo' voltar, ch'io volga il passo
40.2ove mi piace, perché a voi ben resta
40.3altro falcon che 'l mio da prender spasso.
41.1Ed io rispondo, per finir la festa,
41.2ch'egli è ben giusto che da voi s'aspette
41.3risposta anche peggior che non è questa;
42.1ch'inteso ho de le volte più di sette
42.2ch'avete l'intelletto ed il giudizio
42.3ove hanno il gozzo appunto le civette;
43.1tal che al costume vostro e a l'esercizio,
43.2a me facendo una risposta umìle,
43.3areste fatto troppo pregiudizio.
44.1Vero è ben ch'una macchia o brutta o vile
44.2giammai non si considera o si vede
44.3in chi suol star nel fango o nel porcile.
45.1La gente ch'aver dite sotto il piede,
45.2forse che la non è 'n riga né in spazio;
45.3agli altri vanti poi non si dà fede.
46.1Quanto al venirvi innante, son sì sazio
46.2di voi, che, se mai più ci fo ritorno,
46.3mandatemi in malor, ch'io ven disgrazio.
47.1S'a voi non manca chi vi stia d'intorno
47.2a fare e a dir, sappiate ch'anco io posso
47.3adoprar la mia pala in altro forno;
48.1s'altro falcon che 'l mio vi pasce addosso,
48.2siasi; so che non pasce in conclusione
48.3de l'altre più gentil carni senz'osso:
49.1non però manca il mondo a le persone;
49.2crediate certo pur ch'anch'io ho da darne,
49.3senza le vostre quaglie, al mio falcone;
50.1per pascer lo sparvier non manca carne,
50.2ov'altri voglia, e ve ne son le squadre
50.3ch'appresso i vostri storni paion starne.
51.1Arpie crudeli, infide, inique e ladre
51.2da venire in fastidio a mille Rome
51.3voi, la vostra fantesca e vostra madre.
52.1Per modestia ora taccio il vostro nome,
52.2ma ben lo scoprirò con altro inchiostro,
52.3se accrescerete il peso a le mie some:
53.1e se sia finto o ver quanto dimostro,
53.2mirate che s'io fossi ne l'inferno
53.3e ne potessi uscir col favor vostro,
54.1più tosto ci vorrei stare in eterno.
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